• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/15363    nell'aprile 2016 il Centro nuovo modello di sviluppo (CNMS) e la «Campagna abiti puliti», hanno pubblicato l'inchiesta «Una dura storia di cuoio», sulla situazione lavorativa...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-15363presentato daNICCHI Marisatesto diVenerdì 27 gennaio 2017, seduta n. 731

   NICCHI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro della salute, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   nell'aprile 2016 il Centro nuovo modello di sviluppo (CNMS) e la «Campagna abiti puliti», hanno pubblicato l'inchiesta «Una dura storia di cuoio», sulla situazione lavorativa nell'industria della concia italiana dopo un'analisi delle critiche avanzate dall'Associazione italiana dell'industria della concia;
   la ricerca è parte del progetto Change Your Shoes e focalizza l'attenzione su quella che viene definita la «Repubblica del cuoio»: il distretto produttivo di Santa Croce sull'Arno, in Toscana; uno dei distretti italiani che si occupa della concia e che, assieme a Arzignano in Veneto e a Solofra in Campania, coprono la gran parte della produzione del nostro Paese;
   il suddetto distretto contribuisce al 70 per cento di tutto il cuoio per suole prodotto in Europa, e al 98 per cento di quello prodotto in Italia. Sono presenti 240 concerie, per la maggior parte di piccole dimensioni, sono affiancate da oltre 500 laboratori terzisti per l'esecuzione delle altre lavorazioni specifiche;
   il distretto impiega 12.700 persone, tra lavoratori alle dirette dipendenze delle imprese e assunti da agenzie interinali. È nelle officine dei terzisti ove si concentra il lavoro interinale, che si registrano le situazioni di maggior sfruttamento lavorativo;
   nel 2012 i lavoratori interinali nel distretto di Santa Croce sull'Arno erano 1.733. Nel 2014 sono 3.451, il doppio. Segno che il lavoro è cresciuto, ma in forma sempre più precaria. Nel 2014 nel distretto hanno trovato lavoro 4.650 nuovi addetti, ma solo 1.199 alle dirette dipendenze delle aziende produttrici;
   a confermare la precarietà interviene anche il dato sui contratti: nel 2014 i lavoratori interinali sono stati 3.451, ma i contratti stipulati sono stati 5.021, uno e mezzo a testa. Sono diffusi persino contratti di 4 ore: un lavoratore viene assunto alle 8 e a mezzogiorno si ritrova già senza lavoro;
   nel distretto di Santa Croce sull'Arno è abituale lavorare ben oltre le ore di straordinario consentite, facendo ampio ricorso al pagamento al nero. Dal 1o gennaio 2011 al 31 dicembre 2014, nel distretto sono state ispezionate 181 aziende per un totale di 999 lavoratori. Di questi, 70 per cento erano di nazionalità italiana e 30 per cento immigrati. Si fa largo uso della pratica delle dimissioni in bianco, principalmente fra i senegalesi. Complessivamente, sono state trovate irregolarità riguardanti 208 lavoratori. I contratti interinali aperti nel 2014 hanno riguardato per il 54 per cento stranieri, quasi tutti extra comunitari. Non è un caso se negli ultimi dieci anni gli stranieri residenti nei comuni del distretto sono passati da 5.060 a 14.248;
   non di rado si trovano concerie e terzisti che investono malvolentieri sulla sicurezza del posto di lavoro. Dalla ricerca emerge che sono soprattutto gli interinali i più a rischio: nelle ore in cui sono assunti vengono costretti a ritmi massacranti e spesso senza la fornitura degli indumenti antinfortunistici;
   i casi di malattie professionali riconosciuti nel distretto di Santa Croce sull'Arno dal 1997 al 2014 sono stati 493, suddivisibili in cinque grandi gruppi: malattie muscolo-scheletriche (44 per cento), tumori (19 per cento), dermatiti da contatto, ipoacusie da rumore e malattie respiratorie –:
   se i Ministri interrogati siano a conoscenza della situazione descritta in premessa;
   se non ritengano di verificare urgentemente la situazione sociale e lavorativa riscontrata nel distretto di Santa Croce sull'Arno in Toscana, anche al fine di tutelare i lavoratori e di garantire il pieno rispetto della normativa vigente in materia. (4-15363)