• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

link alla fonte scarica il documento in PDF

Atto a cui si riferisce:
C.4/15340    a seguito del fallito tentativo di colpo di Stato del 15 luglio 2016, il Governo turco ha adottato una severa legislazione di emergenza, volta a derogare alle obbligazioni derivanti...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-15340presentato daTIDEI Mariettatesto diMercoledì 25 gennaio 2017, seduta n. 730

   TIDEI e ZAMPA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale . — Per sapere – premesso che:
   a seguito del fallito tentativo di colpo di Stato del 15 luglio 2016, il Governo turco ha adottato una severa legislazione di emergenza, volta a derogare alle obbligazioni derivanti dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (CEDU). Le misure adottate sono state notificate sia al Segretario generale del Consiglio d'Europa, sia agli appositi organismi dell'Onu;
   le misure di emergenza, tuttavia, non possono ledere la sfera dei diritti inderogabili, nemmeno in caso di guerra o di pericolo pubblico che minacci la vita della nazione. Atti di tortura, trattamenti disumani o degradanti non possono essere compiuti nei confronti di coloro che sono ritenuti responsabili dell'organizzazione e dell'esecuzione del fallito putsch;
   oltre ai numerosi rapporti di autorevoli organizzazioni non governative, è ormai di pubblico dominio il trattamento illiberale e repressivo che il Governo turco riserva agli oppositori, non solo politici. Il pluralismo dell'informazione è ormai seriamente compromesso, un numero sempre crescente di giornalisti viene imprigionato. A quanto consta agli interroganti, si verificano licenziamenti arbitrari e di massa che hanno riguardato giudici, docenti universitari e dipendenti pubblici. Non sembra arrestarsi l'adozione di provvedimenti di confisca di beni, nonché quelli di liquidazione, senza indennizzo, di associazioni e società private;
   venerdì 13 gennaio 2017 alla nostra connazionale, avvocatessa impegnata nella tutela dei diritti umani, Barbara Spinelli, non appena giunta ad Istanbul, non le è stato concesso, dalla polizia, di raggiungere Ankara. Città in cui avrebbe dovuto tenere un convegno sullo stato di emergenza e le conseguenze per il sistema giudiziario turco. Le autorità turche, secondo quanto riportato dalla stessa giornalista nell'intervista del 17 gennaio 2016, rilasciata al quotidiano « Il Dubbio», l'hanno tradotta in una stanza-cella, presso l'aeroporto di Istanbul, riservandole un «trattamento degradante», per rimetterla in libertà il giorno seguente, con decreto di espulsione con divieto permanente di ingresso in Turchia e rimpatrio coatto in Italia –:
   se non reputi opportuno richiamare l'ambasciatore turco in Italia per fornire chiarimenti puntuali e dettagliati in merito alla detenzione e al trattamento riservato dalle autorità turche alla connazionale di cui in premessa;
   se non intenda intervenire presso le autorità governative turche affinché vengano adottate le iniziative necessarie alla revoca del divieto di ingresso emesso dalle stesse nei confronti dell'avvocatessa Spinelli, a garanzia della funzione sociale dell'avvocatura impegnata nella salvaguardia dei diritti dei difensori legali.
   (4-15340)