• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/15330    il 17 gennaio 2017 la Guardia di finanza coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Venezia ha sequestrato beni per 17 milioni di euro al capo della mafia del Brenta Felice...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-15330presentato daNACCARATO Alessandrotesto diMartedì 24 gennaio 2017, seduta n. 729

   NACCARATO. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia . — Per sapere – premesso che:
   il 17 gennaio 2017 la Guardia di finanza coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Venezia ha sequestrato beni per 17 milioni di euro al capo della mafia del Brenta Felice Maniero;
   nel corso dell'operazione sono stati arrestati Riccardo di Cicco, ex cognato di Maniero, e Michele Brotini, promotore finanziario, con l'accusa di riciclaggio aggravato dalla finalità di agevolazione mafiosa;
   sono coinvolte nell'inchiesta anche la sorella e la madre di Di Cicco;
   le indagini sono iniziate il 12 marzo 2016 in seguito alle dichiarazioni di Maniero;
   in questi anni, l'autorità giudiziaria ha più volte negato la revoca delle misure preventive a carico di Maniero con la motivazione che il mafioso, condannato per associazione di stampo mafioso ex articolo 416-bis del codice penale, non aveva rivelato entità e collocazione dei proventi delle attività criminali;
   dalle prime ricostruzioni sembra che i beni sequestrati costituiscano soltanto una parte del totale e gli inquirenti si stanno concentrando sul denaro ricevuto da Maniero fino al 2015;
   le indagini di questi anni sulla mafia del Brenta hanno consentito di smantellare in gran parte questa organizzazione criminale grazie al lavoro di magistrati e forze dell'ordine;
   la collaborazione parziale tra Maniero e l'autorità giudiziaria ha favorito la disarticolazione dell'associazione mafiosa, ma non ha consentito di fare piena luce sui numerosi collaboratori e complici che si occupavano di riciclare e occultare i proventi delle attività illecite;
   inoltre, occorre rilevare che molti appartenenti all'associazione mafiosa, una volta tornati in libertà, hanno ripreso a vario titolo l'attività malavitosa potendo contare su strutture logistiche, risorse economiche e contatti che hanno originato diversi crimini già oggetto di precedenti segnalazioni da parte dell'interrogante (4-00284 di giugno 2008, 4-16346 di maggio 2012, 4-18275 di ottobre 2012 e altre);
   a parere dell'interrogante occorre proseguire e potenziare l'attività di repressione e contrasto dell'organizzazione di Maniero che, come dimostra l'entità dei beni sequestrati, può contare su una disponibilità economica e su strutture tali da consentire agli affiliati di proseguire l'attività criminale;
   appare necessario superare le sottovalutazioni del fenomeno che hanno presentato la mafia del Brenta come una organizzazione minore, soprannominata «Mala del Brenta», mentre le sentenze di condanna degli affiliati, le strutture e le risorse a disposizione degli stessi dimostrano con tutta evidenza che l'organizzazione in questione è un'associazione mafiosa, ai sensi dell'articolo 416 bis del codice penale, assimilabile alle cosche di mafia, ’ndrangheta e camorra;
   infine, si deve ricordare che diverse indagini hanno evidenziato che appartenenti alla mafia del Brenta hanno costruito rapporti criminali con associati alle mafie tradizionali finalizzati al riciclaggio e con esponenti di gruppi criminali stranieri, in particolare dell'est europeo, per il traffico di armi e di stupefacenti –:
   se i Ministri interrogati siano al corrente dei fatti sopra esposti;
   se i Ministri interrogati intendano assumere iniziative, per quanto di competenza, anche sul piano normativo, per il riconoscimento di un risarcimento alle famiglie delle vittime della mafia del Brenta, anche attraverso l'utilizzo dei beni coinvolti nell'operazione descritta e in altre analoghe;
   se e quali iniziative di competenza intendano assumere per potenziare gli strumenti delle forze dell'ordine e in particolare la dotazione organica della direzione investigativa antimafia e della direzione distrettuale antimafia del Veneto per prevenire e contrastare le attività della criminalità organizzata in Veneto.
(4-15330)