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Atto a cui si riferisce:
C.4/00846 sono numerosi i poligoni militari che sorgono in aree protette e tra questi, nella regione del Friuli Venezia Giulia, ne spiccano due presenti nei siti d'importanza comunitaria (SIC) del...



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 18 ottobre 2013
nell'allegato B della seduta n. 100
4-00846
presentata da
PRODANI Aris

Risposta. — Il poligono di Cellina Meduna – d'importanza strategica ai fini dell'approntamento delle unità dell'Esercito italiano – è interessato, dal giugno 2012, da una serie di rilevamenti ambientali per verificare l'esistenza di un eventuale inquinamento della matrice suolo-acqua.
Nello specifico, il monitoraggio sugli agenti chimici, effettuato, prendendo in esame 8 punti, dal centro tecnico logistico interforze (CETLI) nucleare batteriologico chimico (NBC) di Civitavecchia, ha evidenziato il superamento delle concentrazioni soglia di contaminazione in soli 3 punti.
La contaminazione rilevata insiste su una superficie limitata ed è oggetto, attualmente, del piano di caratterizzazione predisposto ai sensi del combinato normativo del decreto legislativo n. 152 del 2006 e del decreto ministeriale 22 ottobre 2009: il piano è stato già approvato dalla Conferenza dei Servizi, tenutasi lo scorso 12 giugno.
Nell'ambito di tale conferenza, l'agenzia regionale per la protezione dell'ambiente (ARPA) del Friuli Venezia Giulia, pur condividendo i contenuti del piano, ha chiesto, comunque, un'integrazione dello stesso che comprenda anche la caratterizzazione specifica sulla radioattività.
I necessari approfondimenti, nell'ottica di garantire la massima trasparenza, saranno condotti dalla stessa ARPA che ha comunicato, recentemente, di volere effettuare un preventivo accertamento, mediante opportune campagne di misura, dei livelli di contaminazione radioattiva correlati, in particolare, alla possibile presenza di radionuclidi di origine artificiale, eventualmente presenti nei suoli.
Tale verifica radiometrica consentirà sia di fornire ogni rassicurazione riguardo alla tutela e alla protezione dei lavoratori, sia di escludere, in modo oggettivo, la presenza di radionuclidi di origine artificiale nelle matrici ambientali.
Peraltro, i costi relativi alle attività di campionatura, di analisi e di valutazione previste in questa fase di verifica radiometrica, saranno sostenuti dalla stessa ARPA della regione Friuli Venezia Giulia.
I tempi previsti per l'esecuzione del piano di monitoraggio integrato saranno determinati dalle modalità d'intervento con cui procederà la stessa agenzia.
Mi preme sottolineare che approfondire, nel minor tempo possibile, tutti gli aspetti ambientali che coinvolgono il territorio è di fondamentale interesse per la Difesa e per la Forza armata.
Ciò, allo scopo precipuo di tutelare la salute del personale direttamente impiegato e della popolazione interessata, oltre che, ovviamente, di salvaguardare, nel contempo, la matrice floro-faunistica naturale nella quale è inserito il poligono.
Per quanto riguarda, invece, il poligono di Monte Bivera, sebbene, al momento, non si abbia alcuna evidenza di aree inquinate ivi ricomprese, il monitoraggio ambientale del poligono verrà inserito, comunque, fra gli interventi da effettuarsi d'interesse dell'Esercito italiano, sulla base delle priorità che saranno stabilite in funzione delle esigenze addestrative e delle risorse finanziarie disponibili.
Inoltre, nel sottolineare l'importanza di poter disporre del poligono in questione per garantire lo svolgimento delle attività addestrative – indispensabili a conseguire quella capacità operativa che è requisito imprescindibile di uno strumento militare moderno ed efficace – e l'approntamento delle unità della Forza armata, faccio presente che lo stesso è utilizzato per un massimo di 20 giornate all'anno, come indicato dal relativo disciplinare d'uso approvato dal comitato misto paritetico, istituito dalla legge n. 898 del 1976.
Prima di concludere, vorrei osservare, a carattere generale, che le esercitazioni presso i poligoni vengono sempre effettuate nel pieno rispetto di precise norme di legge, volte ad assicurare la salvaguardia della popolazione e la tutela dell'ambiente.
Ogni attività viene preventivamente valutata e autorizzata solo dopo un esame dell'impatto ambientale e previa consultazione del Comitato misto paritetico, la cui attività è finalizzata proprio ad instaurare, nell'ambito di ogni regione, un rapporto permanente di collaborazione con le Forze armate, al fine di armonizzare le esigenze della Difesa con le esigenze del tessuto civile e sociale della vita comunitaria.
Il Ministro della difesa: Mario Mauro.