• Testo DDL 2502

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Atto a cui si riferisce:
S.2502 Disposizioni in materia di accesso anticipato al sistema pensionistico per gli addetti alle lavorazioni particolarmente faticose e pesanti nel settore della pesca professionale e nel settore della raccolta dei rifiuti


Senato della RepubblicaXVII LEGISLATURA
N. 2502
DISEGNO DI LEGGE
d’iniziativa dei senatori ORRÙ, ANGIONI, ASTORRE, CANTINI, CASSON, CUCCA, Stefano ESPOSITO, FABBRI, FASIOLO, MOSCARDELLI, PADUA, PAGLIARI, PUPPATO, SOLLO, SPILABOTTE e VACCARI

COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 27 LUGLIO 2016

Disposizioni in materia di accesso anticipato al sistema pensionistico per gli addetti alle lavorazioni particolarmente faticose e pesanti nel settore
della pesca professionale e nel settore della raccolta dei rifiuti

Onorevoli Senatori. -- In Italia, i lavoratori addetti al settore della pesca professionale, nonché i lavoratori che svolgono attività di raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti sono tra i più esposti a lavorazioni particolarmente faticose e pesanti. Eppure essi non figurano nell'elenco dei lavoratori che, per tale motivo, possono esercitare il diritto per l'accesso al trattamento pensionistico anticipato.

Secondo gli ultimi dati ISTAT, risalenti al 2011, i lavoratori addetti al settore della pesca professionale, tra quelli impiegati a tempo determinato e quelli impiegati a tempo indeterminato, sono circa 18.531, di cui 2.360 di età compresa tra i 15 e i 29 anni, 9.882 di età compresa tra i 30 e i 49 anni e 6.289 di età superiore ai 50 anni.

Essi sono tutti esposti ad agenti atmosferici di elevata intensità, molte volte costretti a lavorare con avverse condizioni meteorologiche oppure in presenza di forti radiazioni solari. Svolgono, inoltre, mansioni molto faticose, specie nella pesca d'altura, la quale comporta imbarchi di medio termine (15-25 giorni). Il lavoro, infatti, è a ciclo continuo: durante il tempo che intercorre tra due «calate» (il posizionamento delle reti in acqua), l'equipaggio è tenuto a rigovernare l'imbarcazione, stoccare il pescato, riparare le reti. L'esecuzione ininterrotta di tali attività, svolte anche durante gli imbarchi e senza turni di lavoro prefissati, altera la corretta alternanza dei ritmi sonno-veglia, con conseguenze ingenti sui ritmi circadiani e sulla concentrazione ematica di elementi essenziali per l'organismo, quali le catecolamine. Così, molti lavoratori addetti al settore della pesca professionale vivono in una sostanziale condizione di stress lavoro correlato (definito dalla European Agency for Safety and Health at Work come «la percezione di squilibrio avvertita dal lavoratore quando le richieste dell'ambiente lavorative eccedono le capacità individuali per fronteggiare tali richieste»). Sul lungo termine, possono poi insorgere gravi patologie del sistema cardiovascolare, tali da indurre importanti riduzioni nella capacità lavorativa.

Per quanto riguarda i lavoratori addetti all'attività di raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti urbani e dei rifiuti assimilati avviati allo smaltimento, in Italia, sempre secondo gli ultimi dati ISTAT disponibili, risalenti al 2014, sono in totale 137.656 di cui 36.151 impiegati nel nord-ovest del Paese, 23.001 nel nord-est, 30.365 impiegati al centro Italia, 32.933 al sud e 15.203 nelle isole. Pur distinguendosi nelle tre fasi di produzione del rifiuto, essi sono altrettanto esposti ai diversi rischi connessi all'attività lavorativa svolta: in primis il rischio biologico, il rischio del lavoro su strada ed il rischio da stress termico, dovuto al fatto che l'attività si svolge prevalentemente all'aperto ed è soggetta ai mutamenti atmosferici.

I lavoratori di questo comparto sono anche esposti alla movimentazione manuale dei carichi e a movimenti ripetuti dell'arto superiore. Ciò è dovuto all'attuale tipologia di lavoro, che prevede, ad esempio specie nella raccolta differenziata, un elevato numero di prese durante il turno. Così, sul lungo periodo, l'apparato muscolo-scheletrico degli addetti all'attività di raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti può subire gravi danni, che si sommano al naturale invecchiamento, con una conseguente riduzione della capacità lavorativa.

Per tutte queste ragioni, appare evidente che queste categorie di lavoratori sono ambedue sottoposte ad un attività particolarmente usurante. Esse dovrebbero essere escluse dall'aggancio automatico all'aspettativa di vita e poter usufruire del diritto per l'accesso al trattamento pensionistico anticipato.

A tal fine, il presente disegno di legge reca modifiche al decreto legislativo 21 aprile 2011, n. 67, il quale stabilisce le tipologie di lavoratori addetti a lavorazioni particolarmente faticose e pesanti che possono esercitare il diritto per l'accesso al trattamento pensionistico anticipato, a condizione di possedere i requisiti previsti dallo stesso decreto legislativo.

In particolare, l'articolo 1 del presente disegno di legge modifica l'articolo 1, comma 1, del decreto legislativo n. 67 del 2011, inserendo tra le categorie che possono esercitare il diritto per l'accesso al trattamento pensionistico anticipato anche gli addetti del settore della pesca professionale e gli addetti all'attività di raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti nei centri urbani.

L'articolo 2 provvede alle coperture finanziarie a valere sul fondo previsto dall'articolo 1, comma 3, lettera f), della legge 24 dicembre 2007, n. 247 (Norme di attuazione del Protocollo del 23 luglio 2007 su previdenza, lavoro e competitività per favorire l'equità e la crescita sostenibili, nonché ulteriori norme in materia di lavoro e previdenza sociale).

DISEGNO DI LEGGE

Art. 1.

(Accesso anticipato al pensionamento per gli addetti alle lavorazioni particolarmente faticose e pesanti nel settore della pesca professionale e nel settore della raccolta dei rifiuti)

1. All'articolo 1, comma 1, del decreto legislativo 21 aprile 2011, n. 67, dopo la lettera d) sono aggiunte, in fine, le seguenti:

«d-bis) lavoratori del settore della pesca professionale, di cui all'articolo 2 del decreto legislativo 9 gennaio 2012, n. 4;

d-ter) lavoratori addetti all'attività di raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti urbani e dei rifiuti assimilati avviati allo smaltimento ai sensi del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152».

Art. 2.

(Copertura finanziaria)

1. Agli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge, valutati in 60 milioni di euro per l'anno 2017, 110 milioni di euro per l'anno 2018, 145 milioni di euro per l'anno 2019, 170 milioni di euro per l'anno 2020, 195 milioni di euro per l'anno 2021, 220 milioni di euro per l'anno 2022, 240 milioni di euro per l'anno 2023, 260 milioni di euro per l'anno 2024, 270 milioni di euro per l'anno 2025 e 280 milioni di euro a decorrere dall'anno 2026, si provvede a valere sulle risorse del Fondo di cui all'articolo 1, comma 3, lettera f), della legge 24 dicembre 2007, n. 247, appositamente costituito nello stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali.