• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/15424    l'appalto per il passante ferroviario di Palermo, diviso in 3 distinti lotti, per un valore complessivo di circa 1,2 miliardi di euro, è una tra le principali opere infrastrutturali in...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-15424presentato daNUTI Riccardotesto diMercoledì 1 febbraio 2017, seduta n. 734

   NUTI, DI BENEDETTO, DI VITA, LUPO e MANNINO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti . — Per sapere – premesso che:
   l'appalto per il passante ferroviario di Palermo, diviso in 3 distinti lotti, per un valore complessivo di circa 1,2 miliardi di euro, è una tra le principali opere infrastrutturali in fase di costruzione dell'Italia meridionale, vinto dal Consorzio Stabile S.I.S. (società italo spagnola, posseduta al 49 per cento dalla spagnola Sacyr Construccion e per il restante 51 per cento alle società italiane del gruppo FININC), la quale detiene appalti pubblici in tutta Italia, come l'appalto relativo alla Pedemontana Veneta, e all'estero;
   questa società ha prospettato più volte il licenziamento delle maestranze afferenti al passante ferroviario di Palermo, rallentandone o bloccandone temporaneamente i lavori, che, allo stato attuale, risultano essere pressoché ultimati;
   in particolare, nell'estate del 2016, il Consorzio Stabile SIS aveva già provveduto al licenziamento di centinaia di operai, motivando tale scelta con l'avanzato stato di completamento dell'opera, riducendo le maestranze da oltre 530 unità sino a 280, e causando un discreto rallentamento dei lavori;
   ad ottobre del 2016, nonostante l'opera fosse compiuta all'80 per cento aveva prospettato licenziamenti di altri 130 operai e il conseguente blocco dei lavori, lamentando un ammanco di 100 milioni di euro che la società imputerebbe a Rete Ferroviaria Italiana s.p.a., ente committente dell'appalto, per generici maggiori costi in corso d'opera;
   dopo un incontro con RFI, la mediazione del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, la diffida della stessa RFI a riprendere i lavori, e la nomina da parte del Tribunale di Roma di un tecnico incaricato di valutare la concretezza di questi oneri aggiuntivi, il consorzio stabile SIS ha ripreso i lavori, almeno sino al 26 gennaio 2017, quando ha nuovamente minacciato il licenziamento di 200 sui 270 operai rimasti in cantiere;
   da parte sua RFI ha «inviato a Sis una diffida a procedere con azioni che possano rallentare la produzione, con l'avvertenza di essere pronta ad intraprendere tutte le iniziative necessarie a tutelare i propri interessi e della cittadinanza in caso di mancato rispetto degli accordi contrattuali»;
   agli interroganti il comportamento del Consorzio Stabile SIS appare grave, stante l'accertamento tecnico in sede giudiziale ancora in corso, e oltremodo dannoso per la cittadinanza;
   inizialmente, la riapertura della rete ferroviaria era stata stimata a giugno 2016, per poi essere posticipata a dicembre 2016 e successivamente a giugno 2017, con l'attuale rischio di produrre una gigantesca opera incompiuta –:
   quali iniziative di competenza intenda intraprendere al fine di velocizzare il completamento dell'opera di cui in premessa, inclusa la possibilità di valutare assieme al committente RFI se ci siano i presupposti affinché venga revocato il contratto al Consorzio Stabile SIS. (4-15424)