• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

link alla fonte scarica il documento in PDF

Atto a cui si riferisce:
C.5/10444    il 26 ottobre 2016, l'allora Ministro Paolo Gentiloni, nel corso del question time n. 3-02584 in Assemblea a prima firma del primo firmatario del presente atto, relativo all'effettiva...



Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-10444presentato daSPADONI Maria Ederatesto diMercoledì 1 febbraio 2017, seduta n. 734

   SPADONI, MANLIO DI STEFANO, DI BATTISTA, SCAGLIUSI, GRANDE e DEL GROSSO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale . — Per sapere – premesso che:
   il 26 ottobre 2016, l'allora Ministro Paolo Gentiloni, nel corso del question time n. 3-02584 in Assemblea a prima firma del primo firmatario del presente atto, relativo all'effettiva autorizzazione del transito e dell'esportazione di armamenti dall'Italia verso l'Arabia Saudita, aveva replicato che l'Arabia Saudita non è oggetto di alcuna forma di embargo, sanzione restrizione internazionale nel settore delle vendite di armamenti e che: «Naturalmente, ove in sede Nazioni Unite o Unione europea fossero accertate eventuali violazioni, l'Italia si adeguerebbe immediatamente a prescrizioni o divieti»;
   l'Arabia Saudita è impegnata da troppo tempo in una campagna di bombardamenti in Yemen contro i civili che, secondo stime ONU, ha causato finora quasi 7 mila morti, oltre 35 mila feriti e almeno 3 milioni di sfollati; 
   secondo Amnesty International e Human Rights Watch, l'Arabia Saudita commette «gravi e sistematiche violazioni dei diritti umani» all'estero e all'interno del Paese e sfrutta la propria posizione all'interno del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite per ostacolare efficacemente la ricerca della giustizia per i possibili crimini di guerra nello Yemen;
   ai sensi dell'articolo 1, comma 6, della legge 9 luglio 1990, n. 185, l'esportazione ed il transito di materiali di armamento sono vietati verso i Paesi in stato di conflitto armato, i cui Governi sono responsabili di gravi violazioni delle convenzioni internazionali in materia di diritti umani;
   sono triplicate tutte le esportazioni di armamenti, passate da 2,9 miliardi di euro nel 2014 a oltre 8,2 miliardi di euro nel 2015; questa cifra comprende sia le esportazioni per programmi di cooperazione intergovernativa, armi esportate a Paesi dell'Unione europea o della NATO, sia le autorizzazioni all'esportazione di sistemi militari ad altri Paesi, che hanno raggiunto i 4,7 miliardi di euro, tra cui anche l'Arabia Saudita;
   durante l'audizione del 9 novembre 2016, presso il Comitato permanente sull'attuazione dell'Agenda 2030 e gli obiettivi di sviluppo sostenibile della Commissione affari esteri, il Vice Ministro pro tempore Mario Giro ha sostenuto: «la mia personale opinione è che non vanno vendute armi ai Paesi in guerra» –:
   come intenda sanare quello che agli interroganti appare un evidente contrasto tra la politica italiana di export di armi verso Paesi in guerra, o che commettono gravi violazioni dei diritti umani nei confronti di civili, e la politica di finanziamento delle agenzie dell'ONU, come l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), per crisi umanitarie causate anche dalla stessa vendita di armi italiane. (5-10444)