• Testo RISOLUZIONE IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.7/01172    premesso che:     Almaviva Contact è una società facente parte del gruppo Almaviva, leader italiano nell’information and communication technology, e operante a livello...



Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-01172presentato daPLACIDO Antoniotesto diMercoledì 1 febbraio 2017, seduta n. 734

   Le Commissioni X e XI,
   premesso che:
    Almaviva Contact è una società facente parte del gruppo Almaviva, leader italiano nell’information and communication technology, e operante a livello nazionale e internazionale;
    in Italia, tra i principali clienti di Almaviva Contact, figurano numerose società partecipate dallo Stato ed in particolare Poste Italiane s.p.a., il comune di Milano, il comune di Roma Capitale, Enel, gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, Inpdap, Inps e, inoltre, Alitalia s.p.a., Tim ed Equitalia;
    a seguito del fallimento dell'ultimo tentativo di riapertura del tavolo per scongiurare il licenziamento di 1.666 lavoratrici e lavoratori della sede di Roma di Almaviva Contact, la società ha provveduto ad inviare le lettere di licenziamento, destinando alla chiusura della citata sede;
    ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, Almaviva Contact ha segnato la propria decisione con una mancanza di sensibilità e di responsabilità sociale che non può non essere stigmatizzata;
    il dramma vissuto da oltre 1.600 lavoratrici e lavoratori della città di Roma, ora, non può e non deve essere archiviato;
    è necessario attivare ogni sforzo affinché il Governo si impegni in maniera efficace a riaprire la questione che sta avendo gravi ripercussioni nella città di Roma e può ulteriormente estendersi anche in altre sedi di Almaviva Contact dove i licenziamenti sono stati solo temporaneamente sospesi, tenuto conto delle iniziative e delle manifestazioni che le lavoratrici e i lavoratori di Almaviva continuano a promuovere a tutela del loro diritto al lavoro;
    restano, in ogni caso, ancora aperte le questioni relative alle lavoratrici e lavoratori delle altre sedi Almaviva Contact che, pur aderendo all'accordo di sospensiva dei licenziamenti, vedono da parte dell'azienda proporre riduzioni ulteriori degli stipendi (già oggi di circa 600 euro mensili) e lesioni dei diritti;
    date le condizioni, è necessario reimpostare complessivamente l'approccio alla crisi che non riguarda solo Almaviva Contact ma l'intero settore dei call center che conta almeno 80.000 dipendenti, prevedendo una serie di soluzioni di carattere strutturale che possono essere la base per l'uscita dalla crisi del settore, e garantire i livelli occupazionali e condizioni di lavoro e contrattuali adeguate alle lavoratrici e ai lavoratori interessati, senza procedere a riduzioni di stipendi e ulteriori peggioramenti delle condizioni di lavoro e di vita delle persone;
    le gare al massimo ribasso, non solo nel privato ma anche nel pubblico, le delocalizzazioni «selvagge» e le procedure di dumping sui mercati esteri stanno mettendo in ginocchio un settore presso il quale operano migliaia di persone, con forte presenza di giovani e donne, su tutto il territorio nazionale;
    nello specifico della crisi Almaviva va sostenuta con forza la riapertura di un tavolo di trattativa che parta dal presupposto che vanno garantite le condizioni contrattuali vigenti al momento del licenziamento e che a questi lavoratori si applica l'articolo 18 come vigente prima della riforma,

impegnano il Governo:

   ad assumere iniziative per incentivare il processo di internalizzazione dei lavoratori nelle aziende committenti, al fine di dare una risposta concreta e garantire stabilità e salari dignitosi;
   a porre in essere ogni iniziativa di competenza finalizzata a rivedere la disciplina del massimo ribasso nelle gare di appalto;
   ad assumere iniziative per prevedere che l'importo degli ammortizzatori sociali sia erogato ai committenti sotto forma di sgravi fiscali, incentivando l'incremento del numero di lavoratori in azienda, anche prevedendo, d'intesa con le regioni interessate, riduzioni dell'Irap;
   ad assumere iniziative per prevedere che le stazioni appaltanti pubbliche riportino in house le commesse in outsourcing, con il contestuale riconoscimento di titoli validi ai fini dei concorsi pubblici per tutti quei lavoratori presenti nelle relative commesse pubbliche;
   ad assumere iniziative per garantire il diritto dell'utente di conoscere il Paese dove sia fisicamente collocato l'operatore e poter scegliere che il servizio sia reso tramite operatore collocato in Italia o Paese membro dell'Unione europea e, a tal fine, a modificare l'articolo 24-bis del decreto-legge n. 83 del 2012 al fine di:
    a) stabilire per l'utente la possibilità di scegliere l'operatore in Italia in via prioritaria;
    b) prevedere che l'impresa che eroga il servizio lo svolga attraverso il 50 per cento degli operatori impiegati in Italia e il 50 per cento degli operatori impiegati in Paesi dell'Unione europea;
   ad assumere iniziative per apportare modifiche alla direttiva del Ministero dello sviluppo economico 25 novembre 2015 che ha stabilito la «revoca dei contributi e benefici alle imprese che entro 3 anni dalla concessione dei suddetti delocalizzano in uno Stato extra Unione europea riducendo il personale di almeno il 50 per cento» in modo tale da prevedere che la revoca e la restituzione dei contributi concessi avvenga sia per delocalizzazioni in Paesi dell'Unione europea che in Paesi extra Unione europea, disponendo, altresì, l'ampliamento del termine previsto di 3 anni eccessivamente esiguo e sopprimendo la percentuale del 50 per cento di riduzione del personale per l'applicazione della revoca dei benefici alle imprese;
   ad assumere iniziative, anche normative, per prevedere che nel subentro dell'appalto sia previsto l'obbligo del mantenimento delle garanzie contrattuali, salvaguardando i trattamenti economici e normativi previsti dai contratti collettivi nazionali, territoriali ed aziendali vigenti alla data del trasferimento da parte dell'appaltatore subentrante;
   ad assumere iniziative per prevedere l'aumento della durata della «NASPI», nonché la rivalutazione dell'importo, in maniera tale da garantire l'80 per cento del netto dello stipendio percepito senza l'applicazione della cassa di solidarietà;
   ad assumere iniziative per garantire la riqualificazione professionale al fine di consentire, alle lavoratrici e lavoratori dipendenti delle imprese operanti nel settore dei call center, che le competenze acquisite possano essere effettivamente spendibili nel contesto lavorativo, anche attraverso apposite certificazioni e corsi per professioni emergenti con possibilità di scelta in relazione alle proprie qualità, preferenze e capacità;
   ad assumere le iniziative di competenza al fine di favorire la riapertura delle trattative con Almaviva allo scopo di garantire alle lavoratrici e lavoratori la riassunzione senza soluzione di continuità e le condizioni contrattuali precedenti al licenziamento in ordine alla mansione svolta, all'anzianità di servizio, al livello, all'orario e ad ogni altra specifica caratteristica legata al contratto, nonché il mantenimento dell'articolo 18 dello statuto dei lavoratori ante riforma.
(7-01172) «Placido, Ricciatti, Scotto, Airaudo, Martelli, Ferrara, Fassina, Duranti, Carlo Galli, Costantino, Kronbichler».