• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/06900 MANGILI, SERRA, SCIBONA, PUGLIA, DONNO, CAPPELLETTI, MORRA, LEZZI, BUCCARELLA, PAGLINI, GAETTI, MARTELLI, SANTANGELO - Ai Ministri delle infrastrutture e dei trasporti e dell'economia e...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-06900 presentata da GIOVANNA MANGILI
giovedì 26 gennaio 2017, seduta n.749

MANGILI, SERRA, SCIBONA, PUGLIA, DONNO, CAPPELLETTI, MORRA, LEZZI, BUCCARELLA, PAGLINI, GAETTI, MARTELLI, SANTANGELO - Ai Ministri delle infrastrutture e dei trasporti e dell'economia e delle finanze - Premesso che, a quanto risulta agli interroganti:

in data 22 gennaio 2017 sul quotidiano on line "ilgiorno" è stato pubblicato un articolo dal seguente contenuto: «Il cantiere è fermo, ma Pedemontana si muove: nei giorni scorsi ha portato a casa la dichiarazione di pubblica utilità da parte del Cipe, che consente alla società di godere per altri 7 anni (dopo i 7 scattati nel 2009) del diritto di esproprio sui terreni e gli edifici incontrati lungo il suo tracciato. (...) Sulla carta, per realizzare tutta Pedemontana servono circa 10 milioni di metri quadrati (circa 10 volte l'Expo di Milano), di cui 4 milioni e 450mila per la strada, 3 milioni e 200mila per le mitigazioni ambientali circostanti e 2 milioni e 350mila per le compensazioni ambientali. Complessivamente sono coinvolte 10mila proprietà, tra costruite e non edificate. Ad oggi, circa settemila persone sono ancora in attesa di capire cosa succederà e quindi interessate dalla proroga. Il valore complessivo degli espropri per il piano economico finanziario del 2009 era di circa 700 milioni. Finora però è stato realizzato solo il 30 per cento del tracciato, che corrisponde a circa il 25 per cento del "peso" dell'opera considerato che la parte più impegnativa riguarda l'attraversamento della Brianza, densamente urbanizzata nelle tratte B2 e C. L'attraversamento della Brianza vale infatti circa il 50 per cento dell'opera: nel progetto solo qui Pedemontana è a tre corsie, quindi almeno 5 milioni di metri quadrati sono in questa provincia. In Brianza inoltre sono rimasti gli espropri più pesanti. Complessivamente su tutta l'opera gli stabili di cui era previsto l'esproprio erano 71, dei quali 24 industriali o commerciali e 47 residenziali. Di questi, 11 edifici industriali sono in provincia di Monza e Brianza. (...) Gli edifici residenziali sono circa 25: di questi alcuni sono stati acquistati, altri ancora no. L'esproprio dei 71 edifici era considerato attività prioritaria da completare prima dell'inizio dei lavori nel 2010-2011, per dare il tempo agli espropriati di ricollocarsi»;

precedentemente, ovvero in data 13 gennaio 2017, sul sito "trasportoeuropa" veniva pubblicato quanto segue: «Il Governo nel 2017 ha concesso gli aumenti dei pedaggi alle società autostradali e la Pedemontana Lombarda incrementa i costi dello 0,90 percento. Difficili le previsioni sulla fine dei lavori, ma i vertici della società dichiarano la volontà di ultimare l'opera. Nel luglio 2016, un comunicato dell'Autostrada Pedemontana Lombarda annunciava importanti cambiamenti e innovazioni, fra cui la riduzione del costo dei pedaggi e l'incremento di informazioni e trasparenza relative all'andamento dei lavori. Nonostante le offerte del periodo estivo (prorogate fino al 31 marzo 2017), che prevedevano uno sconto del 50 percento sui pedaggi a coloro che utilizzavano un metodo di pagamento automatico e superavano una soglia mensile, con l'inizio dell'anno nuovo anche la Pedemontana ha provveduto ad aggiornare le proprie tariffe. Il rincaro è pari all'inflazione programmata, cioè lo 0,90 percento. Nel tratto di 19 km che collega l'interconnessione A8/A36 con l'interconnessione A9/A36 (da Cassano Magnago provincia di Varese) a Lomazzo (provincia di Como), il pedaggio per veicoli merci leggeri è passato così a 3,93 euro, mentre quelli più pesanti pagano ben 5,87 euro. L'autostrada Pedemontana Lombarda è una delle infrastrutture italiane per la cui conclusione rimane difficile stabilire una data precisa, sia per l'imponenza dell'opera, che per il reperimento di fondi. Questo è quanto emerge anche dalle recenti dichiarazioni rilasciate al Corriere della Sera dall'ex magistrato di "mani pulite" Antonio Di Pietro, nominato presidente di Pedemontana Lombarda nell'estate del 2016. Secondo l'ex ministro dei Trasporti, il progetto doveva essere pensato diversamente, perché oggi appare eccessivo, ma l'autostrada deve essere ultimata poiché costerebbe molto di più non realizzarla. Inoltre, il fondo di garanzia approvato dalla regione Lombardia (415milioni di euro) dovrebbe essere l'incentivo per banche e investitori privati a credere nell'opera, tanto che la Bei (Banca Europea per gli Investimenti) - su richiesta inoltrata dello stesso Di Pietro - ha deciso di aprire una procedura per valutare lo stato dell'arte della nuova autostrada. Questa infrastruttura ha l'obiettivo di velocizzare gli spostamenti nell'area nord di Milano, interessando le provincie di Varese, Como e Bergamo. I tratti mancanti - da Cesano Maderno (MB) a Osio Sotto (BG) - rappresentano quasi tre quarti dell'intero progetto, a cui si deve aggiungere il completamento delle tangenziali di Varese e Como, arterie fondamentali per collegare la Svizzera e tutta l'area nord lombarda con la bergamasca. Due direttrici connesse alla Pedemontana, pensate per evitare il trafficato nodo della città di Milano e agevolare il trasporto merci su gomma lungo l'asse Europa-Italia. Ma sono proprio le due tangenziali a scatenare le proteste più vibranti. Entrambe sono soggette al pagamento di pedaggio e la tangenziale di Varese dal primo gennaio 2017, si è adeguata agli incrementi concessi dal Governo, fissando in 1,92 euro il costo per il transito dei mezzi pesanti. "Una beffa. Chiediamo da settimane un incentivo sui pedaggi a beneficio delle imprese e del sistema economico nel suo complesso, affinché il traffico pesante e quello commerciale possano liberare le strade provinciali, sempre più affollate e impraticabili. Il problema riteniamo sia da attribuire al costo del pedaggio, troppo elevato rispetto allo stato di avanzamento dell'autostrada e delle tangenziali; problema ulteriormente aggravatosi alla luce dell'aumento scattato dal primo di gennaio", ha dichiarato a TrasportoEuropa Davide Galli, presidente di Confartigianato Varese»;

già, in data 23 dicembre 2016, sul quotidiano "ilgiorno" veniva riportata la posizione assunta da "Legambiente" sulla Pedemontana lombarda, in particolare: «Legambiente bacchetta la Regione dopo il via libera dell'aula a una spesa di 450 milioni in vent'anni di garanzia della "bancabilità" di Pedemontana, resa necessarie dalla fuga del traffico e dai minori introiti dai pedaggi. "L'ultimo piano finanziario, approvato dal Cipe nel 2014, non prevedeva anche una garanzia rischio traffico per la realizzazione della Pedemontana - dice Dario Balotta, responsabile trasporti di Legambiente Lombardia -. Tra l'altro il nuovo contributo fa superare il massimo di legge del 50 per cento di aiuto pubblico e dovrebbe, in questo caso, rendere l'opera pubblica. Il piano approvato dal Cipe invece prevedeva che il capitale sociale salisse da 536 a 850 milioni. Considerato che ne sono stati versati meno di 300, ne mancano all'appello oltre 500 e ciò rende la concessionaria inadempiente. La Regione, che detiene oltre l'80 per cento delle azioni di Pedemontana, avrebbe dovuto avere già versato, attraverso Serravalle, la differenza di oltre 500 milioni di capitale sociale, ma non l'ha fatto. E non lo può fare perché Serravalle quei soldi non li ha". "Se quei 500 milioni fossero stati nelle casse di Pedemontana avrebbero attivato il contributo pubblico residuo di 250 milioni e con quelle risorse si sarebbe potuto proseguire l'opera, almeno nella Brianza - conclude Balotta -. Questa è una inadempienza gravissima, sufficiente a far revocare la concessione e fermare questo accanimento terapeutico pagato dai cittadini. Tra l'altro, la nuova garanzia di 450 milioni non basta a sostenere oltre 2 miliardi di finanziamento bancario, perché ci si deve mettere anche il capitale sociale. Quindi la Regione si starebbe impegnando in realtà per un miliardo di euro"»;

considerato che sulla vicenda relativa alla realizzazione della Pedemontana lombarda la prima firmataria del presente atto di sindacato ispettivo ha presentato l'interrogazione 4-06507, che ad oggi ha non ricevuto risposta,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti esposti;

se non ritengano che la dichiarazione di pubblica utilità da parte del Cipe, relativamente al diritto di esproprio sui terreni e gli edifici incontrati lungo il tracciato della Pedemontana lombarda, non leda il godimento del diritto alla proprietà privata, riconosciuta e garantita dall'articolo 42 della Costituzione italiana;

quali siano le reali esposizioni in termini di spesa, a carico delle casse dello Stato, per portare a termine l'opera infrastrutturale, anche in considerazione delle risorse stanziate dalle Regioni interessate;

se le misure poste in essere per la realizzazione della Pedemontana lombarda non costituiscano l'ipotesi di aiuti di Stato, che potrebbero essere oggetto in futuro di procedure di infrazione da parte della Commissione europea, e, in caso affermativo, quali iniziative di competenza intendano adottare al riguardo.

(4-06900)