Testo DDL 2509
Atto a cui si riferisce:
S.2509 Istituzione della Giornata del Mediterraneo
Senato della Repubblica | XVII LEGISLATURA |
COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 3 AGOSTO 2016
Istituzione della Giornata del Mediterraneo
Onorevoli Senatori. -- Il Mare Mediterraneo è un'area che, nonostante le difficoltà e le incomprensioni che oggettivamente continuano ad attraversarla, ha tutte le potenzialità per essere un fattore di pace, stabilità e dialogo tra religioni e culture. Nell'attuale fase storica ciò può apparire come un paradosso perché in Siria, in Iraq, in Libia, in Terra Santa, in Egitto e perfino in Turchia, tradizionale baluardo della Nato a oriente, sono in corso pur a diversi livelli crisi politiche, tensioni militari e contrasti interreligiosi. Su tutto poi è emersa la violenza ormai senza confini del terrorismo e del fondamentalismo islamico del cosiddetto «stato islamico».
Oggi più che mai e necessario avere, quindi, la consapevolezza che proprio nell'area del Mediterraneo -- su cui si affacciano popoli dell'Europa, del Nord Africa, dei Balcani e del Medio Oriente -- si gioca una partita fondamentale per contrastare la strategia di destabilizzazione internazionale portata avanti dal fanatismo criminale dello «stato islamico» che si accanisce in particolare su civili inermi per alimentare odio e guerre. à necessario un grande sforzo collettivo da parte della comunità internazionale, con un ruolo fondamentale per gli Stati mediterranei, per vincere la sfida della pace e della sicurezza.
Quanto appena espresso può apparire -- in un'epoca cosi complessa e purtroppo sempre più spesso drammatica -- come utopistico. Ma credere nella cooperazione mediterranea è un dovere, peraltro suggerito dalla storia perché nel corso dei secoli, nonostante guerre e scontri, il Mare Nostrum è stato anzitutto il luogo privilegiato dell'incontro tra culture e religioni diverse. Oggi più che mai, in una fase storica segnata da reciproche diffidenze e incomprensioni tra Occidente e Oriente, tra Europa e mondo arabo, è necessario che tutti i Paesi mediterranei si uniscano nel tentativo di superare le divisioni.
Il ruolo dell'area del Mediterraneo è sottolineato da una cruciale risoluzione, pubblicata il 28 marzo 2007, della III Commissione permanente dell'Assemblea parlamentare del Mediterraneo (APM), l'organizzazione internazionale cui partecipano i rappresentanti dei Parlamento di 27 Stati membri, la quale afferma che:
-- è giunto il tempo di promuovere e rafforzare il dialogo interculturale che è particolarmente necessario tra i popoli mediterranei. Da questo punto di vista i parlamentari, come rappresentanti dei popoli della regione, devono agire sul fronte della promozione di un dialogo che però non deve essere limitato solo a loro;
-- il dialogo tra le civiltà e le religioni, che è la base per comprendere le sfide che ci si pongono davanti e che è finalizzato a promuovere il ruolo delle donne e dei giovani nelle società del Mediterraneo.
Proprio questo è peraltro lo spirito costruttivo alla base di una recente e fondamentale risoluzione (la n. 2231 del 2008) approvata il 10 settembre dal Parlamento europeo. Essa afferma con decisione il bisogno di valorizzare «la centralità che assume il bacino mediterraneo e i crescenti interessi comuni tra l'Unione europea e i Paesi partner di fronte alle sfide della globalizzazione e della convivenza pacifica e, di conseguenza, la necessità di garantire maggiore coesione regionale e lo sviluppo di una comune strategica politica nell'area». Non bisogna inoltre dimenticare come, in base a quanto affermato dalla citata risoluzione del Parlamento europeo, siano altrettanto importanti da una parte il ruolo della «cooperazione nell'ambito ecologico e climatico tra i Paesi del Mediterraneo», dall'altra la constatazione che «la pace e la stabilità politica nel Mediterraneo sono fondamentali per la sicurezza collettiva e individuale ben al di là delle sponde di tale mare». Perché tutto ciò avvenga è necessario, oltre a una vera convinzione ideale dei governi interessati, anche che «la quota di finanziamento dell'Unione europea ai progetti mediterranei (.,.) debba essere assicurata senza pregiudizio per i programmi regionali euro-mediterranei in atto o previsti».
Sono passati quasi dieci anni da quando i citati documenti sono stati varati. Certamente i tempi sono cambiati da allora e il mondo ha conosciuto una serie impressionante di mutamenti. Eppure la loro lettura mantiene un significato importante nel momento in cui, di fronte agli orrori e alle sofferenze attuali causate dalla violenza disumana che colpisce la «comunità mediterranea», abbiamo bisogno di trovare dei punti di riferimento. Come affermato dall'Assemblea parlamentare del Mediterraneo dopo gli ultimi accadimenti, l'impegno deve essere di «continuare a lavorare attraverso la diplomazia parlamentare e in cooperazione con il Consiglio di sicurezza dell'ONU per supportare tutte le iniziative finalizzate a promuovere il rispetto della legge e delle risoluzioni delle Nazioni Unite». Bisogna difendere, come detto al Meeting di Rimini del 2015 dal Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale italiano, il pluralismo mediterraneo, inteso come mix di culture e religioni, nella certezza che in questo modo si possano creare «anticorpi» alla violenza religiosa e settaria.
Che il Mediterraneo abbia un ruolo così importante è d'altronde dimostrato in modo chiaro dal moltiplicarsi di qualificate iniziative politiche -- sia parlamentari che intergovernative -- volte a sviluppare il dialogo tra le sponde del Mare Nostrum:
-- la già citata Assemblea parlamentare del Mediterraneo che riunisce i rappresentanti delle varie assemblee elettive del bacino articolandosi in tre commissioni permanenti e che ha ricevuto significative e solenni parole di elogio da parte del cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano il quale, nel corso di un recente incontro con i suoi rappresentanti, l'ha definita come «un'istituzione giovane, ma che ha già compiuto un percorso significativo». Tra gli scopi dell'APM, il cardinal Bertone ha evidenziato soprattutto il seguente: «Sviluppare gli scambi culturali, sociali ed economici (...) al fine di consolidare nella regione la democrazia e il rispetto dei diritti umani»;
-- il Processo di Barcellona del 1992 in seguito al quale è nata l'Assemblea parlamentare euromediterranea e che in prospettiva futura dovrebbe portare alla nascita di una grande area di libero scambio euromediterranea;
-- l'Unione per il Mediterraneo, iniziativa francese avviata nellâestate del 2008 che vuole essere un luogo d'incontro tra i governi del Mare Nostrum e che sembra in grado di contribuire a due scopi essenziali: offrire alla dimensione mediterranea del vecchio continente una nuova centralità nell'ambito della politica estera comune dell'Unione europea, e bilanciare l'attenzione alla dimensione orientale di una Unione europea ormai allargatasi ai Paesi confinanti con la Russia e con la strategica regione del Caucaso.
Volendo fare un bilancio della situazione attuale, se è vero che iniziative come quelle appena citate sono positivi esempi d'integrazione euromediterranea, lo è altrettanto che resta ancora molto da fare soprattutto a livello di consapevolezza, da parte della società civile, sull'importanza di esaltare la nostra dimensione mediterranea. Purtroppo, anche a causa di indubbi e oggettivi problemi di comunicazione tra religioni e culture che sono quanto mai attuali nell'odierna fase storica, a prevalere nei rapporti tra i popoli mediterranei è soprattutto un senso di reciproca diffidenza. Eppure proprio la comune appartenenza al Mare Mediterraneo, luogo che nel corso dei millenni ha fatto incontrare e sviluppare nuove civiltà , dovrebbe invece rappresentare un fattore di unione e prosperità .
Il Mare Mediterraneo ha sempre avuto un ruolo determinante nella storia italiana. Nessun Paese può effettivamente definirsi più «mediterraneo» rispetto all'Italia che ha più di seimila chilometri di coste e che rappresenta, nel vero e proprio senso del termine, un «ponte» di collegamento tra Europa occidentale, Balcani, Medio Oriente e Nord Africa. Per questo è doveroso che proprio il nostro Paese, in stretto coordinamento con le altre grandi nazioni mediterranee dell'Unione europea, dalla Spagna alla Francia, dalla Germania alla Grecia, assuma sempre più un ruolo trainante nella proiezione mediterranea verso l'Egitto, la Turchia, la Libia e tutti gli altri Paesi -- sia arabi che balcanici affacciati sul Mare Nostrum.
Oggi l'Italia può avere un ruolo decisivo, grazie anche all'importante contributo proveniente dal suo Parlamento mentre si sta affermando un nuovo tipo di guerra in modo insidioso combattuta dai cosiddetti «foreign fighters», oggi calcolati in circa 40.000.
à proprio in tale contesto e con il dichiarato scopo di favorire tra gli italiani la consapevolezza di quanto decisiva sia l'appartenenza del nostro Paese alla «comunità mediterranea» che il presente disegno di legge propone -- peraltro in analogia con quanto auspicato all'unanimità nella sessione plenaria dell'APM svoltasi nel Principato di Monaco dal 13 al 15 novembre 2008 -- che in tutti i Paesi rivieraschi venga istituita, una volta all'anno in occasione del 21 marzo, la «Giornata del Mediterraneo».
L'articolo 1 del presente disegno di legge evidenzia in modo chiaro gli scopi di tale iniziativa:
-- ricordare il determinante ruolo avuto dal Mare Mediterraneo nella storia italiana, favorendone lo studio;
-- affermare l'importanza politica ed economica che, nell'attualità , la dimensione mediterranea continua ad avere per l'Italia;
-- evidenziare in particolare il ruolo del mar Mediterraneo come luogo di incontro e dialogo tra culture e religioni e come luogo di affermazione dei diritti umani e della parità tra i sessi.
Tali scopi si concretizzano attraverso l'organizzazione di manifestazioni ed eventi, così come tramite l'organizzazione del Forum plenario sul dialogo euromediterraneo con la presenza degli ambasciatori di tutti i Paesi accreditati presso la Repubblica italiana che partecipano all'Assemblea parlamentare euromediterranea, all'APM e all'Unione per il Mediterraneo.
L'articolo 2 prevede l'istituzione, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, di un premio dedicato a personalità della cultura, della religione e del mondo intellettuale distintesi per un incessante impegno a favore del dialogo euromediterraneo. Di uguale (se non perfino superiore) importanza è anche la previsione di un secondo premio dedicato agli studenti laureatisi con tesi riguardanti i molteplici aspetti del Mare Mediterraneo. Un modo, quest'ultimo, che secondo i presentatori del presente disegno di legge sarebbe il più utile e concreto per spingere i giovani italiani, che sono il futuro del nostro Paese, a valorizzare sempre di più e in modo davvero consapevole il ruolo di dialogo e di pace del Mare Nostrum.
L'articolo 3 detta le modalità organizzative dei premi e stabilisce che i componenti delle giurie non riceveranno alcun compenso ad eccezione delle eventuali spese documentate connesse all'espletamento del loro prestigioso incarico.
DISEGNO DI LEGGE
Art. 1.
(Istituzione della Giornata del
Mediterraneo)
1. à istituita la «Giornata del Mediterraneo» da celebrare il 21 marzo di ogni anno.
2. In occasione della celebrazione della Giornata di cui al comma 1 le istituzioni organizzano, nell'ambito delle risorse economiche e strumentali disponibili, manifestazioni ed eventi al fine di:
a) ricordare il determinante ruolo avuto dal Mare Mediterraneo nella storia italiana;
b) affermare l'importanza politica ed economica che, nell'attualità , la dimensione mediterranea continua ad avere per l'Italia;
c) evidenziare, in particolare nei confronti dei giovani, il ruolo del Mare Mediterraneo come luogo di incontro e dialogo tra culture e religioni e come luogo di affermazione dei diritti umani e della parità tra i sessi.
3. In occasione della Giornata di cui al comma 1, la Presidenza del Consiglio dei ministri promuove e organizza un incontro, denominato «Forum plenario sul dialogo euromediterraneo», relativo alle tematiche di cui al comma 2. Al suddetto Forum partecipano gli ambasciatori accreditati presso la Repubblica italiana dei Paesi membri dell'Assemblea parlamentare euromediterranea, dell'Assemblea parlamentare del Mediterraneo e dell'Unione per il Mediterraneo.
Art. 2.
(Istituzione di premi)
1. In occasione della celebrazione della Giornata di cui all'articolo 1 sono istituiti, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, due premi destinati, rispettivamente, a:
a) intellettuali, docenti universitari, scrittori, giornalisti di chiara fama, personalità religiose e del mondo culturale che, nel corso dell'anno precedente la suddetta celebrazione, abbiano effettuato pubblicazioni di particolare valore su tematiche politiche, economiche, culturali, religiose, storiche e sociali legate al Mediterraneo o che abbiano apportato un particolare e qualificato contributo al dialogo tra le culture e le religioni presenti nei Paesi mediterranei e all'affermazione, nei medesimi Paesi, dei diritti umani e della parità tra uomini e donne;
b) studenti laureati alla fine del biennio di specializzazione nell'anno accademico precedente la suddetta celebrazione con tesi riguardanti gli aspetti politici, economici, culturali, sociali, religiosi, di tutela dei diritti umani e di parità di trattamento tra uomini e donne nei Paesi mediterranei.
Art. 3.
(Modalità organizzative e spese)
1. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, da adottare entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono determinate le modalità di organizzazione dei premi di cui all'articolo 2 e i criteri di composizione delle rispettive giurie.
2. I componenti delle giurie di cui al comma 1 non ricevono alcun compenso ad eccezione del rimborso delle spese relative al trasferimento e all'alloggio effettuate per l'espletamento dell'incarico e documentate.