Testo della risposta
Atto a cui si riferisce:
S.4/00910 ROSSI Gianluca, ZANDA, CARDINALI, GINETTI, GOTOR - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dello sviluppo economico - Premesso che:
la Acciai speciali Terni (AST) è uno...
Atto Senato
Risposta scritta pubblicata nel fascicolo n. 018
all'Interrogazione 4-00910
Risposta. - Il Ministero segue le vicende della "Acciai speciali Terni - AST", da ben prima che questo importante stabilimento italiano fosse acquisito da ThyssenKrupp e, in più occasioni, è stato determinante nell'evitare che le difficoltà si trasformassero in crisi irreversibili.
Un momento molto critico è stato senza dubbio anche quello che ha coinvolto AST nel processo di dismissione della produzione di acciai speciali (raggruppata nella subholding "Inoxium") messo in atto nel 2010 da ThyssenKrupp.
Come noto, l'acquisizione assai onerosa di Inoxium ha visto prevalere "Outokumpu", ovvero la principale concorrente europea della casa tedesca.
Con questa acquisizione, Outokumpu si è trovata in posizione dominante sul mercato europeo (con oltre il 50 per cento), ma non su quello mondiale, dove occupa una quota attorno al 20 per cento. La posizione dominante di Outokumpu ha indotto la Commissione europea per la concorrenza a richiedere alla casa finlandese la cessione di alcuni asset, fra i quali il più importante è senza dubbio AST. La procedura di cessione è stata avviata nel mese di novembre 2012 e, a partire da quella data, è stato prescritto ad Outokump" di portarla a compimento entro i successivi 6 mesi.
Molte sono state le manifestazioni di interesse, ma poche società hanno formulato, al momento opportuno, un'offerta vincolante. Fra queste va citata certamente "Aperam" che, in accordo con due importanti gruppi siderurgici italiani (Marcegaglia ed Arvedi), ha formulato un'offerta economica corredata da un piano industriale. Aperam, controllata da componenti della famiglia indiana Mittal, è anche un'impresa industriale che detiene, prima dell'acquisizione di AST, una quota attorno al 15 per cento del mercato europeo dell'acciaio inossidabile: tale quota, sommata alla capacità produttiva della nuova acquisizione, la porterebbe verso un market share di circa il 25 per cento.
Outokumpu ha però valutato non adeguate (principalmente per ragioni strettamente economiche) le offerte ricevute e, mentre continua a confrontarsi con più soggetti, ivi compresi anche i fondi di investimento, ha richiesto continui spostamenti del termine iniziale di 6 mesi entro il quale concludere la cessione. Si è così creata una situazione assai critica dal momento che AST si trova continuamente in uno stato di incertezza nell'ambito di un mercato già di per sé difficile e non bastano, a questo proposito, le continue rassicurazioni della proprietà finlandese sul rispetto degli obblighi imposti dalla Commissione europea a garantire sostegno finanziario e a non interferire sulla azione commerciale della azienda ternana.
È evidente che AST è nella pratica impossibilità di svolgere adeguate e autonome iniziative per fare investimenti, acquisire nuove quote di mercato e adeguare la propria struttura organizzativa.
Per queste ragioni il Governo italianoè più volte intervenuto in tutte le sedi ed ai diversi livelli dell'Unione europea con una costante azione finalizzata a sollecitare la conclusione di un'operazione che sta creando molti problemi ad una parte molto importante della nostra siderurgia. In questo contesto il Governo ha ricordato nelle forme adeguate la necessità non solo che la vendita sia effettuata senza ulteriore indugio, ma ha indicato l'auspicio che avvenga in favore di una realtà industriale, possibilmente europea, che possa favorire un consolidamento della nostra industria siderurgica, già esposta alla competizione molto aggressiva dei produttori asiatici.
Nei recentissimi incontri con i vertici della Comunità europea, il Presidente del Consiglio dei ministri e il Ministro dello sviluppo economico sono tornati a richiamare la necessità che Outokumpu concluda la vendita ed espliciti le ragioni dei continui rinvii; il presidente della Commissione europea ha confermato l'impegno a favorire una rapida soluzione. È evidente che in mancanza di fatti concludenti, il Governo italiano solleverà la questione in modo sempre più energico, dal momento che il nostro Paese non può permettere che AST, un'impresa di grande valore economico e strategico, sia logorata da un comportamento non accettabile e determinato da scelte che hanno fin qui coinvolto aziende di altri Paesi.
DE VINCENTI CLAUDIO Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico
21/10/2013