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Atto a cui si riferisce:
C.4/02166 la regione Piemonte è una delle zone geografiche di maggior produzione vitivinicola nell'intera Unione europea, con oltre 46.000 ha vitati e 2.300.000 ettolitri di vino prodotti nel solo anno...



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Lunedì 17 febbraio 2014
nell'allegato B della seduta n. 175
4-02166
presentata da
COSTA Enrico

Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, si evidenzia che la materia vitivinicola è specificatamente disciplinata dai regolamenti CE n. 1234 del 2007 e n. 607 del 2009 nonché dalla normativa nazionale attuativa di cui al decreto legislativo n. 61 del 2010 e al decreto ministeriale 13 agosto 2012 che stabiliscono precise regole obbligatorie per gli operatori anche in relazione all'utilizzo in etichettatura delle cosiddette «indicazioni libere». In particolare, il decreto richiamato detta le condizioni per evitare che il consumatore sia tratto in inganno per quanto concerne sia le denominazioni delle DOP ed IGP che i nomi delle menzioni tradizionali protette.
Inoltre, la direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio n. 2000/13/CE, concernente l'etichettatura e la presentazione dei prodotti alimentari nonché la relativa pubblicità, consente di riportare in etichetta, oltre alle indicazioni obbligatorie, anche i marchi commerciali e tutte le possibili informazioni rivolte al consumatore, purché siano conformi alla legge ed in ogni caso veritiere e documentabili.
A tali regole, si aggiungono anche i disciplinari di produzione dei vini a DOP (DOCG e DOC) ed IGP (IGT), i quali, al fine di tutelarne la qualità, stabiliscono requisiti rigorosi per le uve, i mosti ed i vini al fine di poter conservare nel tempo il riconoscimento della denominazione o indicazione d'origine protetta e le relative indicazioni in etichetta.
Le predette norme, inoltre, consentono di tracciare, dal vigneto alla cantina, i prodotti in esame e di conseguenza permettono di tutelare la correttezza delle transazioni commerciali al fine di salvaguardare i consumatori da possibili fenomeni fraudolenti.
In tale contesto agiscono tutti gli organi di controllo del settore, tra cui l'ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari, ai quali spetta il compito di verificare l'osservanza delle norme citate applicando, in caso di illeciti o illegalità, le corrispondenti sanzioni anche d'importo elevato come previsto dal legislatore a tutela di uno dei settori più importante della nostra produzione agroalimentare.
L'attività di controllo è un fattore decisivo nelle politiche di sviluppo del comparto, per il concreto apporto di affidabilità e sicurezza del sistema agroalimentare nazionale, in un'ottica di trasparenza, conoscibilità e competitività del sistema produttivo.
L'attenzione verso il settore vitivinicolo di qualità è, pertanto, doverosamente costante perché contribuisce al successo nel mondo del made in Italy, e rilevanti sono i risultati assicurati dall'ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari nella lotta alla contraffazione dei prodotti, condotta in conformità con le norme vigenti, improntando i controlli sulle imprese secondo procedure prestabilite atte a garantirne l'imparzialità, l'equità e la correttezza.
L'attività dell'ispettorato è impostata sulla base delle linee guida generali e delle priorità della programmazione annuale che sul territorio è articolata in funzione delle specificità e secondo l'analisi del rischio su fattori oggettivi, quali la rilevanza economica dei settori merceologici, le caratteristiche dell'organizzazione produttiva e commerciale delle differenti filiere, i flussi di introduzione dei prodotti da Stati membri e da Paesi extracomunitari, l'andamento delle produzioni e dei prezzi di mercato e i dati sugli illeciti storicamente accertati.
L'andamento dei controlli espletati è monitorato sistematicamente per una valutazione operativa sia in fase di svolgimento che dopo l'acquisizione dei risultati complessivi. Dai dati del monitoraggio sulle ispezioni svolte nei primi sei mesi del 2013, risulta, ad esempio, che su tutto il territorio nazionale ne sono state eseguite 12.784 ossia il 51 per cento di quelle programmate per l'intera annualità e che, nell'ambito del Piemonte, regione cui si riferisce l'interrogante, l'ufficio periferico di Torino ha effettuato 1.248 ispezioni sulle 2.235 in programma, confermando la percentuale di realizzazione dell'attività di tutte le altre zone produttive italiane.
Premesso quanto sopra, in relazione alla richiesta di avviare un confronto con i produttori, confermo la disponibilità degli uffici ministeriali ad accogliere iniziative specifiche in tal senso per incontri collaborativi e tavoli tecnici nell'ottica di una amministrazione partecipata e nel comune obiettivo di difesa dei prodotti italiani e tutela dei consumatori.
Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali: Nunzia De Girolamo.