Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
Atto a cui si riferisce:
C.4/15548 il «piano di conservazione e gestione del lupo» voluto dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, ha ottenuto il primo via libera tecnico della Conferenza...
Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-15548presentato daZACCAGNINI Adrianotesto diLunedì 13 febbraio 2017, seduta n. 740
ZACCAGNINI. —
Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali
. — Per sapere – premesso che:
il «piano di conservazione e gestione del lupo» voluto dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, ha ottenuto il primo via libera tecnico della Conferenza Stato-regione. Si tratta di un piano che ha provocato forti reazioni da parte del mondo animalista e non solo in quanto, nell'ultima delle sue 22 «azioni», prevede la possibilità di abbattimento di esemplari di quella che è una «specie protetta»;
dopo che il 24 gennaio 2017 l'abbattimento selettivo del lupo aveva ricevuto un primo «ok» dalla Conferenza Stato-regioni, si è scatenata una vera e propria tempesta di proteste: petizioni, raccolte firme, appelli. E così alcune amministrazioni regionali hanno fatto marcia indietro sulle uccisioni. A Lazio e Puglia, contrarie da subito, si è aggiunto l'Abruzzo, mentre Friuli, Veneto, Piemonte, Liguria e Campania, in varia misura, hanno chiesto un ripensamento. Ad annunciarlo è stato il presidente della Conferenza Stato-regioni Stefano Bonaccini: «Chiederò a nome della conferenza delle Regioni di rinviare in Conferenza Stato-Regioni l'approvazione del Piano lupo e delle misure che ne conseguono. Vogliamo approfondire la discussione. Credo che il ministro Galletti lo consentirà. Ci sarà così il tempo per approfondire meglio dal momento che ci sono alcune misure che rischiano di non essere convincenti». Ed infatti la decisione è stata confermata. Da parte del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare – a quanto si è appreso – non ci sono state obiezioni. Il piano dovrebbe tornare all'esame della Conferenza il 23 febbraio 2017;
dai dati presentati a gennaio, dalla Lav, emerge un quadro preoccupante: secondo le stime, tuttavia sempre di difficile computo, i lupi uccisi illegalmente ogni anno oscillano tra il 10 e il 15 per cento della popolazione totale. Significa circa 300 lupi l'anno, uno ogni 29 ore. Un numero altissimo, che dimostra come il bracconaggio non sia stato in alcun modo arrestato e gli esperti sostengono che l'apertura agli abbattimenti non comporterebbe un ridimensionamento del fenomeno illegale, ma anzi lo sdoganamento culturale che è possibile abbattere il lupo, invece che proteggerlo. Le modalità con cui i lupi vengono uccisi sono tutte cruente: dall'avvelenamento allo sparo, dallo strangolamento con lacci metallici alle ferite delle tagliole che portano alla morte. Senza citare le macabre esposizioni nei luoghi pubblici di parti di lupi asportate dopo l'uccisione;
gli abbattimenti selettivi sarebbero inutili per gli allevatori, dannosi per la specie e l'agricoltura e, soprattutto, pericolosi per i già malati ecosistemi italiani. Mentre il piano per la conservazione del lupo, sul quale la decisione è stata rimandata al 23 febbraio, contiene ottime misure preventive e in particolare pone l'accento sulle soluzioni dei cani randagi, la parte relativa all'abbattimento non sembra riscuotere consenso unanime nemmeno fra gli esperti;
il 5 per cento di abbattimenti andrebbe ad incidere su una mortalità che è già estremamente elevata e potrebbe rappresentare un pericolo concreto per la conservazione di una popolazione vitale. A differenza di quanto può avvenire in altre specie l'abbattimento dei lupi non può essere selettivo, in quanto ogni singolo individuo del branco ha un ruolo sociale molto preciso. La presenza di ognuno garantisce la sopravvivenza del branco stesso, pertanto andando a rimuovere un qualunque individuo si potrebbero generare squilibri e ripercussioni tanto sulla sopravvivenza del branco quanto sulla sua capacità riproduttiva, la quale, come avviene anche in altre specie in cui è presente una femmina alfa, come gli ungulati, potrebbe addirittura aumentare –:
se i Ministri interrogati alla luce di quanto descritto in premessa, non reputino di assumere iniziative per eliminare la parte riguardante gli abbattimenti controllati del lupo dal «piano di conservazione e gestione del lupo», mantenendo la parte restante del piano. (4-15548)