• Testo INTERPELLANZA

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Atto a cui si riferisce:
C.2/01662    in risposta all'atto di sindacato ispettivo 2/01068, il Sottosegretario per la giustizia Cosimo Maria Ferri, affermò «La Procura di Siena ha precisato, difatti, come alcun collegamento...



Atto Camera

Interpellanza 2-01662presentato daPESCO Danieletesto diMartedì 14 febbraio 2017, seduta n. 741

  I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della giustizia, il Ministro dell'interno, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
   in risposta all'atto di sindacato ispettivo 2/01068, il Sottosegretario per la giustizia Cosimo Maria Ferri, affermò «La Procura di Siena ha precisato, difatti, come alcun collegamento fosse emerso: tra il decesso del Rossi e i fatti di insider trading per i quali la procura della Repubblica di Siena procedeva nell'ambito del fascicolo a carico di Briamonte Michele, sottoposto a misura cautelare interdittiva; in relazione agli ipotizzati rapporti tra il Rossi ed il Ministero dell'Interno; in relazione all'asserito collegamento tra il Rossi e le società Mens Sana Basket S.p.A. e A.C. Siena S.p.A.», senza specificare la tipologia di collegamenti riscontrati, e comunque oggetto di quesiti al Ministro dell'interno, che non ha risposto in modo soddisfacente;
   Il Fatto Quotidiano pubblica il 9 dicembre 2016 l'articolo «Mps, morte di David Rossi: “Perizia ipotizza il suicidio del manager”» con le parole del legale della famiglia Rossi, secondo il quale la perizia «sposa l'ipotesi del suicidio, perché non sono state trovate evidenze della presenza di terze persone», seppur «esclude in modo categorico la dinamica per cui Rossi si sarebbe seduto sul davanzale della ginestra prima di cadere ed esclude che le lesioni nella parte anteriore del corpo siano state provocate dalla caduta». Concetti ribaditi da altre testate giornalistiche (Corsera «perché non c’è conferma che nell'ufficio della vittima ci fossero altre persone» – La Nazione «I dubbi derivano soprattutto dal fatto che le indagini non sono state condotte quando avrebbero dovuto esserle»;
   il 2 febbraio 2017 vengono presentate nuove istanze di parte dei legali della famiglia Rossi, che riporta AgenzialmPress.it, a firma C. Lamorte «Istanza per acquisire nuovi elementi – I fazzolettini rinvenuti con il sangue nell'ufficio di Rossi qualora non fossero andati distrutti, (...) i tabulati telefonici non in formato excel, eventuali video delle altre telecamere dentro e fuori Rocca Salimbeni e l'audio del 118. Sono gli elementi per i quali i legali difensori dei familiari dell'ex capo comunicazione di Mps hanno presentato istanza d'acquisizione. “La richiesta è stata fatta nel mese di dicembre ma ad ora non abbiamo ricevuto risposta”»;
   il giornalista d'Oltralpe Pierre Jovanovic, sul suo blog ha ricostruito con dovizia di particolari la vicenda. Oltre a quanto evidenziato nell'atto ispettivo citato cui il Governo ha risposto in modo non soddisfacente, dall'analisi di quanto pubblicato da Jovanovic, emergono ulteriori informazioni agghiaccianti. Dalle foto pubblicate, sono evidenti anomalie e incompatibilità con la ricostruzione effettuata dagli organi inquirenti: dalla ferita lacero-contusa del cranio, agli ematomi sugli arti, alla camicia di ottima fattura, lacerata e strappata. Il video pubblicato oltre a far scaturire interrogativi circa la sua origine, versione e perché esistano diverse versioni, evidenzia manomissione digitale dell'area relativa all'ingresso del vicolo, dove in più occasioni si scorgono ombre di soggetti che stazionano o si protendono verso il vicolo come a verificare le condizioni del Rossi; compaiono proiezioni di luci di stop e fari di svariati automezzi, tali da delineare la presenza di un veicolo parcheggiato davanti l'ingresso del vicolo, in un punto in cui risulta quantomeno sospetta la presenza, alla luce degli eventi;
   Montepaschi è coinvolta in diverse vicende quanto meno dubbie:
    a) acquisizione di Antonveneta, nulla secondo gli interpellanti in quanto caratterizzata da un vizio di autorizzazione, visto che il costo finale di circa 17 miliardi di euro è macroscopicamente difforme dal prezzo di acquisto di 9 miliardi originariamente autorizzato con delibera 154 del 17 marzo 2008 di Bankitalia a firma Mario Draghi;
    b) il verbale ispettivo di Bankitalia, e la «Nota di approfondimento trasmessa al Ministro dell'economia e delle finanze (...) in relazione all'audizione del 29 gennaio 2013, tenuta dal Ministro presso le Commissioni riunite Finanze di Camera e Senato» nei quali si contestavano numerose irregolarità e difficoltà patrimoniali, in seguito alle attività di vigilanza (L'Inkiesta, 26 gennaio 2013);
    c) dissimulazioni in bilancio causate dal « mandate agreement» del derivato Alexandria sottoscritto con Nomura (come evidenziato con evidenziato con l'interrogazione 4-10147 tuttora senza risposta) estinto anticipatamente con ulteriori passività per la banca su sollecitazione di Draghi, divenuto nel frattempo presidente della BCE, mentre doveva esserne fatta valere l'inefficacia per illiceità della causa, visto che conteneva accordi circa la dissimulazione di debiti all'interno dei bilanci di MPS;
   gli interpellanti non comprendono come sia possibile che la procura di Siena abbia potuto istruire di propria iniziativa un processo per «divulgazione dei dati personali costituiti dal contenuto delle mail in assenza di un consenso validamente espresso dall'interessato» contro la vedova Tognazzi e il giornalista Vecchi, quando la stessa ha richiesto l'archiviazione per il suicidio di Rossi, senza verificare le palesi anomalie riscontrate, al punto da rischiare una ulteriore archiviazione a distanza di 3 anni «perché non c’è conferma che nell'ufficio della vittima ci fossero altre persone», quando sarebbe bastato acquisire tutti i video di sorveglianza, e triangolare i telefoni dei presenti all'interno della banca con i soggetti palesemente apparsi nell'unico video recuperato, comunque manomesso in quanto incompleto;
   andrebbe approfondita la mancata raccolta di tutte le informazioni necessarie a dirimere le evidenti e palesi anomalie intercorse nelle indagini sulla morte di David Rossi, personaggio chiave del management di MPS, al fine di rassicurare i cittadini italiani dell'efficienza della giustizia italiana sanando situazioni che agli interpellanti appaiono, nei fatti, lesive dell'immagine di tutta la magistratura –:
   se intendano:
    a) adoperarsi, per quanto di competenza, affinché ogni elemento utile a chiarire la vicenda che sia in possesso del Governo sia fornito alla magistratura;
    b) valutare i presupposti per promuovere l'avvio di iniziative ispettive presso gli uffici giudiziari coinvolti;
    c) assumere iniziative di competenza per tutelare la nazione e la stabilità economica, oltre che i risparmi dei cittadini italiani truffati dalle vicende che hanno visto il crollo di ogni valore mobiliare connesso alla banca MPS, alla luce delle imposizioni patrimoniali che la BCE sta pretendendo dall'istituto, per il quale lo Stato sta intervenendo a proprie spese e a proprio rischio, a garanzia dei diritti costituzionali;
    d) verificare, per quanto di competenza, ogni collegamento di Mps è David Rossi con il Ministero dell'interno, alla luce sopra evidenziato.
(2-01662) «Pesco, Alberti, Tripiedi, Villarosa, Cominardi, Di Vita, Ciprini, Baroni, Dall'Osso, Brescia, Di Benedetto, Basilio, Lupo, De Lorenzis, Corda, D'Incà, Brugnerotto, Della Valle, Crippa, Castelli, D'Ambrosio, Nesci, Parentela, Massimiliano Bernini, Gagnarli, L'Abbate, Gallinella, Lorefice, De Rosa, Mannino, Daga, Terzoni, Carinelli, Del Grosso, Sibilia, Grande, Di Battista, Manlio Di Stefano, Spadoni, Sarti, Dadone, Chimienti, Petraroli».