• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/07014 DI BIAGIO - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro per i rapporti con il Parlamento - Premesso che: le dinamiche operative e funzionali che attualmente condizionano la...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-07014 presentata da ALDO DI BIAGIO
giovedì 16 febbraio 2017, seduta n.764

DI BIAGIO - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro per i rapporti con il Parlamento - Premesso che:

le dinamiche operative e funzionali che attualmente condizionano la Commissione per le adozioni internazionali (CAI) risultano essere da ormai 3 anni oggetto di approfondimento, denuncia e istanze di chiarimento, tanto in sede parlamentare, quanto nell'ambito dell'associazionismo familiare, in ragione delle evidenti e deprecabili compromissioni del regolamento interno della Commissione (di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 108 del 2007) e del corretto svolgimento del procedimento di adozione internazionale che le suddette dinamiche stanno inevitabilmente comportando;

nella seduta dello scorso 8 febbraio 2017, la II Commissione permanente (Giustizia) della Camera dei deputati ha presentato il documento conclusivo della "Indagine conoscitiva sullo stato di attuazione delle disposizioni legislative in materia di adozioni ed affido", che ha confermato le anomalie nel funzionamento della CAI e avanzato delle proposte relative a possibili riforme della legge, che regola le adozioni internazionali;

appare notorio, così come evidenziato in molteplici atti di sindacato ispettivo anche dall'interrogante, quale sia lo stato di compromissione e svilimento dello scenario entro il quale sono attuate le procedure di adozione e soprattutto il trend che negli ultimi tempi sembra condizionare l'intero comparto delle adozioni internazionali, con un vistoso contenimento statistico del numero di domande ed ingressi;

stando ai dati relativi alle adozioni internazionali presentati dalla Cai a maggio 2016, con notevole ritardo, riguardanti il biennio 2014/2015, venivano indicati per il 2015 ingressi in Italia per 2.216 minori, quasi il 50 per cento in meno in circa 4 anni. Questo dato, tra le altre cose, non è stato accompagnato dalla tradizionale analisi degli anni precedenti, che esplicitava, sia le provenienze dei minori, sia la loro età e tante altre informazioni che rendevano lo strumento del rapporto statistico utile, sia agli addetti ai lavori, che alle famiglie;

al di là dei discutibili parametri di analisi statistica, ciò che emerge in maniera plateale va ricercato nella vistosa contrazione dell'accesso alla procedura adottiva, nonché del numero effettivo di adozioni che si sono realizzate nel corso degli ultimi anni, che corrispondono, nei fatti, a quelli del mandato, ormai scaduto, dell'attuale vicepresidente della Commissione;

proprio sulla figura del vicepresidente di Commissione, come è stato più volte segnalato dall'interrogante, si addensano la maggior parte delle rimostranze e delle richieste di intervento istituzionale, segnatamente in ragione della mancata convocazione della CAI stessa, (convocata una sola volta nel giugno 2014), della scarsa operatività, e dell'assenza totale di riscontri in svariate e critiche circostanze, ai genitori in attesa di adottare e soprattutto dall'assenza di collegialità decisionale, considerando che la Commissione continua ad assumere decisioni, in aperta violazione del dettato normativo;

a ciò si aggiunge il fatto che lo stallo operativo della CAI ha comportato un deterioramento delle relazioni bilaterali con i Paesi di provenienza dei minori adottati ed il caso della Federazione Russa, che aveva chiesto una moratoria dell'adozione dei propri minori in Italia, a seguito della vicenda del decesso di un bambino adottivo russo, ne rappresenta la metafora più eloquente;

come evidenziato, in data 13 febbraio, è scaduto il mandato dell'attuale vicepresidente e di altri componenti della Commissione, e da ottobre 2016 risulta vacante il posto di direttore generale della Segreteria tecnica e l'assenza di direttive governative circa il "post" gestionale della CAI solleva ulteriori dubbi e preoccupazioni in capo, non solo agli addetti ai lavori, enti accreditati e associazioni, ma soprattutto in capo alle famiglie che al momento risultano, ulteriormente, prive di riferimenti, di informazioni e di indicazioni e ancora in attesa di ricevere i rimborsi previsti fermi al 2011;

tale scenario rischia di compromettere, in maniera ancora più evidente, la situazione di criticità che condiziona il comparto delle adozioni internazionali italiane, acuendo il senso di sfiducia e di smarrimento che caratterizza l'approccio dei genitori o aspiranti tali e che è stato particolarmente rafforzato dagli ultimi casi di cronaca, in particolare l'inchiesta aperta dalla procura di Torino, sulla presunta truffa dell'ente per le adozioni internazionali "Enzo B", che avrebbe preso incarichi, percependo significative somme di denaro, da un centinaio di famiglie, senza poi perfezionare la procedura adottiva e senza restituire e giustificare le somme non spese;

appare opportuno segnalare che in data 8 febbraio 2017 il Ministro pro tempore per i rapporti con il Parlamento ha inteso rispondere durante una seduta di question time in materia, nell'aula della Camera, evidenziando, a proposito delle deleghe in materia di gestione della CAI che "per l'esercizio delle funzioni di presidente della Commissione per le adozioni internazionali, ricordo che la Commissione è presieduta, ai sensi dell'articolo 3, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2007 n.108, dal Presidente del Consiglio dei ministri o da un suo delegato. Rientrano quindi nella disponibilità del Presidente del Consiglio dei ministri le valutazioni circa l'opportunità di delegare o meno tale funzione e la relativa tempistica. Il Presidente, nel pieno rispetto della legge, assumerà pertanto le relative determinazioni anche tenuto conto dell'imminente scadenza del mandato dell'attuale vicepresidente della Commissione e di altri componenti della medesima",

si chiede di sapere:

quali iniziative si intendano intraprendere, al fine di rettificare il trend operativo della CAI e dell'intero comparto illustrato in premessa, in ragione delle evidenti criticità, falle e problematiche annoverate;

quali decisioni si intendano intraprendere al fine di consentire una celere quanto fattiva riattivazione della CAI, in ossequio al vigente quadro normativo;

se si intenda valutare l'eventuale collocazione della CAI presso il Ministero degli affari esteri, al fine di garantire un coordinamento delle attività svolte dagli enti autorizzati all'estero, e la sussidiarietà delle adozioni di minori nei Paesi in cui l'Italia adotta;

se si intenda intervenire, anche sotto il profilo legislativo, al fine di individuare e promuovere strumenti volti a garantire il corretto funzionamento della Commissione stessa, attraverso la collegialità, come conditio indeclinabile dell'operato della CAI, al fine ultimo di tutelare, in tempi ragionevoli, l'interesse prioritario dei bambini, sia italiani che stranieri, di vivere e crescere in una famiglia.

(4-07014)