• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/10681    con due interrogazioni a risposta in Commissione la n. 5-06751 del 21 febbraio 2015 e la n. 5-09916 del 2 novembre 2016, gli interroganti portavano all'attenzione dei Ministri...



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-10681presentato daCOMINARDI Claudiotesto diGiovedì 23 febbraio 2017, seduta n. 747

   COMINARDI. — Al Ministro della salute, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali . — Per sapere – premesso che:
   con due interrogazioni a risposta in Commissione la n. 5-06751 del 21 febbraio 2015 e la n. 5-09916 del 2 novembre 2016, gli interroganti portavano all'attenzione dei Ministri interrogati la situazione degli allevamenti intensivi, nei quali non vi è alcun rispetto dei criteri previsti per il benessere degli animali, ed in particolare della macello Italcarni di Ghedi (Brescia), dove la procura di Brescia aveva effettuato controlli, che avevano portato ad un sequestro preventivo finalizzato alla confisca e a ipotizzare reati di maltrattamento di animali, adulterazione di prodotto alimentare destinato alla vendita, gestione illecita dei rifiuti con inquinamento delle rogge, oltre a falso in atto pubblico. Erano sei le persone indagate, tra queste i responsabili dell'azienda ed alcuni funzionari del distretto Asl della bassa bresciana;
   il 13 febbraio 2017 è giunta la sentenza del tribunale di Brescia (quibrescia.it), con quattro patteggiamenti a carico dell'amministratore e di tre dipendenti e la condanna di due veterinari. Quanto emerso è, a giudizio degli interroganti, inquietante: la procura ha evidenziato la correlazione tra i gravissimi maltrattamenti sugli animali ed il rischio sanitario per il consumatore, problematica confermata da numerosi medici veterinari durante il processo. La Lega per l'abolizione della caccia (LAC) ha poi contestato la stessa Ats (ex Asl) per il fatto che i due veterinari condannati non abbiano ancora ricevuto alcun provvedimento, mentre sia stata trasferita la dottoressa Erika Vergerio, che aveva denunciato le gravi irregolarità, agendo secondo suo dovere. La LAC auspica che le autorità preposte chiedano conto alla direzione generale ATS dell'operato fino ad ora svolto. Anche la Lega antivivisezione, che si era costituita parte civile al processo, si augura che questa condanna porti alla chiusura del macello Italcarni. Sempre in considerazione di questa importante sentenza di condanna a due medici veterinari pubblici, la Lav rinnova, la richiesta al presidente della regione Lombardia di commissariare i servizi veterinari dell'Ats di Brescia: «si tratta di elementi di prova che hanno portato alla luce le falle di un sistema di controllo assolutamente inadeguato e incapace di tutelare la salute dei cittadini e gli animali» –:
   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti e degli elementi riportati in premessa;
   quali attività di vigilanza siano state avviate, per quanto di competenza e come annunciato, in relazione alle ispezioni compiute dalle aziende sanitarie locali negli impianti di macellazione e a quali risultati abbia portato l'invio da parte del Ministro della salute di una task force composta da rappresentanti del Ministero e dai Nas, nel dicembre 2015, dopo lo scandalo mediatico che ha coinvolto il macello di Italcarni. (5-10681)