• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/10674    la Commissione europea, il 15 febbraio 2017, ha aperto la seconda fase della procedura d'infrazione contro alcuni Paesi dell'Unione europea per l'inquinamento eccessivo da biossido...



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-10674presentato daVIGNAROLI Stefanotesto diGiovedì 23 febbraio 2017, seduta n. 747

   VIGNAROLI, BUSTO, DAGA, DE ROSA, MANNINO, MICILLO, TERZONI e ZOLEZZI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   la Commissione europea, il 15 febbraio 2017, ha aperto la seconda fase della procedura d'infrazione contro alcuni Paesi dell'Unione europea per l'inquinamento eccessivo da biossido d'azoto (NO2), riscontrato nell'aria delle principali città, che costituisce un grave rischio per la salute. Fra gli interessati c’è anche l'Italia che, nelle città di Roma, Milano e Torino, ha raggiunto livelli troppo alti di smog. Insieme al nostro Paese, la procedura d'infrazione ha colpito anche Germania, Francia, Spagna e Gran Bretagna;
   la Commissione europea, si legge in un comunicato, ha inviato un parere motivato ai Paesi coinvolti in cui contesta la violazione della legislazione europea sulla qualità dell'aria e dell'ambiente (direttiva Ue 2008/50/CE), che stabilisce valori limite per gli inquinanti atmosferici;
   in particolare, all'Italia si contesta la violazione dei valori limite di biossido di azoto per 12 «zone di qualità dell'aria» previste dalla direttiva, e la mancata attuazione di misure appropriate per limitare il periodo di superamento dei limiti;
   gli Stati membri avranno ora due mesi di tempo per spiegare le strategie che elaboreranno per risolvere il problema dell'inquinamento. Diversamente, come anticipato da La Stampa, il 14 febbraio 2017, la citata Commissione potrà decidere di deferire i Paesi alla Corte di giustizia dell'Unione europea;
   il mese scorso l'Agenzia europea ambiente (Aea) ha pubblicato l'ultima edizione del rapporto «Qualità dell'aria in Europa 2016», da cui emerge che, malgrado un lento e timido miglioramento della qualità dell'aria, l'inquinamento atmosferico rimane comunque il principale fattore di rischio ambientale per la salute;
   secondo gli ultimi dati forniti dall'Agenzia europea per l'ambiente, i livelli di Pm2,5, il particolato più pericoloso e fine, con un diametro inferiore a un quarto di centesimo di millimetro, avrebbero causato in Italia 66 mila morti premature nel solo 2013;
   l'Italia, in mora da anni, è stata già condannata dal tribunale di Lussemburgo per la violazione dei limiti «Pm10» in 55 aree geografiche della penisola nel 2006 e 2007;
   secondo l'Agenzia europea dell'ambiente, le polveri sottili hanno provocato nel 2013 la morte prematura per 87.670 persone che avrebbero potuto vivere una decina di anni in più;
   secondo quanto elaborato da Legambiente, i dati di gennaio 2017 mostrano che, solo nei primi 25 giorni dell'anno ben nove città hanno già superato 15 volte il limite giornaliero di 50 microgrammi per metro cubo di Pm10, le polveri sottili più pericolose per la salute. Nel 2016, inoltre, un capoluogo italiano su tre ha oltrepassato il limite previsto per legge di 35 giorni con polveri sottili oltre il limite consentito –:
   se il Ministro interrogato, alla luce di quanto esposto in premessa, per quanto di competenza, ai sensi del decreto legislativo 13 agosto 2010, n. 155, non ritenga urgente e fondamentale assumere, per quanto di competenza, iniziative concrete e risolutive per il risanamento della qualità dell'aria, prevedendo, al contempo, una serie di azioni volte a garantire un costante e fondamentale supporto alle amministrazioni locali, al fine di chiudere, in maniera definitiva, la procedura di infrazione avviata dall'Unione europea contro l'Italia. (5-10674)