• Testo RISOLUZIONE IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.7/01195    premesso che:     la Divertor Tokamak Test (DTT) facility è un'iniziativa di ricerca finalizzata alla progettazione e realizzazione di una infrastruttura destinata a...



Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-01195presentato daBARGERO Cristinatesto diMercoledì 22 febbraio 2017, seduta n. 746

   La X Commissione,
   premesso che:
    la Divertor Tokamak Test (DTT) facility è un'iniziativa di ricerca finalizzata alla progettazione e realizzazione di una infrastruttura destinata a risolvere il problema più critico verso la realizzazione dell'energia da fusione: il controllo dello smaltimento del calore generato. Tale infrastruttura è essenziale per la realizzazione di DEMO (Demonstration Fusion Power Reactor) così come testimoniato dalla Road Map europea sulla fusione. Questo perché la DTT è in grado di riprodurre, seppur in scala ridotta, i parametri operativi di un reattore;
    scopo principale del progetto del reattore DTT è dimostrare la possibilità di generare energia elettrica tramite la reazione di fusione nucleare a costi competitivi;
    il progetto DTT, sostenuto dalle più importanti istituzioni universitarie e di ricerca, dalle industrie italiane e da prestigiosi laboratori europei, è pienamente inserito nel programma europeo approvato dall'Euratom e rappresenta un importante volano per attivare, attorno ad una realizzazione di alto valore scientifico e tecnologico, formidabili sinergie in campo tecnologico, economico e sociale; si tratta di un progetto cantierabile in tempi brevissimi e il suo finanziamento non prevede aggravi sul bilancio dello Stato;
    la DTT è da considerarsi, per la scienza, la tecnologia e l'industria italiana, un progetto di alto valore strategico nel percorso virtuoso intrapreso che ha già permesso di ottenere grandi successi nella realizzazione di ITER (International Thermonuclear Experimental Reactor la cui costruzione è iniziata nel 2007 nel sito europeo di Cadarache nel sud della Francia), visto che ad oggi l'industria italiana ho ottenuto contratti per quasi un miliardo di euro, pari a oltre il 55 per cento di quanto assegnato, ed essenziale per non disperdere, per l'ennesima volta in Italia, un prezioso patrimonio di know-how;
    secondo quanto comunicato nell'audizione del presidente dell'Enea-Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, professore Federico Testa, tenutasi presso la X Commissione il 1o febbraio 2017, l'investimento complessivo risulterebbe essere di circa 500 milioni di euro, con l'attesa di un altissimo ritorno in termini sociali, economici ed industriali in quanto la ricaduta occupazionale annuale prevista è, per la fase di costruzione, che durerà 7 anni, di 620 persone (120 diretti, 150 indotto, 350 indotto terziario), per la fase operativa di 1250 persone ogni anno (250 diretti, 250 indotto, 750 indotto terziario – durata prevista 25 anni), a cui si aggiungono per la sperimentazione altre 150 persone impiegate per almeno 25 anni;
    sempre in termini di ritorno atteso, per quanto riguarda il fattore di moltiplicazione dell'investimento, è previsto un livello 4 ossia circa 2 miliardi di euro a fronte di 500 milioni investiti;
    le fonti di finanziamento previste sono diversificate e coinvolgono in particolare: il « piano Juncker» attraverso la Banca europea degli investimenti o tramite il piano INNOFIN per circa 250 milioni di euro, alcuni soggetti privati nazionali ed internazionali per 60 milioni di euro, fondi regionali per circa 35 milioni di euro, fondi EUROfusion per circa 60 milioni di euro nell'ambito di Horizon 2020, la partecipazione dell'Agenzia per la coesione territoriale e del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca (MIUR) e del Ministero dello sviluppo economico (MiSE);
    la DTT, per contro, è una infrastruttura di ricerca inserita in un programma europeo che al pari di tutte le infrastrutture del genere realizzate finora (JET, ASDEX, RFX, Tore Supra, FTU, FT e altro), sarà finanziata da una organizzazione europea, l'Euratom. Per avere riconosciuta la sua eccellenza scientifica in un contesto internazionale non ha bisogno di essere inserita in programmi Eric o Esfri cosa che, tra l'altro, non garantirebbe il necessario flusso finanziario per il rispetto dei tempi stabiliti. Tale schema di finanziamento garantirebbe comunque tutti i vantaggi di governance scientifica e fiscali;
    nel campo degli studi e delle ricerche condotti in Italia sulla fusione termonucleare controllata, il Ministero dello sviluppo economico negli ultimi anni ha già finanziato il progetto « Broader Approach» che consiste nella progettazione e nella costruzione di componenti ad alto contenuto tecnologico, per un importo di 90 milioni di euro, somma per la quale il Ministero dello sviluppo economico ha garantito e completato la parte di finanziamento di propria spettanza per un importo di 50 milioni di euro;
    esiste il rischio concreto che l'intero progetto si fermi se non vengono prese con la dovuta urgenza le decisioni dell'Italia relative alla sua partecipazione, in quanto i soggetti principali coinvolti nel finanziamento (Bei ed EUROfusion) sono in attesa di avere la conferma dell'impegno del Governo entro il prossimo marzo, in mancanza del quale è reale il rischio che vengano identificati e quindi finanziati altri progetti in altre nazioni,

impegna il Governo

ad assumere iniziative per favorire la realizzazione in Italia di tale infrastruttura di ricerca marcatamente tecnologica, rendendo conseguentemente disponibili le limitate risorse nazionali necessarie per l'avvio e l'implementazione del progetto DTT, in particolare valutando l'utilizzo di quelle esistenti nell'ambito dell'accordo «Broader Approach».
(7-01195) «Bargero, Benamati, Arlotti, Basso, Becattini, Camani, Cani, Ginefra, Iacono, Impegno, Martella, Montroni, Peluffo, Senaldi, Taranto, Tentori, Vico».