• Testo RISOLUZIONE IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.7/00288 premesso che: il «nomenclatore tariffario» è la lista del Ministero della salute che regolamenta i prezzi e le tipologie di protesi e ausili per persone disabili; le protesi...



Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00288presentato daGRILLO Giuliatesto diGiovedì 6 marzo 2014, seduta n. 184

La XII Commissione,
premesso che:
il «nomenclatore tariffario» è la lista del Ministero della salute che regolamenta i prezzi e le tipologie di protesi e ausili per persone disabili;
le protesi e gli ausili per persone disabili sembra che rappresentino per lo Stato un onere di 1,9 miliardi di euro all'anno;
il prontuario è nato, ed è rimasto, provvisorio, nel 1999, e non è mai stato aggiornato senza alcuna motivazione plausibile;
il risultato è che le Asl spendono anche il triplo rispetto al reale valore in commercio;
il «nomenclatore tariffario per protesi e ausili» è composto da centinaia di pagine, una lunga lista di codici e prezzi, un prontuario, che elenca quali strumenti – dalle carrozzine, alle stampelle, passando per ginocchi artificiali e protesi di ogni tipo – che ciascuna persona disabile può ottenere gratuitamente dallo Stato;
i citati strumenti sono all'interno dei Lea, livelli essenziali di assistenza, quei servizi e prestazioni che il servizio sanitario nazionale eroga, giustamente gratis o con il pagamento di un ticket; i livelli essenziali di assistenza con tutta evidenza sono il cuore pulsante del nostro sistema sanitario;
l'aggiornamento del «Nomenclatore tariffario per protesi e ausili» è uno di quei scandali sui quali è improrogabile intervenire in tempi strettissimi;
questo «listino» di protesi e ausili, contiene una drammatica serie di anomalie e finisce per dare luogo a soprusi; a partire dall'anomalia principale: è stato varato nel 1999, doveva essere un elenco provvisorio tanto provvisorio che, infatti, è vigente da oltre 14 anni, e non è mai stato aggiornato;
la normativa prevede che il «nomenclatore tariffario per protesi e ausili» venga periodicamente aggiornato; sostanzialmente per due motivi, ovvi e semplici:
a) la tecnologia avanza, migliora la qualità di protesi e ausili, quindi è necessario che il «prontuario» sia adeguato ai tempi, per fornire alle persone disabili i migliori ausili possibili;
b) i prezzi, in alcuni casi diminuiscono e in altri aumentano; aggiornare il prontuario, è indispensabile per il mercato, per i fornitori che vendono, per il servizio pubblico che acquista; per gli imprenditori che producono. Invece da oltre 14 anni, i prezzi sono rimasti sostanzialmente gli stessi e per ausili e protesi, per giunta oggi obsoleti;
altra anomalia è la modalità di utilizzo del nomenclatore, infatti questi prevede solo codici e caratteristiche. Quando ad esempio si ha bisogno di una carrozzina la normativa in materia prevede che lo Stato ne fornisca una, il rivenditore addebita il costo al Servizio sanitario nazionale, indicando solo il codice della voce «Carrozzina» del nomenclatore, il risultato è che molte carrozzine pieghevoli, corrispondenti allo stesso codice, nel 1999 erano valutate con una tariffa di circa 420 euro, ma oggi costano appena 158 euro; l'assurdità è che se compra un privato, il negozio di articoli sanitari, le vende a 158 euro; se la compra la Asl, invece, paga 420 euro. Altro caso è quello relativo al montascale: alla Asl costa 3.718 euro, se lo acquista un privato in negozio, la paga 2.500 euro;
il solo aggiornamento del tariffario, per il comparto di massa, quello che comprende carrozzine e montascale, consentirebbe un risparmio enorme, probabilmente un ribasso del 70 per cento per molti ausili;
si assiste ad uno spreco che può essere classificato, a giudizio dei firmatari del presente atto di indirizzo, come una sorta di truffa legalizzata;
eppure occasioni per l'aggiornamento ce ne sono state: il decreto del Ministro della salute pro tempore, Renato Balduzzi, approvato nell'ottobre 2012, disponeva l'adeguamento del Nomenclatore, che andava aggiornato entro il 31 maggio 2013. I governi che si sono succeduti hanno fino ad oggi ignorato la scadenza;
un decreto analogo fu emanato nel 2008 dal Ministro pro tempore Livia Turco che seppur approvato non è stato mai applicato, anzi fu revocato dal Governo Berlusconi;
la vera anomalia, però, sta in questa sorta d’«incantesimo»: il decreto che aggiorna il nomenclatore tariffario viene emanato sempre a fine legislatura, come se il Governo in carica lo demandi a quello successivo, e il nuovo Governo puntualmente lo ignora. Lasciando tutto come prima. È accaduto con il «decreto Turco». È accaduto con il «decreto Balduzzi». E in questo gioco dell'oca, in realtà, la pedina resta sempre ferma al punto di partenza ovvero il 1999;
è da segnalare anche il fatto che il mancato aggiornamento dal 1999 del nomenclatore ha fatto sì che i codici spesso si riferiscano a una tecnologia altrettanto obsoleta, che a volte non è più neanche in commercio;
ancora oggi ci si trova di fronte a che, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, è uno stato d'illegalità, il «decreto Balduzzi» convertito in legge, è in vigore, ma nei fatti, le persone disabili che ricorrono ai livelli essenziali di assistenza e al nomenclatore, devono ancora riferirsi al 1999 con costi e spreco di risorse pubbliche non più sostenibili;
lo scorso 12 giugno 2013 le famiglie e i malati manifestarono sotto la sede del Ministero dell'economia per sapere dove sono i fondi promessi per l'assistenza e per capire quanto tempo ci vorrà per l'aggiornamento del nomenclatore dei tariffari;
le persone con disabilità in Italia, nel 2004, erano due milioni e 600 mila: il 4,8 per cento della popolazione, ma secondo il sito della regione Liguria oggi sono 2 milioni 824 mila persone: 960 mila uomini, 1 milione 864 mila donne;
si tratta di una stima al ribasso: riguarda soltanto chi soffre, per almeno una funzione essenziale della vita quotidiana, la totale mancanza di autonomia. Se dalla «totale mancanza di autonomia», si passa a «un'apprezzabile difficoltà», la comunità delle persone disabili sale a 6 milioni 980 mila unità: il 13 per cento della popolazione;
il mancato aggiornamento del nomenclatore tariffario è un'ingiustizia che tocca una larga fetta della popolazione decisamente debole visto che quasi la metà ha più di ottant'anni, ed i bambini sono circa 130 mila in età scolare, 78 mila nella scuola primaria, 61 mila nella scuola secondaria. Una percentuale tra il 12 e il 20 per cento di questi studenti non è autonoma nel muoversi all'interno dell'edificio scolastico, nel mangiare, nel recarsi al bagno da sola. Ogni ausilio è necessario a crescere e inserirsi nella vita sociale. L'aggiornamento del nomenclatore coinvolge milioni di utenti, migliaia di imprese, decine di migliaia di dipendenti: siamo dinanzi a un giro d'affari milionario, un affare come detto da almeno 1,9 miliardi di euro, visto che non vi è certezza su quale sia la spesa effettivamente sostenuta dallo Stato,

impegna il Governo:

a provvedere all'aggiornamento del «nomenclatore tariffario per protesi e ausili» e a mettere in atto tutte le iniziative necessarie affinché l'aggiornamento sia biennale;
ad assumere iniziative per prevedere che i prezzi per i rimborsi derivanti dall'aggiornamento del «nomenclatore tariffario per protesi e ausili» siano definiti in riferimento ai prezzi medi previsti nell'Unione europea;
ad inviare una relazione periodica alle competenti Commissioni parlamentare per accertare e fare chiarezza sulla reale spesa annuale sostenuta dalle amministrazioni pubbliche statali e locali per il rimborso ai rivenditori di protesi e ausili per disabili.
(7-00288) «Grillo, Cecconi, Baroni, Dall'Osso, Di Vita, Silvia Giordano, Lorefice, Mantero».