• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/15815    la stampa in questi giorni ha portato alla luce la grave vicenda che ha visto coinvolta nel dicembre del 2015, una donna di Padova (la quale ha voluto restare nell'anonimato) nella...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-15815presentato daBENEDETTI Silviatesto diLunedì 6 marzo 2017, seduta n. 753

   BENEDETTI, BASILIO, MASSIMILIANO BERNINI, GRANDE e LOREFICE. — Al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   la stampa in questi giorni ha portato alla luce la grave vicenda che ha visto coinvolta nel dicembre del 2015, una donna di Padova (la quale ha voluto restare nell'anonimato) nella disperata ricerca di una struttura sanitaria pubblica in cui poter interrompere la gravidanza secondo quanto previsto dalla legge n. 194 del 1978 in vigore nel nostro Paese; nell'intervista, pubblicata su Il Gazzettino del 1o marzo 2017, la donna spiega di aver dovuto peregrinare per 23 strutture sanitarie nel Veneto (dall'azienda ospedaliera universitaria di Padova a Camposampiero, a Cittadella, agli ospedali di Piove di Sacco e di Este, a quelli del Vicentino e del Veneziano, comprese Chioggia e Portogruaro, quindi Rovigo e Verona) e di altre regioni limitrofe, il Friuli ed il Trentino-Alto Adige, vedendosi rifiutare la richiesta; la vicenda si risolse solo grazie all'intervento delle Cgil padovana presso l'ospedale del capoluogo veneto, dove la donna infine poté far valere il proprio diritto ad interrompere la gravidanza entro i tempi di legge;
   i dati ufficiali sulla citata azienda ospedaliera di Padova riguardo il numero dei medici obiettori e non obiettori mancano, ma da alcuni dati ufficiosi di cui dispongono gli interroganti emergerebbe che i ginecologi non obiettori sono 2, su un totale di 35 medici tra divisione e clinica ostetrica; per quanto riguarda i dati relativi alla Ulss Euganea su 41 medici soltanto 8 non risultano essere obiettori; secondo il rapporto 2016 del Ministero della salute, nel Veneto la percentuale degli obiettori sfiora il 77 per cento;
   la vicenda riapre ancora una volta non solo a Padova e in Veneto, ma in tutta Italia, l'annoso problema dell'obiezione di coscienza che di fatto impedisce il pieno rispetto della legge 194 –:
   se non ritenga che sussistano i presupposti per assumere iniziative di competenza volta ad accertare motivazioni, circostanze e responsabilità per cui in così tante strutture della sanità del Veneto e delle regioni menzionate in premessa non sarebbe stato garantito regolarmente il diritto previsto dalla legge n. 194 del 1978;
   quali ulteriori iniziative di competenza intenda mettere in atto affinché la legge n. 194 del 1978 venga attuata pienamente in ogni struttura sanitaria pubblica preposta e affinché le donne non debbano imbattersi in umilianti ed estenuanti peripezie e attese per interrompere la gravidanza, diritto sancito dalla legge. (4-15815)