• Testo RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA

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Atto a cui si riferisce:
C.6/00303    premesso che:     nella riunione del 9 e 10 marzo 2017 il Consiglio europeo prevede di affrontare i seguenti punti all'ordine del giorno: a) occupazione, crescita e...



Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00303presentato daARTINI Massimotesto diMercoledì 8 marzo 2017, seduta n. 755

   La Camera,
   premesso che:
    nella riunione del 9 e 10 marzo 2017 il Consiglio europeo prevede di affrontare i seguenti punti all'ordine del giorno: a) occupazione, crescita e produttività; b) sicurezza esterna e difesa; c) relazioni esterne, in particolare quelle con i Balcani occidentali;
    in particolare, per quanto concerne il secondo punto all'ordine del giorno, relativo alla sicurezza e alla difesa, al vertice di Bratislava del settembre 2016 i 27 leader dell'Unione europea hanno deciso di dare nuovo slancio alla sicurezza esterna e alla difesa europee in un contesto geopolitico complesso, per rafforzare la cooperazione dell'Unione europea nel campo della sicurezza esterna e della difesa;
    si vorrebbe tentare di realizzare l'obbiettivo che il Consiglio europeo si era posto a dicembre 2016 per decidere su un piano di attuazione concreto in materia di sicurezza e difesa e sui modi per utilizzare al meglio le possibilità offerte dai trattati, in particolare per quanto riguarda le capacità di avviare immediatamente l'attuazione della dichiarazione congiunta con la NATO;
    sempre a giugno, per la difesa comune, l'agenda dell'Esecutivo Juncker prevede una conferenza a Praga per discutere di uno dei temi più delicati in termini di cessione di sovranità nel dibattito europeo;
    ritenuto che tuttavia, nell'Europa a più velocità, c’è chi sta frenando sul progetto di difesa comune, uno dei dossier su cui comunque nell'ultimo anno sono stati compiuti molti passi avanti nel solco della «global strategy» lanciata dall'Alto rappresentante per la sicurezza, Federica Mogherini a giugno 2016;
    la questione di fondo è che la difesa per uno Stato è da sempre il cuore della sovranità ed è per questo che il trattato dell'Unione europea attribuisce agli Stati membri un forte potere decisionale sulla materia e disegna uno sviluppo progressivo e prudente di una capacità europea di difesa, in armonia con le sensibilità costituzionali nazionali e con gli obblighi discendenti dalla partecipazione alla NATO;
    in autunno la proposta del Presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, di un fondo dell'Unione europea per la difesa (Edap) da 90 milioni per la ricerca fino al 2020, per poi salire a 500 milioni nel periodo di bilancio successivo, aveva destato clamore dal momento che, per lo sviluppo di capacità militari e l'innovazione nel settore, il documento di Juncker programmava una cifra di riferimento di 5 miliardi all'anno, senza però indicare né la fonte di finanziamento (UE, Stati Membri, mercati finanziari) né la sostenibilità a medio termine;
    nelle settimane scorse si è prospettata la possibilità di uno «scoping paper» destinato a preparare una discussione tra Commissione europea e Ministeri della difesa per approfondimenti sulle cooperazioni militari possibili. L'intento, non del tutto chiaro per ora, potrebbe essere quello di dare una posizione più centrale alla Commissione, anche se i Trattati non lo prevedono;
    un segnale positivo è giunto il 5 marzo 2017 con l'approvazione da parte dei ministri degli Esteri e della Difesa dei paesi membri e la successiva ratifica da parte del Consiglio Affari Esteri dell'Unione europea del progetto di realizzazione del comando unificato denominato MPCC (Military Planning and Conduct Capability) che guiderà le missioni militari europee di tipo «non executive», iniziando dalle tre attualmente in corso in Mali, Repubblica Centrafricana e Somalia per l'addestramento delle forze armate locali,

impegna il Governo

1) per quanto riguarda la sicurezza esterna e difesa:
   a) a sostenere il ricorso alla cooperazione strutturata permanente prevista dagli articoli 42 e 46 del Trattato sull'Unione europea per rafforzare e accelerare il processo di costituzione di un'efficace difesa europea;
   b) a valutare l'opportunità di proporre la progressiva estensione delle capacità del previsto comando militare unificato Mpcc (Military planning and conduct capability) anche alla pianificazione, coordinamento e conduzione delle missioni dell'Unione europea di tipo executive, nonché delle missioni eventualmente condotte da Stati membri secondo quanto previsto dall'articolo 44 del Trattato sull'Unione europea;
   c) a incoraggiare gli Stati membri ad avvalersi delle possibilità offerte dall'articolo 44 del Trattato sull'Unione europea, organizzandosi per identificare e gestire congiuntamente le capacità necessarie per intraprendere le missioni che il Foreign affairs council può decidere di affidare a un gruppo di Stati membri disposti a svolgere questo ruolo, anche prevedendo meccanismi stabili di scambio di informazioni, preparazione di piani di contingenza e accantonamento di risorse comuni, per consentire l'eventuale costituzione di una forza d'intervento organizzata ad hoc per una specifica missione, al fine di superare le difficoltà di tipo politico ed economico che hanno fino ad oggi impedito l'impiego dei battlegroup dell'Unione europea realizzati con il sistema dei contingenti pre-assegnati a rotazione.
(6-00303)
(Testo modificato nel corso della seduta) «Artini, Baldassarre, Bechis, Segoni, Turco».