• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/07129 GAETTI, MORRA - Ai Ministri dell'interno e della giustizia - Premesso che: l'attività della vice prefetto dottoressa Ingenito Gargano è stata oggetto di ben 3 interrogazioni...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-07129 presentata da LUIGI GAETTI
mercoledì 8 marzo 2017, seduta n.779

GAETTI, MORRA - Ai Ministri dell'interno e della giustizia - Premesso che:

l'attività della vice prefetto dottoressa Ingenito Gargano è stata oggetto di ben 3 interrogazioni parlamentari nelle quali vengono riportati importanti interventi del funzionario su vicende attinenti a fenomeni mafiosi o vengono sollevate numerose criticità sul funzionamento dell'amministrazione pubblica nella quale ha prestato servizio, 4-01736 del 27 novembre 2006 a prima firma dell'on. Sgobio, l'interrogazione 4-07026 del 29 aprile 2010 con primo firmatario on. Di Pietro e l'interrogazione 4-02325 del 12 giugno 2014 presentata dal senatore Molinari. A tutte le citate interrogazioni non è stata data risposta;

il vice prefetto Ingenito Gargano è stata sottoposta, in diverse circostanze, a procedure disciplinari poi decadute e ha subito negli anni diversi spostamenti di incarico, a giudizio degli interroganti, non sempre confacenti al ruolo e al grado ricoperto dalla funzionaria. Dopo la sentenza n. 6190/2002 del TAR del Lazio, la dirigente ha dovuto inoltre fare ricorso al giudizio di ottemperanza per ottenere la ricostruzione della posizione nel ruolo che, essendo stata riconosciuta solo parzialmente, ha comportato comunque un rallentamento della carriera nonché un grande dispendio economico. Questi fatti, sui quali si è già espresso in due occasioni il TAR del Lazio accogliendo le ragioni della dirigente e annullando i provvedimenti emanati nei suoi confronti "per assoluto difetto di motivazione", sono comunque propedeutici per capire gli ultimi accadimenti;

la dottoressa Ingenito Gargano, mentre era in servizio presso la Prefettura di Roma nell'anno 2011, il cui Prefetto pro tempore era il dottor Giuseppe Pecoraro, è stata resa edotta della presentazione di un ricorso contro il Ministero dell'interno in data 7 settembre 2010 per presunto mobbing da parte di una propria collaboratrice, che ne adduceva a sostegno circostanze che si sarebbero verificate nel 2008. Il dottor Achille Serra, prefetto pro tempore di Roma nel 2008, a cui succedeva il dottor Carlo Mosca, ha riconosciuto per il periodo relativo alla sua gestione la valenza dell'operato della dottoressa Ingenito Gargano per l'incarico svolto con impegno, con competenza e con l'obiettivo di snellire le procedure per migliorare il servizio al cittadino, ed in tale ottica avrebbe contenuto esuberanze sindacali, rinnovandole l'incarico affidato;

risulta agli interroganti che la controversia instaurata sarebbe stata gestita in maniera quanto mai anomala dall'Avvocatura generale dello Stato, la quale, non avendo notificato il ricorso introduttivo al Dipartimento di riferimento del Ministero dell'interno, non avrebbe permesso una completa e accurata redazione della memoria di costituzione in fase istruttoria. L'Avvocatura dello Stato si è quindi costituita in primo grado (capo del Dipartimento del personale facente funzione era il dottor Domenico Cuttaia), senza la memoria dell'amministrazione per la difesa in giudizio, pervenuta fuori termine dagli uffici ministeriali deputati alla trattazione del prosieguo del ricorso. Appena il Dipartimento di riferimento è venuto a conoscenza del contenzioso è stata prontamente evasa una prima richiesta di elementi dalla stessa vice prefetto Ingenito, la quale non sarebbe stata più interpellata né coinvolta nelle ulteriori fasi del processo, precludendo alla stessa amministrazione una difesa approfondita, puntuale ed esaustiva, il che avrebbe potuto determinare una decisione diversa in merito ai comportamenti contestati e ai fatti dedotti in giudizio;

il prefetto Pecoraro avrebbe inoltrato al Ministero interessato il ricorso, ma non si conosce se e quale iniziativa lo stesso abbia posto in essere per gli eventuali approfondimenti all'interno di quegli uffici o se abbia almeno interloquito nel merito con la dirigente Ingenito sulla gravissima accusa di mobbing;

nel gennaio 2016 è stata notificata al vice prefetto Ingenito Gargano da parte del Ministero dell'interno, Ufficio VIII affari legali e contenziosi, una comunicazione a firma del capo del Dipartimento del personale Varratta, con la quale è stata informata che il 16 ottobre 2015 il giudice della Corte di appello di Roma, sezione lavoro e previdenza, aveva confermato la sentenza n. 16654 del 16 ottobre 2012 con la quale il Tribunale di Roma, Sez. II Lavoro, aveva condannato il Ministero al pagamento della somma di 91.247,68 euro, oltre a rivalutazione e interessi legali, nonché al pagamento delle spese di lite per 10.500 euro a favore degli eredi della ricorrente, già dipendente dello stesso Ministero, a titolo di risarcimento dei danni non patrimoniali che sarebbero stati causati dall'azione di mobbing condotta dal vice prefetto Ingenito Gargano. Con la medesima comunicazione la funzionaria è stata altresì informata che le somme sono state corrisposte agli aventi diritto e che avverso la sentenza di appello l'amministrazione ha proposto ricorso in Cassazione. Per tali somme è stata intimata alla funzionaria la costituzione in mora ai sensi degli artt. 1219 e 2943 del codice civile e comunicato che la vicenda è stata segnalata alla Procura regionale della Corte dei conti a norma dell'art. 20 del decreto del Presidente della Repubblica 10 gennaio 1957, n. 3;

tutto ciò ha comportato che la dottoressa Ingenito Gargano ricorresse ancora una volta ad un legale per predisporre una memoria opportunamente documentata da presentare presso la Procura regionale della Corte dei conti del Lazio che, in data 26 settembre 2016, ha archiviato la sua posizione nel procedimento per "insussistenza di presupposti per l'esercizio dell'azione di responsabilità",

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti esposti;

se non ritengano opportuno attivare le procedure ispettive e conoscitive di competenza previste dall'ordinamento, anche al fine di prendere in considerazione ogni eventuale sottovalutazione di significativi profili di accertamento, in particolare valutando l'operato degli uffici che hanno gestito il contenzioso, nonché disponendo un approfondimento sull'intera vicenda della funzionaria che, a parere degli interroganti, ha continuato nel tempo ad essere bersaglio e destinataria di un accanimento all'interno dell'amministrazione di appartenenza, da cui emergerebbe inequivocabilmente il contrasto all'azione improntata alla legittimità e le vessazioni subite anche in relazione all'attività sindacale;

quanti casi di contenzioso per mobbing contro il Ministero dell'interno siano stati aperti dinanzi ai giudici del lavoro, al TAR ed in sede di appello al Consiglio di Stato, da quanto tempo e quali siano stati finora gli esiti;

se risulti che venga rispettata la cronologia nella trattazione dei ricorsi, quale sia l'entità dei costi che le sentenze di condanna hanno comportato e comportano nei vari contenziosi, nonché la diligenza con cui gli stessi vengono trattati, considerando la mole del contenzioso che risulta agli interroganti esistente presso i Ministeri dell'interno e della giustizia.

(4-07129)