• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/07127 IDEM, ICHINO, PUPPATO, LAI, SCALIA, FRAVEZZI, BENCINI, Maurizio ROMANI, D'ADDA, SPILABOTTE, GIACOBBE, DALLA ZUANNA, SPOSETTI, ORELLANA, PEZZOPANE, FASIOLO, PAGLIARI, FUCKSIA, BIGNAMI,...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-07127 presentata da JOSEFA IDEM
mercoledì 8 marzo 2017, seduta n.779

IDEM, ICHINO, PUPPATO, LAI, SCALIA, FRAVEZZI, BENCINI, Maurizio ROMANI, D'ADDA, SPILABOTTE, GIACOBBE, DALLA ZUANNA, SPOSETTI, ORELLANA, PEZZOPANE, FASIOLO, PAGLIARI, FUCKSIA, BIGNAMI, MASTRANGELI - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali - Premesso che, a quanto risulta agli interroganti:

alcune settimane fa numerosi giornali hanno riportato il testo integrale di una lettera lasciata da un trentenne di Udine, Michele, che si è tolto la vita, motivando le ragioni che lo hanno spinto a compiere tale scelta; sintetizzando un contenuto piuttosto articolato ed eterogeneo è stato scritto che Michele è stato "ucciso dal precariato";

all'interno della missiva, quello che emerge e colpisce maggiormente, oltre al tema della precarietà dell'occupazione, è la totale mancanza di prospettive e di visioni sul futuro professionale e sul proprio ruolo all'interno della comunità;

purtroppo, la questione del precariato riguarda da vicino una buona parte dei giovani italiani che si trovano quotidianamente ad affrontare problemi ricorrenti quali: la ricerca di un impiego fisso, la frustrazione che deriva da ricorrenti colloqui con esito negativo, la bassa remunerazione (spesso posta in relazione al livello delle competenze di cui si è in possesso), le speranze disattese;

tali frustrazioni in ambito lavorativo e sociale, influenzando la qualità della vita, incidono notevolmente sul benessere psicologico personale di molti giovani;

quindi, se da una parte c'è da combattere l'avvilimento psicologico, che deriva dalla mancanza di prospettive per l'ottenimento di un impiego soddisfacente e stabile, dall'altra, compito imprescindibile dello Stato è rimuovere gli ostacoli che impediscano il raggiungimento di tale obiettivo;

se il Governo lavora quotidianamente sulle politiche per l'occupazione attuali è parimenti necessario, a giudizio degli interroganti a beneficio delle generazioni future e in una visione prospettica di più lungo periodo, porre le basi per costruire le politiche del domani, onde contrastare la piaga di un precariato sempre più dilagante, al fine di approfondire: le modalità con cui evolve la richiesta di lavoro, quali saranno i mestieri più richiesti in Italia, come combinare l'utilizzo delle nuove tecnologie con i saperi e i mestieri tradizionali;

da un punto di vista comparato, altri Paesi stanno già investendo in tema di studi appositi che forniscano tali previsioni: gli Stati Uniti d'America, al riguardo, si pongono all'avanguardia nello studio delle professioni del futuro, per cercare di adattare continuamente, nel miglior modo possibile, le professioni tradizionali al nuovo contesto socio-economico nazionale e globale (i settori maggiormente all'avanguardia sono stati individuati in quelli ad alto contenuto tecnologico e della green economy; tra l'altro, è recentissimo il dibattito sul sempre maggiore utilizzo di robot e macchine nei processi di produzione al posto dell'uomo, nell'ambito delle attività in cui la meccanizzazione assume sempre più rilevanza);

d'altra parte, nel contesto della continua evoluzione tecnologica e di sempre maggiori processi di spersonalizzazione dell'attività lavorativa umana (un esempio calzante può farsi nelle scelte compiute dall'autorità portuale di Amburgo, che ha deciso di utilizzare procedimenti automatizzati in luogo dell'attività dell'uomo per lo spostamento dei container) bisogna ricercare nuovi modi di concepire i rapporti, in modo da poter indirizzare in modo più consapevole le professioni del domani (sempre ad Amburgo si stanno studiando soluzioni per non creare disoccupazione dai mestieri 'scomparsi' per via della sostituzione dell'opera umana);

in quest'ottica, in Italia, ad esempio, si potrebbe partire da settori "trainanti" per l'economia, quali l'agroalimentare o il turismo nelle sue varie accezioni (ma anche, per esempio: assistenza medica e paramedica alle persone; istruzione e formazione permanente; nuovi servizi alla persona, alla famiglia e alle comunità locali, con particolare riferimento alle persone non autosufficienti e alla lotta alla povertà infantile; ricerca demoscopica, in tutte le direzioni utili per migliorare i servizi alla persona e alla famiglia) ricercando soluzioni rivolte, per quanto possibile, a rendere maggiormente efficace l'ingresso e la permanenza nel mondo professionale dei giovani (all'esito, quindi, dei diversi percorsi di studio e formazione);

si potrebbe pensare, dunque, nell'ambito dell'autonomia organizzativa del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, anche all'interno di una delle direzioni, già operante a norma delle disposizioni regolamentari sull'organizzazione del Dicastero, di avviare un'unità sperimentale, che sia rivolta in via specifica all'elaborazione di piani strategici di medio-lungo periodo sui mestieri del futuro;

i piani, ad esempio, potrebbero essere rivolti all'elaborazione su larga scala di misure e strumenti che, guardando alle peculiarità e alle sofferenze del mercato del lavoro in Italia, prospettino soluzioni idonee a coniugare la duplice esigenza di integrare l'utilizzo delle nuove tecnologie per nuovi o rinnovati mestieri (anche riadattando professioni tradizionali) e stimolare, al contempo, nuovi processi di istruzione e formazione,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo non intenda attivarsi al fine di avviare, anche in via sperimentale e con l'eventuale collaborazione di enti di diritto privato e pubblico, che già si occupino della materia, studi tesi a comprendere trend attuali e futuri panieri lavorativi, al fine di anticipare strategie tese ad aiutare i giovani di oggi ad orientarsi in un panorama occupazionale del tutto in divenire;

se intenda promuovere l'adozione di strategie tese ad integrare l'utilizzo delle nuove tecnologie con il lavoro dell'uomo, attraverso programmazioni di medio-lungo periodo, per abbattere i tassi di disoccupazione e di precariato e per sviluppare i nuovi settori, in cui possa materializzarsi la trasformazione di mestieri e professioni tradizionali altrimenti destinati a scomparire;

qualora tali studi siano già stati messi in pratica all'interno del settore pubblico, quali siano i risultati ottenuti finora e quali gli indirizzi futuri.

(4-07127)