Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
Atto a cui si riferisce:
S.4/07181 CASALETTO - Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali - Premesso che:
nel settore del pomodoro da industria sono impegnati in Italia oltre 8.000 imprenditori agricoli...
Atto Senato
Interrogazione a risposta scritta 4-07181 presentata da MONICA CASALETTO
giovedì 16 marzo 2017, seduta n.787
CASALETTO - Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali - Premesso che:
nel settore del pomodoro da industria sono impegnati in Italia oltre 8.000 imprenditori agricoli che coltivano su circa 72.000 ettari, 120 industrie di trasformazione in cui trovano lavoro ben 10.000 persone, con un valore della produzione superiore ai 3,3 miliardi di euro;
sono aumentate del 43 per cento le importazioni di concentrato di pomodoro dalla Cina ed hanno raggiunto circa 100 milioni di chili nel 2016, pari a circa il 20 per cento della produzione nazionale in pomodoro fresco equivalente;
stando alle rilevazioni Istat relative al commercio estero da Paesi extracomunitari a gennaio 2017, le importazioni hanno registrato un incremento record del 22,3 per cento, superiore a quello delle esportazioni (pari al 19,7 per cento);
esisterebbe il rischio concreto che il concentrato di pomodoro cinese venga spacciato come prodotto in Italia sui mercati nazionali ed esteri, non sussistendo l'obbligo di indicazione della provenienza nell'etichetta;
dalla Cina starebbero arrivando navi che sbarcano fusti di oltre 200 chili di peso con concentrato di pomodoro da rilavorare e confezionare come italiano, dato che nei contenitori al dettaglio è obbligatorio indicare solo il luogo di confezionamento, ma non quello di coltivazione del pomodoro;
considerato che:
sarebbe opportuno prevedere l'obbligo di indicazione dell'origine sull'etichetta per il concentrato e per i sughi pronti, analogamente a quanto previsto per la passata di pomodoro;
la Cina ha conquistato il primato nel numero di notifiche per prodotti alimentari irregolari perché contaminati dalla presenza di micotossine, additivi e coloranti al di fuori dalle norme di legge (su un totale di 2.967 irregolarità segnalate in Europa, ben 386, vale a dire il 15 per cento, sarebbero cinesi);
in Italia il 21 per cento del concentrato di pomodoro è importato dall'estero, la metà del quale proviene dalla Cina;
ritenuto che l'etichetta dovrebbe riportare obbligatoriamente la provenienza della materia prima impiegata per la frutta e verdura trasformata, come i derivati del pomodoro, come affermato dall'84 per cento degli italiani che si sono espressi nella consultazione pubblica on line condotta dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali circa l'etichettatura dei prodotti agroalimentari,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo intenda vigilare maggiormente sulle importazioni di pomodoro dall'estero e quali misure di competenza intenda adottare per risolvere le criticità illustrate.
(4-07181)