Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
Atto a cui si riferisce:
C.4/03988 il gioco d'azzardo patologico (definito anche azzardopatia o ludopatia) è un disturbo del comportamento rientrante nella categoria dei disturbi del controllo degli impulsi che comporta un...
Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-03988presentato daGAGNARLI Chiaratesto diMercoledì 12 marzo 2014, seduta n. 188
GAGNARLI. —
Al Ministro della salute, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
il gioco d'azzardo patologico (definito anche azzardopatia o ludopatia) è un disturbo del comportamento rientrante nella categoria dei disturbi del controllo degli impulsi che comporta un aumento della frequenza delle giocate, del tempo passato a giocare, della somma spesa nell'apparente tentativo di recuperare le perdite, investendo più delle proprie possibilità economiche e trascurando gli impegni che la vita gli richiede;
il settore dei giochi e delle scommesse ha subito in Italia, nel corso degli ultimi anni, una notevole evoluzione con una proliferazione dell'offerta derivante da un numero sempre più ampio di possibilità di gioco, anche attraverso l'introduzione di giochi on line;
il fenomeno ha assunto dimensioni preoccupanti interessando ampi strati della popolazione, soprattutto tra le fasce sociali più esposte: gli anziani, i disoccupati, le persone a basso reddito, gli adolescenti;
nel rapporto Italia Eurispes 2014 più di un italiano su tre (il 34,5 per cento) considera il gioco un semplice divertimento, il 12,1 per cento lo ritiene un modo per vivere un momento emozionante. Il 32,7 per cento spera di ottenere una grossa vincita (nell'indagine «L'Italia in gioco» del 2009 erano il 25,4 per cento);
secondo il Codacons il costo sociale del gioco d'azzardo ammonterebbe a circa 7 miliardi di euro. Ogni singolo giocatore costerebbe allo Stato 38 mila euro annui. Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità in Italia i malati si aggirano intorno ad 1 milione, con 800 mila persone a rischio in conseguenza della legalizzazione, avvenuta circa dieci anni fa sul piano normativo, di alcune forme di gioco d'azzardo, come i gratta e vinci e le slot machine;
secondo i dati dell'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato (AAMS) in Italia sono in esercizio più di 400.000 apparecchi da intrattenimento con vincita in denaro e più di 6.000 locali e agenzie autorizzate al gioco legale che risultano frequentate da circa 15 milioni di giocatori abituali;
in tutti i centri urbani si assiste al proliferare di sale giochi, centri scommesse, centri di trasmissione dati (CTD), anche per la mancanza di poteri effettivi da parte dei comuni di imporre norme restrittive in grado di impedire almeno la vicinanza delle sale giochi con i luoghi cosiddetti «sensibili» o per far rispettare una distanza congrua fra una sala e l'altra;
a titolo di esempio, nel territorio del comune di Cortona (Arezzo) nella piccola frazione di Camucia, vi è una sala da gioco, un centro scommesse SNAI, un'altra agenzia di scommesse ed infine l'ultima sorta alcune settimane fa in via XXV aprile, alcune delle quali a meno di 500 metri da strutture scolastiche e centri di aggregazione sociale di anziani, in contrasto con le disposizioni di cui alla legge regionale n. 57 del 2013; questa legge regionale approvata il 18 ottobre 2013, all'articolo 4 comma 1, vieta infatti l'apertura di sale gioco e di spazi per il gioco che siano ubicate in un raggio di 500 metri da istituti scolastici di qualsiasi grado, luoghi di culto, centri di aggregazione sociale, centri giovanili o altre strutture culturali, ricreative e sportive frequentate principalmente dai giovani, o da strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o socio-assistenziale;
un comitato ristretto in Commissione affari sociali alla Camera sta lavorando su un testo base unificato contenente disposizioni per la prevenzione, la cura e la riabilitazione della dipendenza dal gioco d'azzardo patologico, ad integrazione e completamento del decreto-legge 13 settembre 2012, n. 158, convertito, con modificazioni dalla legge 8 novembre 2012, n. 189 –:
se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e non intenda assumere iniziative per predisporre una nuova disciplina omogenea del settore, che dia alle amministrazioni locali gli strumenti per limitare e rendere più restrittivi i parametri in materia di autorizzazione all'esercizio dell'attività di gioco, che fissi obblighi puntuali per i luoghi adibiti al gioco, nonché in materia di assistenza per la cura delle ludopatie, e che disciplini l'informazione e l'educazione sui fattori di rischio e le misure a tutela dei minori e dei soggetti vulnerabili. (4-03988)