• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/10965    come già evidenziato negli atti di sindacato ispettivo n. 5-04761 a prima firma onorevole Lenzi e n. 5-07313 a prima firma onorevole Paola Boldrini la fibromialgia o sindrome...



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-10965presentato daBOLDRINI Paolatesto diMartedì 28 marzo 2017, seduta n. 768

   PAOLA BOLDRINI. — Al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   come già evidenziato negli atti di sindacato ispettivo n. 5-04761 a prima firma onorevole Lenzi e n. 5-07313 a prima firma onorevole Paola Boldrini la fibromialgia o sindrome fibromialgica è una malattia complessa, debilitante e invalidante, caratterizzata da dolore muscolare cronico diffuso ed astenia, associato a rigidità, che rendono difficoltosi movimenti ordinari, e ad una vasta gamma di disturbi funzionali che compromettono e riducono la qualità di vita di chi ne è affetto e colpisce approssimativamente 1,5-2 milioni di italiani, circa il 2-4 per cento con punte segnalate fino al 10 per cento della popolazione e prevalentemente le persone di sesso femminile in età adulta;
   i sintomi della fibromialgia sono riscontrabili in altre malattie (reumatologiche, neurologiche ed altro) ed è spesso necessario, nella fase di studio e diagnosi, eseguire accertamenti clinici e di laboratorio e strumentali per escludere altre patologie e non vi è alcun esame di laboratorio o radiologico che possa diagnosticare la fibromialgia;
   negli ultimi anni, la fibromialgia è stata meglio definita e caratterizzata attraverso studi che hanno stabilito anche le linee guida per la diagnosi e la terapia;
   già in risposta all'atto di sindacato ispettivo n. 5-04761 in cui si chiedeva il perché questa malattia non fosse stata ancora riconosciuta né come malattia invalidante né inserita nei livelli essenziali di assistenza, il Governo rispondeva che gli assistiti potevano già usufruire di tutte le prestazioni contenute nei livelli essenziali di assistenza, erogabili attraverso le strutture del Servizio sanitario nazionale e che, allo stato attuale, esisteva una oggettiva difficoltà ad identificare correttamente, sia in termini di prevalenza che di definizione clinica, le forme di fibromialgia da prendere in considerazione per un possibile inserimento tra le patologie croniche esenti, nel rispetto dei criteri previsti dalla vigente normativa;
   nella risposta all'atto di sindacato ispettivo n. 5-07313 il Governo affermava che aveva presentato già nel 2011 al Consiglio superiore di sanità una richiesta di parere sulla fibromialgia e che tale richiesta era poi stata reiterata e che il Consiglio superiore di sanità aveva reso un parere nel settembre del 2015, ove la sezione I del Consiglio aveva proposto che lo studio della definizione dei cut-off potesse essere svolto dal gruppo di lavoro sulla «fibromialgia» della stessa sezione I, integrato con ulteriori esperti delle principali e maggiormente rappresentative associazioni dei pazienti, ed aveva auspicato l'attribuzione del codice identificativo di malattia, perché questo avrebbe consentito un'incisiva riduzione di consulenze, esami e prestazioni inappropriate da parte di altre figure professionali, nonché prospettato il riconoscimento di un'esenzione minima di almeno 24 mesi;
   inoltre, sempre nella risposta, il Governo affermava che poiché il citato parere considerava la fibromialgia come cronica, invalidante solo in alcuni casi, non necessariamente permanente, e che era necessario attendere che fossero definiti i cut-off attraverso studi idonei, il Ministero della salute riteneva che non vi erano, al momento, le condizioni per l'inserimento della fibromialgia nell'elenco delle malattie croniche allegato al decreto ministeriale n. 329 del 1999 –:
   alla luce dei fatti sopra esposti ed in particolare della risposta all'atto di sindacato ispettivo 5-07313, quale sia allo stato attuale la definizione dei cut-off e se il Ministro interrogato non ritenga doveroso adottare iniziative affinché tale definizione avvenga il prima possibile per poter poi inserire tale malattia nell'elenco delle malattie croniche allegato al decreto ministeriale n. 329 del 1999, nonché nel caso in cui questa venga riconosciuta, attraverso la nuova Commissione aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza (Lea), anche all'interno dei nuovi Lea. (5-10965)