• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/10963    dall'articolo di la Repubblica.it (del 31 gennaio 2017) l'interrogante ha appreso la notizia di presunte irregolarità presso l'ospedale Fatebenefratelli di Roma, sul quale risulterebbe...



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-10963presentato daCOLLETTI Andreatesto diMartedì 28 marzo 2017, seduta n. 768

   COLLETTI e BARONI. — Al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   dall'articolo di la Repubblica.it (del 31 gennaio 2017) l'interrogante ha appreso la notizia di presunte irregolarità presso l'ospedale Fatebenefratelli di Roma, sul quale risulterebbe anche un'inchiesta aperta dalla procura di Roma e affidata ai Nuclei antisofisticazioni e sanità (Nas) dei carabinieri;
   tali asserite irregolarità riguarderebbero la figura dell'ex primario dell'unità di Urologia, dottor XXX YYY (in servizio fino al 16 ottobre scorso). Nel 2004, l'ospedale assume il dottor YYY con un contratto a tempo pieno. Nel 2012, lo stesso va in pensione, e solamente due settimane dopo viene riassunto con contratto part-time per svolgere il ruolo di primario del reparto urologia; inoltre, da visure camerali emergerebbe che l'ex primario risulti azionista di maggioranza della clinica privata Valle Giulia, e di cui è stato nel 2013 consigliere delegato;
   la clinica è convenzionata con il Fatebenefratelli per lo svolgimento dell'attività intramoenia dei medici dipendenti;
   dal medesimo articolo si apprende, altresì, che dagli elenchi della clinica apparirebbe che, oltre all'ex-primario del Fatebenefratelli, un gruppo costituito da almeno tre altri medici dell'ospedale lavora al suo interno. Queste anomalie sono seguite da altre riguardanti le liste d'attesa. Dalla lettura dei referti interni si evincerebbe, infatti che, in diversi casi, pazienti della menzionata clinica siano stati ricoverati saltando le liste e passando davanti a pazienti con patologie ben più gravi. Lo stesso si verificherebbe nel reparto solventi, l'area privata interna all'ospedale, ove, in diversi casi i solventi – chi paga privatamente – abbiano saltato le liste d'attesa degli interventi a discapito di coloro che ne hanno più bisogno e non hanno le disponibilità economiche. L'altra grave stranezza riguarda le équipe mediche impegnate negli interventi. Da alcune testimonianze e dalla documentazione ospedaliera, affiorerebbero delle difformità tra l’équipe indicata nel registro operatorio (chi realmente ha partecipato all'intervento) e quella riportata in check list (la lista comunicata ai pazienti). Da ciò si desume che conseguentemente sulle liste dovevano apparire come primo operatore alcuni medici intramoenia, obbligando così l'ospedale a pagare le tariffe previste dal sistema sanitario;
   il tribunale di Roma con decreto del 14 aprile 2016 ha omologato la proposta di concordato preventivo dell'ospedale anche con riferimento al recupero dei crediti vantati nei confronti della regione Lazio;
   il Fatebenefratelli opera in regime di accreditamento ai sensi dell'articolo 8-quater del decreto legislativo n. 502 del 1992. Siffatto regime è regolato da un accordo sottoscritto secondo i criteri del decreto del Commissario ad acta n. U00183/2013 e successive modificazioni e integrazioni della regione Lazio, per cui le strutture sanitarie private che erogano prestazioni sanitarie con onere a carico del SSR devono possedere, oltre ai requisiti tecnologici, strutturali ed organizzativi, anche requisiti minimi di affidabilità e onorabilità in ordine ad una corretta gestione nel rapporto con la pubblica amministrazione. Inoltre, le prestazioni richieste sono esclusivamente quelle consentite dalla configurazione di accreditamento; e quelle a carico del SSR devono essere rese nel rispetto dei criteri di congruità e appropriatezza, tenendo conto del governo delle liste d'attesa in ambito ospedaliero e specialistico. Tali prestazioni sanitarie dovranno essere erogate, altresì, da personale idoneo munito dei precipui titoli professionali che non versi in situazioni di incompatibilità e di conflitto di interessi vietato dalla normativa vigente;
   l'attuale normativa prevede la remunerazione da parte dell'ospedale del medico dipendente del SSN che esercita attività intramoenia e non extramoenia, e gli accordi regionali succitati non fanno alcun riferimento a prestazioni sanitarie o correlate tariffe erogabili dalle strutture sanitarie accreditate anche in regime di «intramoenia»;
   pertanto, i gravi fatti esposti laddove venissero accertati comporterebbero non solo conseguenze rilevanti in sede penale per i soggetti coinvolti, ma anche un grave danno per il diritto alla salute dei cittadini, oltre che per gli interessi finanziari pubblici –:
   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti descritti in premessa, e in particolare, se non ritenga prendere gli opportuni provvedimenti anche per il tramite del Commissario ad acta, nonché se ritenga ammissibile il regime di intramoenia anche per medici dipendenti delle strutture sanitarie accreditate, come disciplinato dalla normativa vigente. (5-10963)