Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
Atto a cui si riferisce:
S.4/07266 DI BIAGIO - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare - Premesso che:
il caso del SIN (sito di interesse nazionale) di Bussi sul Tirino (Pescara) evidenzia in...
Atto Senato
Interrogazione a risposta scritta 4-07266 presentata da ALDO DI BIAGIO
martedì 28 marzo 2017, seduta n.793
DI BIAGIO - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare - Premesso che:
il caso del SIN (sito di interesse nazionale) di Bussi sul Tirino (Pescara) evidenzia in maniera peculiare gli effetti del complesso intreccio operativo, amministrativo, normativo in materia di bonifiche;
il SIN comprende territori di 11 comuni e si estende dal polo chimico ad aree limitrofe, passando attraverso le gole di Popoli, lungo la valle del Pescara, fino alla confluenza del fiume Orte, dove sono presenti impianti industriali dismessi; si trova in una posizione estremamente critica, dove si concentra circa un terzo di tutte le acque dell'Abruzzo, con scorrimento sia superficiale (fiume Pescara e fiume Tirino, suo affluente) che sotterraneo e al confine tra il parco nazionale Gran Sasso e il parco nazionale Maiella Morrone;
la contaminazione delle matrici ambientali deriva dalle attività industriali esercitate per oltre un secolo nel polo chimico, nonché da rifiuti industriali collocati in 2 discariche interne e, a valle dello stabilimento, in una grande discarica abusiva;
il SIN di Bussi sul Tirino rappresenta un esempio di un insediamento in cui, nel corso di molti decenni, si sono svolte attività industriali "pesanti" nel settore della chimica, progressivamente cessate, lasciando un sito contaminato, e come tale formalmente dichiarato, con conseguente necessità di messa in sicurezza e bonifica;
tale bonifica potrebbe e dovrebbe preludere al progressivo reinsediamento di nuove attività nella medesima area, ma con una maggiore attenzione e quindi con un minore impatto ambientale, e che si caratterizzi per un posizionamento strategico e la realizzazione di adeguate infrastrutture, ciò anche al fine di dare un rilancio ed una nuova opportunità di sviluppo all'area interessata;
nel tempo, si sono rivelate criticità e ritardi nella gestione commissariale, nonostante il sito di Bussi e la sua gestione commissariale, iniziata nel 2007, abbiano fruito di norme speciali, introdotte al fine di garantire al commissario risorse economiche e la prosecuzione del suo mandato; l'efficacia del modello dì gestione commissariale si è rivelata insufficiente; d'altro canto, sono in passato mancate prese di posizione acceleratorie da parte dell'amministrazione centrale dello Stato;
altri fattori critici sono stati: la molteplicità dei livelli istituzionali coinvolti, l'interesse non adeguatamente canalizzato degli enti locali, il ruolo della Regione Abruzzo come soggetto esponenzialmente presente e rappresentativo, ma senza competenza tipizzata, il rapporto di scarsa collaborazione tra commissario e altri soggetti; la sovrapposizione di competenze e la presenza pubblica, in una logica più di metodo procedurale che di risultato, hanno prodotto atteggiamenti talora attendisti delle aziende insediate nel sito, nonché l'arenarsi di provvedimenti amministrativi nel contenzioso giudiziario;
la situazione si è evoluta in occasione dell'approvazione della legge n. 208 del 2015 (legge di stabilità per il 2016), che, all'articolo 1, comma 815, ha previsto la chiusura della decennale gestione commissariale al 30 giugno 2016, anche se la fase post commissariale ancora non ha ottenuto effetti visibili;
considerato che:
con bando del 18 dicembre 2015, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione europea il giorno successivo, è stata indetta da parte del commissario straordinario la gara per l'affidamento della progettazione ed esecuzione dei lavori di bonifica dei terreni, denominati "aree esterne Solvay" ricadenti in Bussi sul Tirino;
mentre sia il decreto-legge n. 179 del 2012, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 221 del 2012, sia la legge n. 228 del 2015, sia il codice dell'ambiente (di cui al decreto legislativo n. 152 del 2006) prevedono che il sito di Bussi debba essere bonificato, tenendo conto non solo delle esigenze ambientalistiche, ma anche di quelle finalizzate alla reindustrializzazione e alla ripresa occupazionale, il bando mira esclusivamente alla bonifica dei luoghi. La procedura di gara bandita dall'ex commissario riguarda, inoltre, solo la bonifica delle sole cosiddette aree esterne, rappresentanti, peraltro, solo una parte di quelle inquinate;
il bando invece prevede sostanzialmente l'utilizzazione di tutte le risorse disponibili, con la conseguenza che le necessarie finalità di reindustrializzazione e di ripresa dei livelli occupazionali, utili per ridare dignità economica e slancio all'area interessata, non potranno trovare soddisfazione anche in futuro, se non con il reperimento, allo stato assai improbabile, di ulteriori risorse pubbliche;
considerato, inoltre, che, a quanto risulta all'interrogante:
sulla stampa locale è stato citato il verbale di una riunione "urgente" del 1° febbraio 2017, tenuta al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, nel quale si metterebbe, in sostanza, nero su bianco che i soldi per gli interventi di bonifica e messa in sicurezza delle aree industriali di Bussi sul Tirino, oggetto della procedura di gara bandita nel dicembre 2015, non bastano. A fronte di un "fabbisogno finanziario" pari a 45.655.238,69 euro, la "risorsa disponibile" ammonterebbe a 44.755.338,008 euro;
la Regione Abruzzo, per reperire quasi un milione di euro mancanti, avrebbe garantito la sua disponibilità ad integrare il fondo attraverso le risorse assegnate a valere sui fondi FSC (fondi per lo sviluppo e la coesione), già destinati a Bussi (60 milioni di euro). La Regione, pur manifestando la piena disponibilità a garantire detta copertura, ad oggi dimenticherebbe di riferire come quei fondi siano già assegnati ai soli interventi di bonifica della discarica Tremonti, come chiaramente indicato nelle relative delibere. Nessun atto consequenziale, se non palesemente illegittimo, potrebbe mai consentire una distrazione delle somme vincolate alla bonifica di una discarica precisamente individuata, quella di Tremonti,
si chiede di sapere:
se non sia opportuno verificare che il decreto e il successivo bando del 2015 siano stati adottati dal commissario in carenza di potere, essendo la gestione commissariale cessata alla data del 31 dicembre 2012;
quale sia la reale copertura del bando di gara e quali fondi siano immediatamente disponibili;
qualora emerga che gli stanziamenti disponibili non siano sufficienti all'effettuazione dei necessari interventi, se si renda necessario revocare il bando di gara;
se non sia il caso di controllare che risorse destinate per scopi specifici, sulla base del "patto per il Sud", siano destinate ad integrazione dell'inidonea copertura stabilita ab origine per il bando di gara in oggetto;
se la necessità di nuovi sondaggi idrogeologici, manifestata dall'Arta Abruzzo (Agenzia regionale per la tutela del territorio) sulle stesse aree oggetto della gara d'appalto, esiga una nuova progettazione preliminare, che renderebbe desueta e anacronistica la stessa fase attuativa del bando.
(4-07266)