• Testo RISOLUZIONE IN COMMISSIONE

link alla fonte scarica il documento in PDF

Atto a cui si riferisce:
C.7/00307 premesso che: sul giornale nazionale Il Tempo del 14 marzo 2014, è stata pubblicata un'ampia intervista al Presidente nazionale della Coldiretti, dottor Roberto Moncalvo, vertente sui...



Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00307presentato daMONGIELLO Colombatesto diMartedì 18 marzo 2014, seduta n. 192

La XIII Commissione,
premesso che:
sul giornale nazionale Il Tempo del 14 marzo 2014, è stata pubblicata un'ampia intervista al Presidente nazionale della Coldiretti, dottor Roberto Moncalvo, vertente sui rischi dei prodotti agroalimentari d'importazione e sulla scarsa o inesistente informazione circa la loro origine, nonché sulla riservatezza circa la provenienza delle materie prime alimentari importate, sul loro utilizzo nelle imprese industriali di trasformazione ed in quali prodotti finiti siano presenti al momento della loro vendita al consumatore;
il presidente Moncalvo, in particolare, nel confermare come ormai in Italia i consumatori siano maturi e consapevoli sui rischi alimentari e pertanto siano sempre più esigenti nel chiedere informazioni certe sull'origine dei prodotti agroalimentari e sulle materie prime con cui vengono elaborati, sottolinea anche il fatto che il Ministero della salute conosca la provenienza della totalità dei prodotti alimentari d'importazione e delle materie prime agricole utilizzate in Italia per preparare altre derrate che di norma sono commercializzate come prodotti di origine nazionale. Di tali prodotti agroalimentari importati, però, il Ministero della salute non fornisce né le identità e né gli esiti dei controlli cui le autorità competenti li sottopongono sia presso i punti d'importazione (dogane), sia presso gli eventuali luoghi di trasformazione e presso i punti di vendita finale al consumatore;
giova anche ricordare al riguardo che il Ministero della salute è il punto di contatto del Piano Nazionale Integrato (PNI o MANCP), ai sensi del Regolamento (CE) n. 882/2004, il quale descrive il «Sistema Italia» dei controlli ufficiali in materia di alimenti, mangimi, sanità e benessere animale e sanità delle piante ed è finalizzato alla razionalizzazione delle attività, mediante un'opportuna considerazione dei rischi ed un adeguato coordinamento di tutti i soggetti istituzionali coinvolti. Al Piano Nazionale Integrato partecipano autorità nazionali con i loro relativi corpi ispettivi: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Ministero della salute, istituzioni regionali e laboratori di analisi autorizzati, Comando carabinieri per la tutela della salute, Carabinieri delle politiche agricole ed alimentari, Carabinieri per la tutela dell'ambiente, Corpo forestale dello Stato, Guardia di finanza, capitanerie di porto, Agenzie delle dogane, Istituto superiore di sanità, agenzie regionali, aziende sanitarie locali. Per quanto riguarda il sistema degli alimenti, il Piano Nazionale Integrato si occupa dei seguenti settori: sicurezza e nutrizione; qualità merceologica; acque potabili e minerali; importazioni e scambi. Per quanto riguarda i controlli sui prodotti di origine animale, presso le frontiere si eseguono controlli documentali e d'identità sul 100 per cento delle partite, nonché controlli di laboratorio sul 3 per cento delle partite presentate per l'importazione come stabilito dal piano di monitoraggio sui controlli di laboratorio. Per ciò che riguarda i prodotti di origine non animale, si effettuano controlli documentali ed ispettivi (con o senza campionamento e analisi), dei documenti commerciali e certificati (sistematici) e controlli di identità/ispezione visuale (frequenza variabile a seconda del tipo di merce e del suo stato - confezionata o meno), oltre che controlli materiali su imballaggi, su etichettatura, su temperatura e controlli analitici (frequenza variabile dal 5 per cento al 100 per cento a seconda se si tratta di controllo abituale o accresciuto);
il Ministero della salute applica su questa materia il principio della riservatezza delle informazioni in quanto ritiene che i risultati dei controlli effettuati per la rintracciabilità delle derrate alimentari importate, siano dati sensibili;
un caso eclatante che richiama il presidente Moncalvo nell'intervista di cui sopra, è quello del concentrato di pomodoro importato, in gran parte dalla Cina, (trattasi di oltre 150.000 tonnellate di concentrato, contenuto in fusti da 200 kg), che poi viene trasformato o aggiunto alla produzione nazionale da determinate imprese agroindustriali per produrre passata di pomodoro italiana;
si tratta di prodotti che provengono spesso da paesi esteri in cui non sono applicate le rigorose norme sulla sicurezza alimentare che invece sono applicate in Italia ed a cui devono sottostare i nostri agricoltori e le nostre imprese agricole, a cominciare dall'uso responsabile (ed autorizzato) dei prodotti fitosanitari, passando per la loro corretta gestione ed il controllo dei loro residui nei prodotti finali, fino al rispetto della loro etichettatura nella vendita finale, senza tralasciare le altre norme sui vincoli in materia di benessere animale e di tutela dell'ambiente;
per assicurare questi elevati standard di qualità i nostri agricoltori effettuano ingenti investimenti e sopportano elevati costi di produzione, ciò che al contrario non accade per i prodotti d'importazione che oltre ad essere insidiosi per i consumatori, sono per questo anche meno costosi e perciò diventano spietati e sleali concorrenti di quelli nazionali;
sono noti i molteplici casi di sequestri di alimenti avariati che, se immessi sul mercato, potrebbero causare problemi ai consumatori, ma mai si fanno i nomi di chi li abbia prodotti, come pure non si forniscono i nominativi delle imprese che importano materie prime risultate negative ai controlli doganali o presso le industrie di trasformazione. Tuttavia, seppure non vengono fornite le generalità delle aziende e dei marchi coinvolti, essi sarebbero molto utili per il pubblico, in modo da permettere al consumatore di scegliere con cognizione di causa il prodotto da acquistare e, tanto più, eliminarlo se presente in dispensa;
sembra che per quanto riguarda i nomi o i marchi delle aziende coinvolte nei sequestri, occorra attendere gli accertamenti penali delle persone implicate, oltre che gli esiti di laboratorio di eventuali analisi richieste dalla magistratura per avere la certezza e il tipo di reato;
sotto questo punto di vista la nostra normativa è garantista e non consente la comunicazione di nomi o marchi alla stampa o ai cittadini fino ad indagini concluse, anche se in caso di situazioni di grave pericolo per la salute pubblica, la comunicazione è invece immediata;
ma se in Italia risulta impossibile per i consumatori avere informazioni trasparenti ed aggiornate sull'origine effettiva degli alimenti che acquistano, sulle eventuali irregolarità o ipotesi di illecito che vengono imputate alle imprese produttrici o importatrici e sui nomi dei prodotti stessi e dei loro marchi d'impresa, in altri Stati europei tali ostacoli non esistono ed anzi viene messa davanti ad ogni riserva di tipo burocratica, la trasparenza dell'informazione verso i consumatori;
la Repubblica Ceca in particolare, dal mese di luglio 2012 ha messo in rete un elenco dei prodotti alimentari segnalati nel corso dei controlli oppure ritirati dal mercato per i più svariati motivi;
nelle pagine consultabili in rete di questo sito è possibile si trovare di tutto: prodotti ammuffiti, etichette errate, presenza di coloranti vietati, sofisticazioni, adulterazioni. I prodotti sono fotografati e affiancati da una scheda molto dettagliata, che illustra i motivi della segnalazione, il Paese di origine, indicando il nome del distributore o del venditore e il lotto;
questo sito offre ciò che serve al consumatore della Repubblica Ceca per individuare se nella dispensa di casa è custodito uno dei prodotti sotto accusa;
il sito in questione è presente all'indirizzo: www.potravinvnapranyri.cz, «cibo alla Gogna». Esso è stato lanciato il 10 luglio 2012 durante la conferenza stampa tenuta dal Ministro dell'Agricoltura della Repubblica Ceca, l'Ingegnere Petr Bendl ed il Direttore Generale dell'autorità per i controlli CAFIA, l'ingegnere Jakub Šebesta;
la CAFIA è una amministrazione statale della Repubblica Ceca, alle dipendenze del Ministero dell'agricoltura. Si tratta di una autorità statale responsabile della supervisione della sicurezza, la qualità e l'etichettatura dei prodotti alimentari;
lo scopo del sito è quello di informare i consumatori sulla scarsa qualità degli alimenti, sul cibo adulterato o non sicuro rivelato nel corso dei controlli ufficiali eseguiti dalla CAFIA;
l'obiettivo del progetto del Ministero dell'agricoltura della Repubblica Ceca è migliorare la posizione dei consumatori che di norma sono l'anello finale del mercato alimentare e del più ampio settore della sicurezza e della qualità alimentare;
nella prima operazione di 24 ore, il sito fu stato visitato da oltre 200 mila visitatori con una lettura superiore a 4 milioni di pagine e spendono una media di 6,45 minuti sul sito;
nel sito in oggetto il cibo è suddiviso in tre categorie in base alla severità della non osservanza dei requisiti di legge: di scarsa qualità, adulterati e non sicuri. Vi è un simbolo di una mela visualizzato accanto a ciascun prodotto alimentare non idoneo – il colore giallo indica che il prodotto alimentare appartiene ai prodotti di scarsa qualità, arancione indica che appartiene ai prodotti adulterati e rosso indica che appartiene ai prodotti non sicuri. Il nome del prodotto, la categoria di alimenti e la sottocategoria ed il luogo di ispezione, vengono visualizzati insieme al paese di origine con la bandiera del rispettivo paese e l'immagine del prodotto;
dopo aver cliccato sul prodotto, il consumatore può visualizzare le seguenti informazioni: il parametro del prodotto non risultato conforme alla legislazione di settore, un'informazione per il consumatore, il lotto, la data di scadenza, informazioni sulla persona che è stata ispezionata, il produttore/importatore/distributore – se sono noti, il paese d'origine, il luogo di produzione e le foto del prodotto,

impegna il Governo:

ad intraprendere le iniziative volte a far sì che anche in Italia si possano fornire ai consumatori i dati e le informazioni relative ai prodotti agroalimentari ed alle materie prime alimentari importate ed agli esiti non positivi dei controlli allo scopo effettuati, con particolare riferimento ai nomi delle imprese che li fabbricano o li importano o li distribuiscono, ai parametri per cui eventualmente tali prodotti non siano risultati conformi alle relative norme di settore, tra cui quelle sulla sicurezza alimentare o sulla qualità e l'igiene degli alimenti, sul rispetto della sicurezza nelle fasi della produzione, nonché sulla tutela dell'ambiente e del benessere degli animali, ad ogni modo rendendo sempre disponibili i dati relativi all'importazione ed all'utilizzo delle materie prime che essendo analoghe a quelle tipiche della tradizione agricola ed alimentare italiana, vengono poi aggiunte o sostituite nelle preparazione di queste ultime e vendute come vere produzioni italiane, come nel caso del concentrato di pomodoro di origine cinese citato in premessa;
ad attivare anche nel nostro Paese, analogamente a quanto ha già fatto la Repubblica Ceca con il sito «Cibo alla Gogna», un sito internet in favore della trasparenza e dell'informazione dei consumatori, che riporti le generalità dei prodotti e dei relativi produttori o importatori o distributori, che siano risultati non positivi ai controlli allo scopo previsti o che siano stati segnalati nel corso dei controlli oppure siano stati ritirati dal mercato a causa delle non conformità in tal senso accertate.
(7-00307) «Mongiello».