• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/03629 BLUNDO, PUGLIA, GIARRUSSO, MORRA, GIROTTO, NUGNES, CAPPELLETTI, SANTANGELO, CRIMI, CIAMPOLILLO - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca - Premesso che: in un...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-03629 presentata da ROSETTA ENZA BLUNDO
giovedì 30 marzo 2017, seduta n.797

BLUNDO, PUGLIA, GIARRUSSO, MORRA, GIROTTO, NUGNES, CAPPELLETTI, SANTANGELO, CRIMI, CIAMPOLILLO - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca - Premesso che:

in un articolo del 23 marzo 2017 pubblicato sul sito "il Foglietto" si è fatto cenno all'esistenza di un accordo operativo tra il Ministero dello sviluppo economico, la Regione Basilicata e l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV), con cui si intende applicare in via sperimentale gli "indirizzi e le linee guida per il monitoraggio della sismicità, delle deformazioni del suolo e delle pressioni di poro nell'ambito delle attività antropiche di sottosuolo" alle attività di estrazione petrolifera che si effettuano in val d'Agri, area interna dell'Appennino lucano, concessione che è riconducibile a Eni SpA e Shell SpA. Gli indirizzi e le linee guida (ILG) sono stati redatti da un gruppo di lavoro istituito presso lo stesso Ministero e composto da enti di ricerca e rappresentanti del mondo accademico, a seguito delle raccomandazioni della commissione "Ichese". Tale organismo, voluto dalla Regione Emilia-Romagna per far luce sulle possibili cause del terremoto del 2012, nella sua relazione finale ha evidenziato il rischio che i fluidi di scarto delle estrazioni petrolifere possano contribuire a scatenare forti scosse in zone ad alta pericolosità sismica;

dalle medesime fonti si rileva, inoltre, che nell'accordo viene stabilito che i compiti dell'INGV saranno decisi dalla Regione Basilicata e che rientreranno in un generico supporto all'attività di monitoraggio mediante la raccolta, il trattamento e la trasmissione dei dati al Ministero, alla Regione e al concessionario, nel caso specifico Eni e Shell. "Il pagamento delle attività di INGV - si legge poi nella delibera della Giunta della Regione Basilicata del 19 dicembre 2016 - verrà garantito da un fondo istituito presso la stessa Regione, ma finanziato dal concessionario", cioè sempre da Eni e Shell. In pratica l'attività dell'INGV viene pagata da Eni e Shell, le cui attività e i loro presunti effetti dovrebbero essere monitorati dallo stesso INGV;

considerato che:

l'INGV è preposto su incarico del Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri all'attività di sorveglianza sismica continua (sulle 24 ore) su tutto il territorio italiano attraverso la rete sismica nazionale. Tra l'altro, è presente nella val d'Agri da ormai alcuni anni, dove offre in raccordo con la Regione supporto per le attività di monitoraggio sismico;

sulla base di quanto previsto dal decreto 25 marzo 2015 del Ministro dello sviluppo economico, gli ILG sono stati individuati come specifiche tecniche avanzate che necessitano di essere perfezionate sulla base dei casi specifici, ai fini dell'applicazione dei programmi di monitoraggio, sia nell'ambito di nuovi conferimenti di titoli concessori sia per le attività in corso;

considerato infine che:

a parere degli interroganti la situazione presenta profili molto discutibili perché inevitabilmente getta delle ombre e crea dei sospetti sull'effettiva capacità dell'INGV di garantire in val d'Agri un'attività di monitoraggio sismico veramente libera, imparziale e nell'interesse della sicurezza dei cittadini;

ai potenziali rischi riscontrati dalla commissione Ichese (international commission on hydrocarbon exploration and seismicity in the Emilia region) si aggiunge, sempre secondo quanto riportato nell'articolo, anche uno studio condotto nel 2014 da un gruppo di geologi del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) in cui è evidenziata la presenza, in prossimità della superficie, nell'area della val d'Agri, proprio nella zona in cui si praticano le attività estrattive, di una faglia attiva. Tali risultanze richiedono garanzie ancora maggiori circa la piena indipendenza e terzietà dell'operato dell'INGV nell'esplicare le operazioni di controllo e monitoraggio sull'area,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti;

se non ritenga che sia messa seriamente in pericolo l'autonomia scientifica dell'INGV, principio che deve contraddistinguere qualunque attività dell'istituto nell'ambito dei settori in cui è chiamato in causa;

se e quali iniziative, nei limiti delle proprie competenze, intenda urgentemente attivare al fine di garantire la credibilità e l'autorevolezza dell'attività di monitoraggio e controllo svolta dall'INGV nell'ambito della vicenda, a fronte soprattutto delle risultanze dello studio effettuato nel 2014 da alcuni geologi del CNR.

(3-03629)