• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/02400 il 27 gennaio, il tribunale di primo grado di Ferrara ha condannato il Ministero della salute a indennizzare la famiglia di Francesco Finessi – alpino di 22 anni morto nel 2002 a causa del...



Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-02400presentato daSBROLLINI Danielatesto diMercoledì 19 marzo 2014, seduta n. 193

SBROLLINI e LENZI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
il 27 gennaio, il tribunale di primo grado di Ferrara ha condannato il Ministero della salute a indennizzare la famiglia di Francesco Finessi – alpino di 22 anni morto nel 2002 a causa del linfoma non Hodgkin – riconoscendo il nesso di causalità tra la malattia e i vaccini cui il giovane era stato sottoposto durante il servizio di leva a Belluno, vaccini che hanno provocato il collasso del suo sistema immunitario fino a causargli una malattia letale, poiché furono «somministrati macroscopicamente in modo sbagliato dai medici», recita la sentenza;
già a novembre 2013, il processo penale per il caso Finessi presso tribunale di Belluno portò alla condanna a tre anni di Nicola Marchetti, ufficiale medico del 16o reggimento alpini di stanza alla caserma Salsa di Belluno, per falso ideologico e falso materiale commessi da pubblico ufficiale in atti pubblici, per alcune visite mai effettuate sui soldati a lui affidati. In particolare, l'indagine metteva in relazione le mancate visite e un vaccino anti-tifo somministrato due volte a Finessi;
si apprende da fonti stampa che in Italia, negli ultimi 10 anni, si contano circa 3.500 casi di persone che, in seguito alle vaccinazioni somministrate durante il servizio di leva, hanno sviluppato malattie invalidanti e anche mortali;
la sentenza storica che condanna il Ministero della salute sottende il mancato rispetto del diritto alla salute (articolo 32 della Costituzione italiana), la mancata trasparenza del sistema sanitario militare, nonché il paradosso cui sono andati incontro i giovani che, al servizio del proprio Paese, per mano di questo si sono ammalati fino, in alcuni casi, alla morte –:
se e con quali modalità il Ministro intenda intervenire per assicurare la piena tutela del diritto alla salute ai militari attualmente in servizio nonché a quelli futuri, e per riconoscere come vittime del dovere coloro che si sono ammalati e/o sono deceduti in seguito e in relazione alle vaccinazioni somministrate durante il servizio militare, dando diritto a loro stessi e ai loro famigliari alla corresponsione dei benefici previsti dalla normativa in materia. (5-02400)