• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
C.3/02937    nel 1986 chiude l'impianto di incenerimento di San Donnino, cui segue immediatamente l'apertura del dibattito sulla realizzazione di un nuovo impianto destinato a smaltire i rifiuti...



Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-02937presentato daPARISI Massimotesto diMartedì 4 aprile 2017, seduta n. 773

   PARISI e FRANCESCO SAVERIO ROMANO. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   nel 1986 chiude l'impianto di incenerimento di San Donnino, cui segue immediatamente l'apertura del dibattito sulla realizzazione di un nuovo impianto destinato a smaltire i rifiuti prodotti nell'area fiorentina;
   nel 1997 entra in vigore il «decreto Ronchi» che prescrive che ogni ambito territoriale ottimale sia autosufficiente per quanto concerne lo smaltimento dei rifiuti prodotti;
   nel 2005 la valutazione di impatto sanitario, richiesta dalla provincia di Firenze dopo l'adozione del piano provinciale dei rifiuti, indica Case Passerini quale localizzazione ottimale per il nuovo impianto destinato a coprire le esigenze dell'ambito territoriale ottimale;
   nel 2006 la provincia di Firenze approva l'intervento e nel gennaio del 2007 regione ed enti locali siglano un accordo per prevedere la realizzazione del termovalorizzatore;
   nel 2009 prende il via la procedura: nel 2014 è la volta della valutazione di impatto ambientale, nel 2015 la conferenza dei servizi dà il via libera ai lavori tramite la concessione dell'autorizzazione integrale ambientale;
   nel giugno 2016 il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare include la Toscana tra le regioni che necessitano di un termovalorizzatore;
   l'impianto di Case Passerini è inserito nell'elenco dei siti di trattamento termico dei rifiuti stilato dal Governo nel decreto-legge «sblocca Italia» e nel collegato decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 10 agosto 2016;
   nell'agosto 2016 il comune di Sesto Fiorentino evidenzia come il mancato compimento delle procedure di esproprio da parte della società che gestirà l'impianto faccia venir meno uno dei presupposti per la sua realizzazione. Al contempo, la società accusa il comune di non fornire le coordinate per permettere il pagamento degli oneri di urbanizzazione;
   il 9 novembre 2016 il tribunale amministrativo regionale della Toscana accoglie un ricorso avverso la realizzazione dell'impianto e annulla l'autorizzazione. Uno stop che potrebbe portare alla decadenza dei termini dell'autorizzazione, la conseguente perdita di 80 milioni di euro di incentivi statali e lasciare l'area fiorentina priva di un impianto strategico;
   l'impianto di Case Passerini dovrebbe servire l'area di Firenze, Prato e Pistoia, ambito territoriale ottimale che ad oggi risulta conferire parte dei rifiuti ad altro ambito territoriale ottimale, bruciando annualmente quasi 200 mila tonnellate di rifiuti, consentendo la riduzione dei conferimenti in discarica e producendo energia elettrica –:
   se il Governo ritenga ancora strategica la realizzazione dell'impianto di Case Passerini e se intenda, nei limiti delle proprie competenze, attivarsi perché si possano avviare i lavori dopo trenta anni di discussioni. (3-02937)