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Atto a cui si riferisce:
C.1/01579    premesso che:     la crisi siriana è iniziata nel marzo 2011 con le manifestazioni pubbliche contro il governo di Bassar Al Asad ed è sprofondata in una vera e propria...



Atto Camera

Mozione 1-01579presentato daLAFORGIA Francescotesto diGiovedì 6 aprile 2017, seduta n. 775

   La Camera,
   premesso che:
    la crisi siriana è iniziata nel marzo 2011 con le manifestazioni pubbliche contro il governo di Bassar Al Asad ed è sprofondata in una vera e propria guerra civile a partire dal 2012;
    in questi sei anni, il conflitto ha causato oltre 300 mila vittime secondo le stime delle Nazioni Unite, tra le 400 mila e le 500 mila secondo un conteggio effettivo di altre organizzazioni umanitarie. Secondo la stima ONU, delle 300 mila vittime 100 mila sarebbero civili, 20 mila i bambini e 10 mila le donne;
    dall'inizio del conflitto 11,5 milioni di persone, ovvero quasi metà della popolazione prima dell'inizio della guerra, sono state costrette ad abbandonare le proprie case: 5 milioni di persone hanno trovato rifugio fuori dalla Siria, mentre è di 6,5 milioni di persone il numero degli sfollati interni. Moltissime di queste persone hanno bisogno di assistenza;
    di queste persone, diverse centinaia di migliaia di persone si trovano attualmente sotto assedio delle bombe in varie aree del Paese, pressoché isolate, con crescenti difficoltà a far giungere loro aiuti umanitari. In particolare risultano esserci centinaia di migliaia di persone bloccate al confine turco, 640 mila persone bloccate sotto assedio militare nel Paese e 78 mila persone bloccate al confine giordano;
    le persone che in totale necessitano di assistenza sanitaria e protezione risultano essere più di 13 milioni, di queste 5,7 milioni di persone hanno bisogno immediato di aiuto e 6,5 milioni di persone hanno scarso accesso ai beni e servizi primari in un Paese dove più del 50 per cento delle strutture pubbliche sono state chiuse nel corso di questi anni;
    dall'inizio del conflitto la perdita economica in Siria è stimata in 255 miliardi di dollari e oggi 4 siriani su 5 vivono in condizioni di estrema povertà, ma sono i bambini che hanno pagato il prezzo più alto del conflitto;
    secondo l'organizzazione Save the Children sono ancora 5,8 milioni i bambini che vivono sotto i bombardamenti e necessitano di aiuti immediati. Sono almeno 3 milioni i bambini che hanno oggi sei anni e non hanno mai conosciuto altro che la guerra;
    1,7 milioni di bambini non possono andare a scuola in Siria e una scuola su tre è oggi inutilizzabile nel Paese, mentre molte risultano essere occupate dalle varie milizie e gruppi armati che operano in Siria;
    il 2016 è risultato essere l'anno peggiore per i bambini siriani con 652 bambini, uccisi e 647 feriti gravi, rispettivamente il 20 e 25 per cento in più rispetto all'anno precedente;
    l'ultimo bilancio di morte è avvenuto nella città di Khan Sheykhun ed ha provocato 72 vittime, tra cui 20 bambini e 17 donne. Sarebbe stato un attacco effettuato con armi chimiche. Complessivamente stando alle fonti mediche e ospedaliere che si trovano in Siria, i morti dopo i raid degli ultimi due giorni ad Idlib e a Khan Shaykhun sono 125, di cui 32 bambini e 12 professionisti della sanità;
    dall'inizio delle proteste di piazza, inquadrate nell'ambito di quella che poi è stata definita «Primavera araba», la situazione in Siria è sprofondata velocemente verso il caos, via via alimentato da una sanguinosa «guerra per procura», iniziata dalle speculazioni delle potenze regionali – su tutte Turchia, Iran, Arabia Saudita – che poi si sono incrociate con le strategie delle grandi potenze globali – in particolare Usa, Russia;
    la destabilizzazione della Siria è stata alimentata dal conflitto e dalla successiva disgregazione di un altro Paese, l'Iraq, di cui è responsabile in larga parte l'Occidente;
    negli ultimi mesi, da quando è partita l'operazione per la liberazione della città di Mosul in Iraq, molte decine di migliaia di persone hanno varcato la frontiera con la Siria ed hanno raggiunto le zone del Rojava-Federazione della Siria del nord;
    in particolare, queste persone hanno raggiunto i campi profughi allestiti nell'area di Derek. Tuttavia la situazione di embargo che persiste sulla Federazione della Siria del Nord, sia al confine con la Turchia, sia con il confine con il Kurdistan Irakeno, non consente l'invio di aiuti umanitari e scarseggiando i rifornimenti di cibo, acqua, medicine e strutture di accoglienza, la situazione è vicina al collasso;
    occorrerebbe quindi un aiuto straordinario per quell'area così come per le altre zone della Siria oggi sotto assedio o isolate e non è più rinviabile l'apertura di corridoi umanitari per consentire urgentemente l'invio di aiuti umanitari e la messa insicurezza della popolazione civile che non più rimanere in quelle zone;
    al tempo stesso, anche alla luce dell'imminente liberazione della città di Raqqa, da parte delle Forze democratiche siriane, non è più rinviabile l'elaborazione di un serio piano appoggiato dalla comunità internazionale e da tutti gli attori parti in causa, che preveda la fine delle ostilità una road map nella direzione di una Siria democratica. Decine di migliaia di abitanti di Raqqa stanno lasciando in queste ore la città e la sua provincia;
    dopo sei anni di conflitto è arrivato il momento per le armi di tacere e alla soluzione militare non può che sostituirsi una soluzione politica, da costruirsi nel quadro dell'unità della Siria, in cui le parti in conflitto si impegnino a rispettare le diversità dei popoli costituenti in una nuova Siria democratica, quindi per un sistema democratico decentrato in cui tutti condividono autonomia, a discapito di una struttura autoritaria, nazionalistica e sciovinista, come è il regime di Bassar Al Asad, che è alla base, tra l'altro, dello scoppio delle violenze,

impegna il Governo:

1) ad assumere le iniziative di competenza volte a favorire un immediato «cessate il fuoco» che preveda in particolare la cessazione dei bombardamenti indiscriminati che sempre più spesso prendono di mira obiettivi sensibili, quali, scuole, mercati, ospedali;
2) ad assumere iniziative urgenti per l'apertura di corridoi umanitari dalla Siria, in particolare prevedendo misure straordinarie con riferimento ai minori, facendo sì che la Turchia apra immediatamente le frontiere per permettere il passaggio dei convogli umanitari;
3) a promuovere con gli altri partner internazionali la ricostruzione delle aree liberate dalla presenza dello Stato Islamico in Siria e nella Federazione della Siria del Nord;
4) a favorire il dialogo tra le forze democratiche del Paese e gli attori regionali, implementando la road map tracciata dal vertice di Vienna con l'obiettivo di tenere una Conferenza nazionale siriana promossa dalle Nazioni Unite a cui devono essere invitate tutte le altre parti in conflitto, le organizzazioni della società civile siriana, nonché le forze politiche democratiche a partire dalle istituzioni autonome della Federazione della Siria del Nord e le Forze siriane democratiche (SDF);
5) a proporre nelle sedi internazionali misure immediate per bloccare le risorse di finanziamento delle varie fazioni armate in, Siria e fermare la fornitura di armi alle parti in conflitto nel Paese;
6) a proporre in sede ONU una indagine internazionale su quanto accaduto a Idlib e a Khan Shaykhun, affinché i responsabili siano processati per crimini contro l'umanità davanti alla Corte penale internazionale.
(1-01579) «Laforgia, Scotto, Speranza, Cimbro, Piras, Roberta Agostini, Albini, Bersani, Franco Bordo, Bossa, Capodicasa, D'Attorre, Duranti, Epifani, Fava, Ferrara, Folino, Fontanelli, Formisano, Fossati, Carlo Galli, Kronbichler, Leva, Martelli, Matarrelli, Melilla, Mognato, Murer, Nicchi, Giorgio Piccolo, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Rostan, Sannicandro, Stumpo, Zaccagnini, Zappulla, Zaratti, Zoggia».