• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

link alla fonte scarica il documento in PDF

Atto a cui si riferisce:
C.3/02941    l'Italia è il principale produttore europeo di grano duro destinato alla pasta con quasi 5 milioni di tonnellate su una superficie coltivata pari a circa 2,5 milioni di ettari, di cui 140...



Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-02941presentato daLATRONICO Cosimotesto diLunedì 10 aprile 2017, seduta n. 777

   LATRONICO. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali . — Per sapere – premesso che:
   l'Italia è il principale produttore europeo di grano duro destinato alla pasta con quasi 5 milioni di tonnellate su una superficie coltivata pari a circa 2,5 milioni di ettari, di cui 140 mila ettari in Basilicata con diecimila aziende;
   da alcuni anni il settore agricolo si trova a combattere una battaglia contro il crollo dei prezzi del grano italiano che ha causato agli agricoltori perdite per circa 700 milioni di euro. Le quotazioni del grano duro destinato alla produzione di pasta hanno perso il 43 per cento del valore, mentre si registra un calo del 19 per cento del prezzo del grano tenero destinato alla panificazione;
   il made in Italy agroalimentare è il più copiato e contraffatto al mondo e, nonostante il settore agricolo confermi le sue enormi potenzialità, esso deve affrontare e contrastare la pressione delle distorsioni di filiera e il flusso delle importazioni selvagge dall'estero che fanno concorrenza sleale alla produzione nazionale;
   nei porti italiani continuano a giungere navi importatrici di grano da tutto il mondo con pochissimi controlli sanitari che, oltre a contribuire alla diminuzione del prezzo, creano anche problemi di tracciabilità e salubrità del prodotto importato;
   una situazione drammatica è stata determinata dal crollo dei prezzi pagati agli agricoltori che nella campagna 2016 sono praticamente dimezzati per effetto delle speculazioni e della concorrenza sleale del grano importato dall'estero e poi utilizzato per fare pasta venduta come italiana. Oggi il grano duro per la pasta viene pagato 18 centesimi al chilo, mentre quello tenero per il pane è sceso addirittura a 16 centesimi al chilo;
   vi è una importazione sempre più massiccia di grano straniero, che crea danni devastanti alla produzione nazionale con il 30-40 per cento di grano duro proveniente dai Paesi come l'Ucraina, la Turchia e il Canada. Ad esempio: si registra un +315 per cento dell'importazione dall'Ucraina di grano tenero (per il pane), mentre il Canada resta in testa per le spedizioni di grano duro (per la pasta);
   non è accettabile il fatto che il primo fornitore di grano duro dell'Italia quale è il Canada possa esportare a dazio zero, mentre applica una aliquota fino all'11 per cento all'ingresso della pasta in arrivo dall'Italia sul proprio territorio;
   l'eccellenza dell'industria molitoria italiana è riconducibile alla capacità di selezionare e trasformare le migliori varietà di frumento, quali che siano le loro origini, per la produzione di semole di frumento duro di altissima qualità. Semole che costituiscono uno degli ingredienti essenziali per il successo e la preziosità della pasta italiana nel mondo;
   a giudizio dell'interrogante è necessario mettere in atto misure che tutelino sia i produttori che i consumatori per poter restituire un futuro al grano italiano con: l'obbligo di indicare in etichetta l'origine della materia prima utilizzata nella pasta e nei derivati/trasformati; l'indicazione della data di raccolta; l'esigenza di fermare le importazioni selvagge a dazio zero; infine estendere i controlli al 100 per cento degli arrivi da Paesi extracomunitari dove sono utilizzati prodotti e fitosanitari vietati da anni in Italia ed in Europa –:
   quali iniziative di competenza intenda assumere per intensificare i controlli fitosanitari sulle importazioni dall'estero, dove sono utilizzati prodotti e fitosanitari vietati da anni in Italia ed in Europa, per una maggiore tutela della salute dei consumatori;
   se intenda adottare iniziative volte ad accelerare l'introduzione dell'obbligo di indicare in etichetta l'origine della materia prima anche per la filiera grano-pasta, al fine di dare maggiore trasparenza alle informazioni per il consumatore, di tutelare i produttori e di rafforzare i rapporti di una filiera strategica per il made in Italy agroalimentare. (3-02941)