Testo RISOLUZIONE IN COMMISSIONE
Atto a cui si riferisce:
C.7/00311 premesso che:
il Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea, TFUE, ha introdotto, accanto agli «atti di esecuzione» (regolati dall'articolo 291), la nuova categoria degli «atti...
Atto Camera
Risoluzione in commissione 7-00311presentato daBORDO Francotesto diGiovedì 20 marzo 2014, seduta n. 194
La XIII Commissione,
premesso che:
il Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea, TFUE, ha introdotto, accanto agli «atti di esecuzione» (regolati dall'articolo 291), la nuova categoria degli «atti delegati» (articolo 290);
gli atti legislativi adottati dal Parlamento europeo e dal Consiglio possono delegare alla Commissione europea la facoltà di emanare atti delegati che integrano o modificano determinati elementi non essenziali degli atti legislativi, delimitando esplicitamente obiettivi, contenuto, portata e durata della delega;
l'esecuzione materiale delle norme comunitarie è normalmente di competenza degli Stati membri; tuttavia, qualora un intervento dell'Unione sia giustificato dalla necessità di un'attuazione uniforme, possono essere conferite alla Commissione europea le competenze esecutive (secondo quanto specificamente disciplinato dal Regolamento (UE) del 16 febbraio 2011, n. 182/2011);
gli atti esecutivi della Commissione europea assumono la forma di regolamenti di esecuzione o di decisioni europee di esecuzione;
le proposte legislative di riforma della Politica agricola comune 2014-2020 prevedono tali competenze e il Collegio dei commissari si prepara ad approvare il primo atto delegato, quello relativo al regolamento sui pagamenti diretti. L'adozione è attesa per il 10 marzo 2014 e la Commissione agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo dovrebbe votarlo nella prima seduta utile per trasmetterlo alla plenaria di aprile;
il Parlamento europeo è intenzionato a bloccare, col voto contrario in plenaria, gli «atti delegati» della Commissione europea perché non rispettano i regolamenti di base sulla PAC (organizzazione comune di mercato, pagamenti diretti, sviluppo rurale e Regolamento orizzontale sul finanziamento, sulla gestione e sul monitoraggio della PAC) approvati in data 28 giugno 2013 dal cosiddetto «trilogo»;
al centro della contestazione c’è la formulazione giuridica della figura dello «agricoltore attivo», che secondo l'esecutivo dell'Unione europea dovrebbe essere basato esclusivamente su parametri economici, come il rapporto tra aiuti e reddito complessivo dell'azienda, mentre secondo l'accordo sulla riforma spetta allo Stato membro definirlo con ampia discrezionalità;
anche sul «pagamento accoppiato» la Commissione sta esondando dalle sue competenze tecnico-giuridiche disattendo l'accordo del «trilogo», prevedendo la possibilità di erogarli a condizione che lo Stato membro dimostri, per tale azione da adottare, che vi sia stato un calo di produzione, requisito questo non previsto da nessuna norma di riforma della PAC, Inoltre, l’«aiuto accoppiato» è una forma di sostegno attivabile in modo facoltativo, quindi discrezionale, dallo Stato membro;
anche sugli aiuti riferiti ai giovani agricoltori, «pagamento per i giovani agricoltori», la Commissione starebbe forzando la mano in riferimento all'esclusione dei giovani soci di minoranza di un'azienda agricola. Si consideri che la componente dei giovani agricoltori è stata prevista per promuovere il rinnovo generazionale ed è obbligatoria l'attivazione da parte di tutti gli Stati membri;
altra questione è quella di voler escludere le colture proteiche dalle misure dette «equivalenti» al «greening» dalla lista delle colture esenti dall'applicazione dei nuovi vincoli ambientali. Anche quest'ulteriore volontà da parte della Commissione europea non faceva parte dell'accordo sulla riforma;
le proposte avanzate dalla Commissione europea per il settore vitivinicolo sono contrarie all'accordo politico di giugno. Specificatamente, si vuole vietare la commercializzazione dei «diritti d'impianto» agli Stati membri che optano per il passaggio al sistema delle autorizzazioni non dal 2016 ma dal 2020. Queste norme rientrano nell'atto delegato sull'Organizzazione comune dei mercati, OCM unica. Il rischio reale è che il Parlamento europeo bocci gli atti delegati e il tutto potrebbe essere rinviato alla prossima legislatura col rischio di far approvare gli «atti delegati» da eurodeputati che non conoscono nel dettaglio l'accordo sul negoziato PAC;
appare evidente che il Commissario europeo all'agricoltura, Dacian Ciolos, stia andando oltre il suo mandato, non rispettando alla lettera il testo e lo spirito dei regolamenti di base della PAC, come più volte è stato stigmatizzato dal presidente e dai commissari della Commissione agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo;
nel mese di marzo 2014 la Commissione europea ha adottato il primo pacchetto di «atti delegati» per l'attuazione della riforma della PAC che riguardano i «pagamenti diretti» agli agricoltori, i contributi a sostegno dei settori ortofrutticolo e vitivinicolo e della produzione di olio d'oliva e di olive da tavola. Il pacchetto comprende, inoltre, nuove regole per il sistema integrato di amministrazione e controllo della PAC e per le enti pagatori, e individua i requisiti dei prodotti agricoli che beneficiano di aiuti all'ammasso privato;
il Parlamento europeo e il Consiglio hanno due mesi di tempo per esaminare i testi e approvarli per l'entrata in vigore e, successivamente, gli Stati membri dovranno elaborare norme di attuazione a livello nazionale;
il Parlamento europeo si è dichiarato insoddisfatto delle proposte della Commissione europea minacciando il ricorso al potere di veto per bloccare norme in contraddizione con i contenuti dell'accordo di dicembre 2013 codeciso con il Consiglio europeo,
impegna il Governo:
ad adottare in sede europea tutti gli sforzi necessari per far sì che la Commissione europea tenga fede all'accordo politico che ha portato dopo un lungo e faticoso negoziato, tra l'altro svoltosi per la prima volta con la procedura legislativa introdotta dal Trattato di Lisbona della codecisione, all'approvazione degli «atti delegati» dei regolamenti di base della PAC 2014-2020, senza stravolgere lo spirito della riforma;
a porre in essere tutte le iniziative utili affinché gli «atti delegati» e i corrispondenti «atti di esecuzione» trovino la loro corretta applicazione giuridica che è necessaria a garantire un'applicazione uniforme delle regole in tutta l'Unione europea in tempo al fine di rendere operativa la riforma della PAC a partire dal 1o gennaio 2015.
(7-00311) «Franco Bordo, Palazzotto».