• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/03655 DE PETRIS, BAROZZINO, CERVELLINI, DE CRISTOFARO, PETRAGLIA - Ai Ministri dello sviluppo economico e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare - Premesso che il cosiddetto...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-03655 presentata da LOREDANA DE PETRIS
martedì 11 aprile 2017, seduta n.805

DE PETRIS, BAROZZINO, CERVELLINI, DE CRISTOFARO, PETRAGLIA - Ai Ministri dello sviluppo economico e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare - Premesso che

il cosiddetto decreto "sblocca Italia", decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 novembre 2014, n. 164, ha configurato le attività di ricerca, prospezione e coltivazione di idrocarburi quali attività di interesse strategico, qualificandole come urgenti, indifferibili e di pubblica utilità (art. 38);

questa è una norma che ha garantito al Governo nazionale gli strumenti per superare, in nome della valorizzazione delle risorse energetiche nazionali, la probabile opposizione posta a tali progetti da parte delle amministrazioni regionali;

la legge di stabilità per il 2016 (legge 28 dicembre 2015, n. 208), attraverso il comma 239 dell'articolo 1, ha esteso il divieto attualmente vigente per le attività di ricerca, prospezione e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi in mare, già previsto per le aree marine e costiere a qualsiasi titolo protette, anche alle "zone di mare poste entro dodici miglia dalle linee di costa lungo l'intero perimetro costiero nazionale e dal perimetro esterno delle suddette aree marine e costiere protette", in contrasto con quanto stabilito dalle norme contenute nel decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83 (decreto sviluppo), convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 134, art. 35, e nel suddetto "sblocca Italia";

come è noto, quest'ultimo decreto-legge ha prodotto una significativa contestazione nella società, coinvolgendo sia attori istituzionali, come le amministrazioni regionali, che la società civile (associazioni, movimenti, giuristi), mobilitatisi con l'obiettivo di tutelare da attività di estrazione petrolifera aggressive e pericolose alcune tra le maggiori risorse nostro Paese, il mare e le zone costiere;

nel settembre 2015, 10 Regioni depositarono 6 proposte di referendum abrogativo in Cassazione, successivamente dichiarate tutte conformi alla legge, nei confronti delle norme contenute nei decreti-legge citati;

si ricorda come la norma della legge di stabilità per il 2016 abbia fatto salvi i titoli già rilasciati per la durata di vita utile del giacimento: sino, ossia, a che lo stesso risulti attivo. Le numerose concessioni rilasciate non sono dunque decadute, con il rischio sempre più attuale di produrre seri rischi per la vita dei cittadini e per l'economia delle regioni coinvolte, a causa dei possibili effetti sull'ambiente, il mare e il territorio;

dopo le modifiche intervenute nella legge di stabilità per il 2016 la Corte di cassazione ha accolto solamente uno dei quesiti referendari, concernente il divieto di trivellazioni per l'estrazione di idrocarburi all'interno delle 12 miglia, quesito accolto poco dopo anche dalla Corte costituzionale;

a giudizio degli interroganti il Presidente del Consiglio dei ministri pro tempore Matteo Renzi si è, sin da subito, posto in un atteggiamento di boicottaggio nei confronti del referendum, suggerendo la via dell'astensione a coloro che fossero stati contrari all'abrogazione della norma;

pur essendo ovviamente legittima la scelta non recarsi alle urne, appare sempre poco opportuno che le massime cariche istituzionali indichino la stessa come preferibile: il diritto di voto va, infatti, non soltanto garantito, ma promosso, essendo la partecipazione alla vita politica uno dei cardini del nostro ordinamento;

il referendum svoltosi il 17 aprile 2016 non ha raggiunto, dunque, il quorum, essendosi presentato alle urne il 32,15 per cento degli elettori: tra loro, circa l'86 per cento si era dichiarato favorevole all'abrogazione della norma: più di 13 milioni di cittadini;

l'atteggiamento del Governo, di cui l'attuale appare agli interroganti una chiara e naturale prosecuzione che aveva dichiarato che non avrebbe avuto luogo alcuna nuova trivellazione, risulta totalmente smentito dai provvedimenti approvati in seguito al referendum: su tutti, il decreto del Ministro dello sviluppo economico 7 dicembre 2016, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 3 aprile 2017, recante "Disciplinare tipo per il rilascio e l'esercizio dei titoli minerari per la prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi in terraferma, nel mare territoriale e nella piattaforma continentale";

esso contiene previsioni gravemente allarmanti, che smentiscono le dichiarazioni e rischiano di danneggiare anche le aree ricadenti entro le 12 miglia dalla costa;

all'articolo 15, comma 1, si legge infatti chiaramente che "Fermo restando il divieto di conferimento di nuovi titoli minerari nelle aree marine e costiere protette e nelle 12 miglia (...), sono consentite, nelle predette aree, le attività da svolgere nell'ambito dei titoli abilitativi già rilasciati, anche apportando modifiche al programma lavori originariamente approvato, funzionali a garantire l'esercizio degli stessi, nonché consentire il recupero delle riserve accertate, per la durata di vita utile del giacimento e fino al completamento della coltivazione, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale": in sintesi, sarà possibile non soltanto portare a termine i progetti, ma modificarli, attraverso varianti che potrebbero anche consentire l'autorizzazione all'apertura di nuovi pozzi e la costruzione di nuove piattaforme all'interno delle 12 miglia; la necessità di abbandonare l'idea di una strategia energetica fondata su petrolio e combustibili fossili, come richiedono tutti gli impegni assunti nel contesto internazionale anche alla luce dell'accordo emerso dalla Cop21 di Parigi, dovrebbe imporre a chi è alla guida del Paese un atteggiamento completamente opposto, che scoraggi l'approvvigionamento energetico connesso alle fonti fossili,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo reputino opportuno proseguire su tale strada, che consentirà l'apertura di nuovi pozzi e la costruzione di piattaforme anche all'interno delle 12 miglia dalla costa;

se non ritengano di dovere, nell'immediato, imporre un definitivo divieto a nuove trivellazioni nei mari del Paese, in primis nel perimetro delle 12 miglia;

se non reputino urgente e necessaria l'elaborazione di una strategia energetica nazionale che conduca, nel giro di pochi decenni, ad un definitivo processo di decarbonizzazione in Italia.

(3-03655)