• Testo INTERPELLANZA

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Atto a cui si riferisce:
C.2/00466 esiste un certa discordanza tra le previsioni della Commissione europea (European Economic Forecast – Winter 2014) ed il quadro complessivo recato dalla nota di aggiornamento del DEF 2014, da...



Atto Camera

Interpellanza 2-00466presentato daBRUNETTA Renatotesto diVenerdì 21 marzo 2014, seduta n. 195

Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
esiste un certa discordanza tra le previsioni della Commissione europea (European Economic Forecast – Winter 2014) ed il quadro complessivo recato dalla nota di aggiornamento del DEF 2014, da cui deriva una differenza di 0,4 punti percentuali in termini di crescita (tra il +1 per cento previsto dal Governo rispetto al +0,6 per cento previsto dalla Commissione), le cui conseguenze sul deficit possono essere calcolate in 0,2 punti di prodotto interno lordo;
inoltre, la Commissione prevede, al tempo stesso, minori uscite complessive (–0,2 per cento del prodotto interno lordo) e minori entrate (–0,3 per cento del prodotto interno lordo) il cui saldo determina un aumento del deficit, rispetto alle previsioni, di circa 0,1 punti di prodotto interno lordo;
il riflesso di questi divergenti andamenti comporta una rettifica del deficit previsto dalla nota di aggiornamento, a legislazione vigente, dal 2,3 al 2,6 per cento del prodotto interno lordo;
il quadro programmatico di finanza pubblica, che è stato alla base dell'impostazione della «legge di stabilità» per il 2014 indicava un ulteriore aumento del deficit, originariamente previsto dal DEF 2013, dal 2,3 al 2,5 del prodotto interno lordo con la seguente motivazione: «l'utilizzo di 0,2 punti percentuali del saldo 2014 (differenza tra saldo a legislazione vigente e quello programmatico) è giustificato dalla volontà di finanziare alcune voci di spesa in conto capitale non incluse nel saldo a legislazione vigente»;
il deficit implicito nei tendenziali di finanza pubblica, anche a seguito dei provvedimenti presi con la «legge di stabilità», che hanno comportato rilevanti impegni per gli investimenti, è pertanto pari al 2,8 per cento del prodotto interno lordo;
queste proiezioni riducono, fino ad annullare, qualsiasi ulteriore margine di intervento sia ai fini dell'ulteriore spesa in conto capitale per il ripianamento dei debiti della pubblica amministrazione, sia per la ventilata riduzione del cuneo fiscale. Provvedimenti che non possono essere realizzati in deficit –:
in che modo si intenda finanziare, con poste certe e non affidate ad improbabili clausole di salvaguardia, che suonerebbero aperta violazione del nuovo articolo 81 della Costituzione, in vigore fin da quest'anno, i numerosi impegni assunti dal Governo in ordine alle maggiori spese annunciate che riguardano: la riduzione del cuneo fiscale per circa 7 miliardi di euro, da realizzare entro il prossimo maggio; l'integrale pagamento dei debiti della pubblica amministrazione (per circa 68 miliardi da effettuare entro il prossimo luglio; l'intervento di manutenzione straordinaria per gli edifici scolastici per un importo pari a 3,5 miliardi di euro; il maggior stanziamento per la difesa del territorio da mettere in cantiere dal mese di aprile, per un importo pari a 1,5 miliardi; lo sblocco dei fondi europei per 3 miliardi, nonché le spese relative alla cosiddetta «youth guarantee», per i quali è necessario il co-finanziamento nazionale; la riduzione del 10 per cento dell'IRAP con contestuale aumento della tassazione delle rendite finanziarie di cui, tuttavia, non è stato adeguatamente valutato il cosiddetto «effetto Laffer»; la riduzione del costo dell'energia per le piccole e medie imprese del 10 per cento, il cui onere dovrà essere compensato da trasferimenti a favore delle imprese fornitrici di energia; il raddoppio del credito d'imposta per l'assunzione di giovani ricercatori; le provvidenze a favore delle imprese sociali per un importo pari a 500 milioni di euro.
(2-00466) «Brunetta».