Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
Atto a cui si riferisce:
C.4/16302 nella regione Campania la qualità dell'aria è monitorata dall'Arpac;
i dati sulla qualità dell'aria all'interno della città di Napoli e della provincia sono allarmanti,...
Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-16302presentato daMICILLO Salvatoretesto diMartedì 18 aprile 2017, seduta n. 780
MICILLO, BUSTO, DAGA, DE ROSA, MANNINO, TERZONI e ZOLEZZI. —
Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute
. — Per sapere – premesso che:
nella regione Campania la qualità dell'aria è monitorata dall'Arpac;
i dati sulla qualità dell'aria all'interno della città di Napoli e della provincia sono allarmanti, non solo per quanto concerne gli sforamenti ma anche per la scarsa documentazione degli inquinanti presenti nell'aria;
come risulta dalle interrogazioni del consigliere della regione Campania Marì Muscarà (prot. 52 del 7 marzo 2017, prot. 80 del 14 giugno 2016 nonché prot. 119 dell'8 novembre 2016) numerosi sono i punti critici nel monitoraggio della qualità dell'aria;
tra i vari problemi risulta che le rilevazioni non forniscono indicazioni sulla composizione chimica e granulometrica del particolato PM 10 e PM 2,5, impedendo una chiara identificazione dell'origine del problema e dunque l'attuazione di interventi limitati e correttivi;
a differenza di altre Arpa regionali, in Campania non risultano monitorati i livelli di inquinanti quali metalli pesanti, Ipa e in particolare benzo(a)pirene, pericolosi per la salute umana;
il sito internet dell'Arpac non riporta tutte le informazioni necessarie a garantire la tempestività dell'informazione alle amministrazioni ed al pubblico, nonché l'attuazione di interventi in tempi brevi;
alla data dell'8 settembre 2016 non risultavano indicati i livelli degli inquinanti nelle «aree limitrofe agli impianti di trattamento dei rifiuti» cosiddetta area STIR dal giorno 11 agosto 2016;
sono riportati nei bollettini giornalieri dati «n.v.» (non validabili) per PM 10, PM 2,5, benzene e altri fattori ad esempio, per le zone di San Felice a Cancello, Pomigliano e San Vitaliano;
al monitoraggio effettuato non corrispondono interventi correttivi, in particolare per l'area STIR, a fronte di un 60 per cento (media del mese di ottobre) di dati non disponibili, non si rivengono interventi di manutenzione delle centraline;
nel territorio della «Terra dei fuochi» l'inquinamento dell'aria è sentito più che altrove. Ad inquinare maggiormente sono pneumatici, piombo e metalli, scarti tessili dell'industria della moda, acidi, materiale plastico, e persino scorie radioattive. Tali sostanze contaminano il terreno, le acque e soprattutto l'aria, a causa delle discariche abusive e dei roghi provocati per occultare lo sversamento dei prodotti tossici;
in tale territorio, oltre ai tumori, è stata registrata un'alta percentuale di malformazioni congenite, soprattutto in prossimità delle discariche illegali (http://www.informazioneambiente.it/terra-dei-fuochi/);
il decreto legislativo n. 155 del 2010 prevede un numero minimo di stazioni senza tuttavia impedire l'istallazione di punti di misura aggiuntivi, nel rispetto dei principi di efficienza, efficacia ed economicità, al fine di limitare al minimo le porzioni di territorio prive di punti misura;
il decreto non esclude il mantenimento e l'adeguamento delle stazioni di misura da traffico unitamente a quelle di controllo su inquinanti specifici laddove necessario per ottenere il monitoraggio di tutti gli inquinanti previsti;
un territorio come quello della «Terra dei fuochi» abbisogna di maggior attenzione sotto questo punto di vista –:
quali iniziative di competenza i Ministri interrogati, anche con l'ausilio dell'Ispra, intendano intraprendere al fine di risolvere le problematiche di cui sopra;
se i Ministri non ritengano necessario assumere, con urgenza, iniziative volte a monitorare in maniera maggiormente efficace, anche con l'intervento del comando dei carabinieri per la tutela dell'ambiente, dell'Ispra e dell'Istituto superiore della sanità, i rischi ambientali e sanitari del territorio della «Terra dei fuochi» rilevando la criticità della situazione.
(4-16302)