• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/16343    il nostro Paese, ormai da decenni, è soggetto a flussi migratori di varie etnie e natura, quasi sempre incontrollati e irregolari, ma, negli ultimi anni, il fragile equilibrio tra...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16343presentato daRAMPELLI Fabiotesto diMercoledì 19 aprile 2017, seduta n. 781

   RAMPELLI. — Al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
   il nostro Paese, ormai da decenni, è soggetto a flussi migratori di varie etnie e natura, quasi sempre incontrollati e irregolari, ma, negli ultimi anni, il fragile equilibrio tra italiani e immigrati si sta spezzando, diventando una pericolosa bomba sociale pronta ad esplodere da un momento all'altro;
   da ultimo, il sindaco di Bronte ha denunciato al prefetto di Catania di aver avuto notizia della programmata apertura nel proprio territorio di alcune comunità per minori non accompagnati per un totale di ottantacinque posti, senza alcuna preventiva richiesta di parere;
   come lamenta il sindaco Graziano Calanna nella missiva, in cui chiede giustamente di tenere conto della così detta «clausola di salvaguardia», ovvero l'intesa «Anci-Viminale», che prevede che ogni comune non possa accogliere più di 2,5 rifugiati per ogni 1.000 abitanti, «di essere accoglienti lo abbiamo già dimostrato, ma Bronte non può ospitare più di quarantotto rifugiati o richiedenti asilo. I sindaci hanno titolo e diritto ad esprimere parere in questa complicata materia, mentre spesso si sentono scavalcati. Siamo noi che conosciamo il territorio e parliamo con la gente»;
   secondo Calanna, nella scellerata ipotesi in cui si « bypassasse» l'istituto della clausola di salvaguardia, fra qualche mese i richiedenti asilo ospitati nella comunità brontese potrebbero ammontare a 107, cifra che supererebbe di gran lunga quella che emerge dalla proporzione stabilita dal Ministero dell'interno (2,5 richiedenti asilo per 1.000 abitanti);
   piccoli comuni, come Bronte, non sono idonei sotto il profilo sanitario e di capacità accoglienza delle istituzioni, come, ad esempio, quelle scolastiche, per ospitare un così elevato numero di richiedenti;
   non si tratta di mancanza di volontà, posto che Bronte ha già dimostrato di essere un Paese accogliente ed ospitale, avendo aderito anni fa allo Sprar, il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, ma dell'inesistenza di un modello italiano di integrazione: non c’è programmazione, né coordinamento, con il rischio più che concreto di arrivare a una distribuzione delle persone in accoglienza del tutto ineguale;
   lasciati soli a fronteggiare tale «eterna emergenza», i comuni, tra mille difficoltà ed enormi sofferenze, continuano a garantire l'accoglienza, oltre i limiti delle proprie capacità, ma il sistema, in assenza di interventi straordinari, è ormai al collasso;
   non si può lasciare che i nostri territori vadano alla deriva, che città e luoghi di accoglienza diventino lo sversatoio di problemi di cui si dovrebbe far carico l'intera Unione europea;
   in tutto questo, il grande assente è lo Stato che, perseguendo politiche, secondo l'interrogante, a dir poco inaccettabili, come l'abolizione del reato di immigrazione clandestina, ha consentito che il territorio divenisse vittima di «sciacallaggio sociale» –:
   se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, considerata la gravità degli stessi, quali urgenti iniziative intenda adottare per affrontare seriamente il fenomeno dell'immigrazione nel territorio in questione e garantire una risposta concreta e immediata alle preoccupazioni avanzate dal sindaco di Bronte. (4-16343)