Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
Atto a cui si riferisce:
S.4/01927 CAPPELLETTI, TAVERNA, PUGLIA, SIMEONI, SERRA, PAGLINI, DE PIETRO, DONNO - Al Ministro della giustizia - Premesso che:
il Ministro della giustizia pro tempore Annamaria Cancellieri nel...
Atto Senato
Interrogazione a risposta scritta 4-01927 presentata da ENRICO CAPPELLETTI
martedì 25 marzo 2014, seduta n.216
CAPPELLETTI, TAVERNA, PUGLIA, SIMEONI, SERRA, PAGLINI, DE PIETRO, DONNO - Al Ministro della giustizia - Premesso che:
il Ministro della giustizia pro tempore Annamaria Cancellieri nel corso della sua relazione alle Camere sull'amministrazione della giustizia ha precisato che alla data del 30 giugno 2013 "si contano 5.257.693 processi pendenti in campo civile e quasi 3 milioni e mezzo in quello penale" e "Rispetto al 2012 si registra un calo delle pendenze in tutti i gradi di giudizio, meno il 6 per cento in Corte d'appello e una riduzione del 20 per cento in tema di ricorsi in materia di equa riparazione per l'irragionevole durata dei processi";
nei Paesi Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) in media servono 511 giorni per risolvere una controversia di natura commerciale; in Italia ne occorrono 1.210;
nel mese di giugno 2013, il rapporto Ocse "Giustizia civile: come promuovere l'efficienza" ha di fatto inserito l'Italia nella lista nera. Nel nostro Paese il tempo medio stimato per la conclusione di un procedimento nei 3 gradi di giudizio è di 788 giorni; con un minimo di 368 giorni in Svizzera e un massimo di quasi 8 anni in Italia (nonostante i due Paesi, come evidenziato dall'Ocse, destinino al sistema giudiziario la stessa quota del proprio Pil: lo 0,2 per cento);
la cattiva giustizia costa all'Italia un punto di Pil all'anno. Un peso enorme che non è sfuggito al Presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, che un anno fa quantificò in 18 miliardi di euro il costo dovuto alla lentezza nelle aule di tribunale;
a parere degli interroganti è evidente un collegamento tra le inefficienze della giustizia e l'acuirsi della crisi dell'economia italiana, ed è ancor più evidente se una multinazionale rinuncia a investire nel nostro Paese (per aprire fabbriche o filiali) per paura di affrontare eventuali contenziosi dai tempi biblici;
considerato che:
a sottolineare lo stato della nostra giustizia civile, ormai divenuta una vera e propria emergenza nazionale, arrivano gli avvocati dell'ordine di Vicenza che hanno presentato una richiesta di fallimento, per insolvenza, del Tribunale della loro città, regolarmente depositata e inviata al Ministero della giustizia e al Consiglio superiore della magistratura;
anche sul fronte della giustizia penale il Veneto è pressato da un'enorme quantità di denunce: nelle Procure arrivano 250 notizie di reato al giorno;
a questa già disastrosa situazione si è aggiunto il carico di pendenze del Tribunale di Bassano del Grappa che, in seguito alla riforma della geografia giudiziaria, è stato accorpato al Tribunale di Vicenza;
il Tribunale di Bassano del Grappa aveva come utenza un bacino di 190.000 unità ed un organico molto ridotto (appena 9 magistrati), ma nonostante ciò aveva una produttività ed efficienza che lo collocava tra i migliori d'Italia. La durata complessiva di una causa in primo grado era in media 3-4 anni mentre dopo l'accorpamento si stima una durata media di 9-12 anni;
la risoluzione sottoscritta dalla sottosezione dell'Associazione nazionale magistrati di Vicenza in data 7 gennaio 2014 evidenzia che il Tribunale di Vicenza versa in una situazione critica, essendo sprovvisto di organici adeguati a garantire il servizio pubblico necessario all'utenza, che a seguito delle recenti riforme in materia di geografia giudiziaria, raggiunge ora le 850.000 unità, che il ruolo dei magistrati previsto in organico, già di per sé insufficiente, da anni si caratterizza per notevoli scoperture che oggi raggiungono il 30 per cento e che la proposta di aumento della pianta organica è stata bloccata;
il Csm ha deliberato l'approvazione della risoluzione;
considerato inoltre che, risulta agli interroganti:
il Tribunale di Vicenza sarebbe in ritardo di 6 anni nell'iscrizione dei certificati penali;
sarebbero oltre 4.500 i decreti penali di condanna non ottemperati e non riscossi da Equitalia Giustizia con conseguente pericolo di prescrizione e di perdite erariali per milioni di euro,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti descritti;
se corrisponda al vero che sono oltre 4.500 i decreti penali di condanna non ottemperati e non riscossi da Equitalia Giustizia con conseguente pericolo di prescrizione e di perdite erariali per milioni di euro;
eventualmente quali misure intenda assumere nei confronti di Equitalia Giustizia che non è intervenuta nei termini per la riscossione dei crediti;
se risponda al vero che il Tribunale di Vicenza è in ritardo di 6 anni nell'iscrizione dei certificati penali;
se intenda attivarsi al fine di procedere ad un aumento mirato dell'organico del Tribunale, considerando che la situazione assume i contorni della vera e propria necessità.
(4-01927)