• Testo ODG - ORDINE DEL GIORNO IN ASSEMBLEA

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Atto a cui si riferisce:
C.9/01142-A/038    premesso che:     il provvedimento in esame sembra quasi voler legittimare il diritto alla morte (prevedendo esplicitamente i trattamenti dell'alimentazione e idratazione...



Atto Camera

Ordine del Giorno 9/01142-A/038presentato daGUIDESI Guidotesto diGiovedì 20 aprile 2017, seduta n. 782

   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento in esame sembra quasi voler legittimare il diritto alla morte (prevedendo esplicitamente i trattamenti dell'alimentazione e idratazione artificiale, che sono forme di sostegno vitale) volendo soddisfare la libertà nelle scelte di fine vita, anche se non vengono mai esplicitamente nominate nell'articolato l'eutanasia o il suicidio assistito;
    la pericolosità di questa delegittimazione del diritto alla vita è dimostrata dalla deriva che leggi similari hanno preso in altri Paesi europei. In Belgio, l'eutanasia è diventata legale nel 2002 e, da allora, si sono avuti circa 1.400 casi all'anno;
    un autorevole studio inglese (Cohen-Almagor, Università di Hull) ha denunciato che i medici belgi e olandesi scelgono la «dolce morte» in assenza di «una volontà esplicita del paziente», di cui «nessuna commissione si è occupata»;
    dal momento che l'eutanasia è stata approvata in entrambi i Paesi – pionieri nel campo in Europa – i limiti e gli ostacoli alla pratica sono stati gradualmente eliminati. Così, nei Paesi Bassi, l'unico limite esistente è l'obbligatorietà di una richiesta volontaria dal paziente e la presenza di «un dolore lancinante», anche se quest'ultimo requisito può essere discutibile;
    in Belgio, i limiti sono quasi inesistenti: è sufficiente che ci sia il consenso di un adulto o un minore emancipato che abbia preso la decisione volontariamente. Nel 2013, i legislatori belgi hanno aggiunto ai motivi per cui è permessa l'eutanasia «la stanchezza di vivere», e nel 2014 il Belgio è diventato il primo Paese al mondo che ha rimosso la soglia di età per l'eutanasia;
    è inaccettabile che si assista inermi ad una crescente banalizzazione del diritto alla vita e ad una progressiva legittimazione dell'eutanasia, ancor più grave se basata su criteri puramente soggettivi,

impegna il Governo

a mettere in atto tutte le iniziative opportune, anche di carattere normativo e informativo, volte ad affermare che il diritto alla vita deve essere sempre tutelato e anteposto alla scelta esplicita e deliberata del paziente di morire, anche per arginare il rischio che norme varate a tutela dell'attuazione delle volontà di pazienti affetti da malattie degenerative in fase terminale, degenerino in legittimazione di pratiche di eutanasia, soprattutto se basate su criteri soggettivi come le malattie depressive.

9/1142-A/38. Guidesi, Pagano, Fedriga.