• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/11205    in data 20 maggio 2015 il Ministero dello sviluppo economico ha rilasciato il decreto di autorizzazione unica al progetto del gasdotto Trans Adriatic Pipeline (TAP). L'opera è stata...



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-11205presentato daDE LORENZIS Diegotesto diVenerdì 21 aprile 2017, seduta n. 783

   DE LORENZIS. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
   in data 20 maggio 2015 il Ministero dello sviluppo economico ha rilasciato il decreto di autorizzazione unica al progetto del gasdotto Trans Adriatic Pipeline (TAP). L'opera è stata dichiarata di pubblica utilità e ha carattere di indifferibilità e urgenza ai sensi dell'articolo 3 del medesimo decreto;
   a tutt'oggi, a seguito delle indagini, delle vicende procedimentali presso tutte le autorità competenti, delle sentenze della magistratura amministrativa e anche delle proteste della cittadinanza sono emerse le numerose illegalità, irregolarità ed illegittimità all'origine del progetto del gasdotto che è stato definito a seguito delle inchieste giornalistiche «mafiodotto» (si veda su L'Espresso del 2 aprile 2017 l'inchiesta di Paolo Biondani e Leo Sisti) per il gravissimo intreccio di manager in affari con la mafia, valigie di contanti, oligarchi russi, affaristi italiani legati alla politica, casseforti anonime con la targa offshore;
   in data 17 febbraio 2017 è stata presentata dalla società Trans Adriatic Pipeline istanza per l'avvio della procedura di assoggettabilità a valutazione di impatto ambientale del progetto costruttivo del microtunnel previsto dall'approdo italiano del gasdotto;
   come emerge dalla documentazione pubblica della procedura di valutazione di impatto ambientale, nell'ambito della costruzione dell'approdo italiano facente parte del progetto TAP, una pluralità di lavori (a mero titolo esemplificativo, si richiama la costruzione del pozzo di spinta funzionale all'esecuzione delle operazioni di microtunnelling, i tubi spinta in calcestruzzo armato) sono state affidate in subappalto alla I.CO.P. s.p.a che si occupa di realizzazione di costruzioni edili e stradali;
   in merito a detta società e al relativo presidente e legale rappresentante pro tempore ingegnere Paolo Petrucco, emergono coinvolgimenti in fatti corruttivi e altri reati contro la pubblica amministrazione per dazioni di somme di denaro per favorire la stessa società nell'aggiudicazione e nella realizzazione di lavori pubblici commissionati, fra gli altri, dall'Anas e dalla regione Friuli Venezia Giulia (si vedano le domande di autorizzazione a procedere alla Camera dei deputati, XI legislatura, Doc. VI-bis n. 5 e al Senato della Repubblica, XI legislatura, Doc. IV, n. 111);
   dalla relazione del magistrato della direzione nazionale antimafia, risalente al 2010 – riportata limitatamente all’incipit della replica pubblicata il 26 luglio 2010 su L'Unità, nell'articolo «L'Aquila, legami tra clan e cricca. L'Icop: mai avuto appalti» – emergerebbe inoltre il sospetto che la I.Co.P fosse in rapporti con la mafia. Si sarebbe anche accertato che Vittorio Petrocco, uno dei soci, fosse in contatto con esponenti di «cosa nostra»;
   da notizie di stampa emerge che l'ingegner Piero Petrucco, della Icop s.p.a società capofila mandataria dell'Ati costituita per realizzare il raccordo autostradale Villesse-Gorizia, poi battezzato da Autovie Venete A34, sarebbe indagato dalla procura della Repubblica di Gorizia per attività estrattiva non autorizzata, frode in pubbliche forniture e gestione non autorizzata di rifiuti (si veda Gelocal Il Piccolo del 9 gennaio 2016 «In dieci sotto accusa per la Villesse-Gorizia»);
   dall'elenco dei fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di lavori non soggetti a tentativo di infiltrazione mafiosa di cui all'articolo 1, commi dal 52 al 57, della legge 190 del 2012, consultabile dal sito della prefettura di Udine, risulta che l'iscrizione della società I.CO.P s.p.a è scaduta il 2 febbraio 2017 ed è tuttora in aggiornamento;
   dai bilanci pubblicati, risulta fra i soci della citata società anche la Friulia s.p.a, finanziaria regionale Friuli Venezia Giulia, quale finanziaria di investimento della regione Friuli Venezia Giulia per lo sviluppo del sistema delle imprese regionali, entrata nel capitale dell'azienda con 4 milioni di euro, che detiene oggi circa il 27 per cento del pacchetto societario –:
   se i Ministri interrogati ritengano opportuno che la citata società, con parte di capitale pubblico, realizzi un'opera già segnata dalle gravi illegalità ed illegittimità emergenti per cui viene rinominata «mafiodotto»;
   se il Ministro dell'interno possa chiarire per quale ragione la citata società non abbia ancora rinnovato l'iscrizione nell'elenco dei fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di lavori non soggetti a tentativo di infiltrazione mafiosa e se, in ordine alla medesima, vi siano provvedimenti di tipo interdittivo di cui al decreto legislativo n. 159 del 2011, recante il codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione. (5-11205)