• Testo INTERPELLANZA

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Atto a cui si riferisce:
C.2/01776    le cooperative sono nate con l'obiettivo di difendere il reddito e il lavoro, permettendo alle fasce più deboli della società di trasformare da lavoratori ricattabili a «imprenditori di...



Atto Camera

Interpellanza urgente 2-01776presentato daMARCHI Mainotesto diGiovedì 27 aprile 2017, seduta n. 785

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:
   le cooperative sono nate con l'obiettivo di difendere il reddito e il lavoro, permettendo alle fasce più deboli della società di trasformare da lavoratori ricattabili a «imprenditori di se stessi». Con il passare degli anni la cooperazione, anche grazie all'impianto legislativo, è diventata una parte fondamentale del settore produttivo italiano;
   negli ultimi cinque anni si è assistito al dissolvimento dell'intero settore cooperativo edile, con il fallimento di cooperative storiche che nella sola provincia di Reggio Emilia hanno mandato in fumo 70 milioni di prestiti sociali e 1480 posti di lavoro diretti e causato la crisi di più di 300 piccole imprese dell'indotto;
   il prestito sociale di cui agli articoli 12 della legge n. 127 del 1971 e 13 del decreto del Presidente della Repubblica n. 601 del 1973 è un importante canale di autofinanziamento del sistema cooperativo italiano, la cui equa remunerazione dovrebbe incentivare lo spirito di previdenza e di risparmio dei soci;
   il prestito sociale, pur valendo per l'universo delle cooperative italiane oltre 12 miliardi di euro, non è tutelato da adeguati fondi di garanzia, non essendo le cooperative riconosciute come enti dediti alla raccolta ed alla gestione del risparmio, attività riconosciuta ad enti come banche e SGR (società di gestione del risparmio), e non potendo quindi esse aderire al Fondo di garanzia interbancario a tutela del deposito;
   Legacoop, che in passato si è impegnata nel tentativo di risarcire almeno in parte i soci prestatori, ha già dichiarato di non avere a disposizione le risorse per far fronte a situazioni gravi come quelle di Coopsette e Unieco (ultimi crack in ordine temporale);
   il modello cooperativo è stato a lungo un elemento essenziale che ha caratterizzato la regione Emilia Romagna, contribuendo in larga misura a costruire benessere economico e condizioni di lavoro dignitose;
   negli anni del boom del settore edile le cooperative emiliano-romagnole si sono espanse fino a diventare colossi in grado di competere a livello nazionale ed internazionale, per poi finire travolte dalla crisi degli anni duemila;
   è sempre più evidente come sia necessario non soltanto un intervento per la salvaguardia dell'occupazione e per affrontare l'impatto sociale di questa crisi, ma una riflessione più profonda da parte del mondo politico, economico ed istituzionale sul futuro del modello cooperativo –:
   quali iniziative intenda sviluppare il Governo in riferimento al prestito sociale cooperativo, considerato anche il recente intervento della Banca d'Italia;
    se ritenga opportuno assumere iniziative per sostituire organismi che svolgano funzione di vigilanza sui bilanci delle cooperative che emettono prestiti sociali, sulle condizioni di emissione degli stessi e sulla contrattualistica, a cui i soci risparmiatori possano in ogni momento rivolgersi per inoltrare reclami e segnalazioni;
   se sia stata valutata l'opportunità di istituire un fondo di garanzia nazionale a tutela dei sottoscrittori di prestito sociale, che li tuteli automaticamente fino ad un massimo di 70.000 euro a persona, sul modello di quanto previsto per la tutela dei depositi bancari, con versamento pro-quota obbligatorio a carico di tutte le cooperative che utilizzino questa modalità di autofinanziamento;
   quali iniziative si intendano sviluppare coinvolgendo tutti i soggetti interessati, allo scopo di tutelare i sottoscrittori di prestito sociale delle cooperative che recentemente sono state coinvolte in procedure fallimentari per garantire il ristoro dei prestiti.
(2-01776) «Marchi, Incerti, Iori, Gandolfi, Montroni, Patrizia Maestri, Tidei, Parrini, Richetti, Gasparini, Carra, Misiani, Benamati, Cinzia Maria Fontana, Baruffi, Gnecchi, Romanini, Ginefra, Bratti, Ghizzoni, Lenzi, Bolognesi, Arlotti, Giuditta Pini, Lattuca, Giacobbe, Fabbri, Pagani, Camani, Tentori, Giuseppe Guerini, Carocci, D'Ottavio, Capone, Guerra».