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Atto a cui si riferisce:
C.1/01618    premesso che:     rispetto agli anni precedenti, nel 2016 si è registrato un vero e proprio record degli ingressi irregolari via mare dalla rotta del Mar Mediterraneo...



Atto Camera

Mozione 1-01618presentato daFEDRIGA Massimilianotesto diMartedì 2 maggio 2017, seduta n. 787

   La Camera,
   premesso che:
    rispetto agli anni precedenti, nel 2016 si è registrato un vero e proprio record degli ingressi irregolari via mare dalla rotta del Mar Mediterraneo centrale, precisamente ben 181.436, un record destinato, però, alla luce dell'esponenziale incremento degli sbarchi del 29,31 per cento nei primi tre mesi del 2017 rispetto allo stesso periodo del 2016, a essere superato quest'anno, con almeno 250 mila arrivi stimati;
    come diverse inchieste giornalistiche hanno riportato e come denunciato, altresì, dalla stessa Agenzia Frontex, a produrre, di fatto, un effetto moltiplicatore (pull factor) delle partenze dalla Libia sarebbero le sempre più numerose unità navali gestite da diverse organizzazioni non governative, pare fino a 14 più un aereo, che da più di un anno, al di fuori delle operazioni «SAR» Coordinate dalle diverse missioni nazionali e internazionali, pattugliano il mare a ridosso delle coste libiche, con interventi occasionali di recupero anche all'interno delle stesse acque territoriali della Libia;
    inoltre, potendo contare sull'immediato intervento di recupero dei barconi a ridosso e, in alcuni casi, anche all'interno delle acque libiche da parte delle navi di queste Organizzazioni non governative, dotate anche di sofisticati droni per le attività di ricerca, i trafficanti utilizzerebbero imbarcazioni sempre più fatiscenti, tanto che, sempre nel 2016, si è registrato anche un altro record, quello delle vittime dei naufragi nel Mediterraneo (circa 5.000);
    nel rapporto di Frontex « Risk Analysis for 2017» del febbraio di quest'anno viene, infatti, sottolineato che, mentre nel 2015 e nei mesi primi mesi del 2016, i gruppi di trafficanti avevano istruito i migranti a effettuare telefonate satellitari al centro di coordinamento per il salvataggio marittimo (MRCC) a Roma e le operazioni di «SAR» erano gestite in prevalenza dalle navi Eunavfor Med o Frontex, da giugno ad ottobre 2016, invece, le telefonate satellitari al Mrcc Roma sarebbero drasticamente diminuite al 10 per cento e le operazioni di soccorso delle Ong sarebbero aumentate più del 40 per cento;
    ancora nel sopra citato rapporto, la stessa Frontex precisa che da giugno 2016 un numero significativo di imbarcazioni sarebbe stato intercettato o salvato da navi delle Ong «senza alcuna precedente chiamata di soccorso e senza informazioni ufficiali in merito alla località di salvataggio»;
    inoltre, il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, come riportato recentemente da numerosi quotidiani, avrebbe dichiarato che vi sarebbero «evidenze che tra alcune Ong e i trafficanti di uomini che stanno in Libia ci sono contatti diretti» e che «telefonate che partono dalla Libia verso alcune Ong, fari che illuminano la rotta verso le navi di queste organizzazioni, navi che all'improvviso staccano i trasponder sono fatti accertati»;
    la procura di Catania, avendo competenza territoriale in Sicilia nella zona in cui si affacciano i porti di Pozzallo, Augusta, Catania e Messina che da soli assorbono il maggior numero di arrivi di immigrati, per prima ha cominciato ad indagare sul proliferare e sul ruolo delle Ong nelle operazioni di intervento nel Mediterraneo, seguita da altre procure, come quella di Palermo, Cagliari e Reggio Calabria che stanno svolgendo analoghe inchieste;
    difatti, secondo quanto si è appreso nel corso audizione del procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, innanzi al Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione nella seduta del 22 marzo 2017, l'attenzione della procura da tempo si sarebbe rivolta al ruolo e al proliferare delle unità navali delle Ong, oltre che per le segnalazioni di Frontex, anche per le interferenze negative delle attività di intervento delle stesse sulle indagini per individuare e arrestare i soggetti coinvolti nella tratta degli esseri umani e sul lavoro del gruppo costituito nel 2013 all'interno della procura con lo specifico compito di occuparsi gel contrasto al fenomeno migratorio clandestino;
    le Ong coinvolte nelle attività di intervento sono diverse e alcune già note (SOS Mediterranée, Moas, Jugend Rettet, Stichting Bootvluchteling, Médecins sans frontières, Save the children, Proactiva Open Arms, Sea-Watch Foundation Sea-Eye, Life boat), ma pare si assista ad un continuo proliferare di nuove organizzazioni, anche piccole, dotate però tutte di ingenti capitali alle spalle e di notevoli mezzi tecnologici a disposizione;
    difatti, sempre nella medesima audizione, si è appreso che i costi mensili o giornalieri che affrontano queste Ong sono estremamente elevati (ad esempio 11.000 euro al giorno stimati per la missione della nave Acquarius della SOS Mediterranée) e che pertanto la successiva fase della indagine conoscitiva della procura di Catania sarà quella di appurare i canali di finanziamento di tali organizzazioni e se dietro a qualcuno dei finanziatori ci possano essere gli stessi trafficanti;
    pare però, da quanto emerso durante l'audizione, che «la circostanza per cui alcune di queste ONG possano contare anche sulla donazione del 5 per mille detraibile fiscalmente anche in Italia, oltre che in altri Paesi, rende più difficile individuare in tutti i modi tutte le forme di finanziamento possibili»;
    inoltre, secondo quanto appurato dalla procura di Catania, negli ultimi tempi i gommoni partirebbero quasi tutti da Zuara, in Tripolitania, zona non controllata dal Governo di Fayez al Serraj, con il quale, invece, questo Governo aveva sottoscritto il 2 febbraio 2017 un accordo per fermare i flussi migratori, il quale, peraltro, sarebbe già più non operativo per effetto della recente sentenza della corte di appello libica;
    sempre da quanto emerso nell'audizione del 22 marzo 2017, poiché tutti gli immigrati intercettati dalle unità navali delle Ong verrebbero sistematicamente condotti nei porti italiani, potrebbero anche emergere elementi per valutare l'attività di queste ultime in contrasto con le convenzioni internazionali, in particolare la Convenzione di Ginevra che imporrebbe di portare le persone soccorse in mare nel porto più vicino;
    pertanto, le inchieste condotte dalla procura di Catania e dalle altre procure richiederanno tempi inevitabilmente lunghi mentre è necessario un immediato intervento per contrastare il fenomeno dell'immigrazione clandestina e della tratta degli esseri umani e per far piena luce sulle problematiche e sui profili di liceità delle attività poste in essere dalle unità navali delle Ong che operano nel Mediterraneo;
    infine, lo stesso procuratore della Repubblica di Catania ha dichiarato alla stampa che il numero sempre più consistente di arrivi «sta creando problemi di ordine pubblico e crisi di carattere criminale che potrebbero influire sul tessuto sociale delle popolazioni. Catania a proposito dei reati di tratta, e di tratta minorile in particolare, ha più procedimenti di Roma, anzi ha il dato più alto in Italia; e poi ci sono i problemi del caporalato, quelli della gestione del denaro per l'accoglienza e l'ospitalità, che lasciano intravvedere fatti gravi»,

impegna il Governo

1) ad adottare le più opportune iniziative, anche alla luce e nelle more delle inchieste e delle indagini da parte delle procure già citate sul ruolo e sulle attività delle organizzazioni non governative nell'ambito delle attività di recupero e ricerca dei migranti nel Mediterraneo centrale e più specificatamente a ridosso delle coste libiche, al fine di individuare criteri e limiti per l'accesso delle unità navali delle Ong coinvolte alle acque territoriali italiane e, conseguentemente, soprattutto ai porti delle coste italiche e di garantire che nessun tipo di finanziamento pubblico sia alle stesse destinato e che siano sospesi quelli in corso.
(1-01618) «Fedriga, Molteni, Allasia, Attaguile, Borghesi, Bossi, Busin, Caparini, Castiello, Giancarlo Giorgetti, Grimoldi, Guidesi, Invernizzi, Pagano, Picchi, Gianluca Pini, Rondini, Saltamartini, Simonetti».