• Testo RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA

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Atto a cui si riferisce:
S.6/00241 premesso che: il Consiglio europeo si riunirà il prossimo 29 aprile in sessione straordinaria per discutere la strategia cui dovranno attenersi le competenti autorità...



Atto Senato

Risoluzione in Assemblea 6-00241 presentata da GIAN MARCO CENTINAIO
giovedì 27 aprile 2017, seduta n.813

Il Senato,
premesso che:
il Consiglio europeo si riunirà il prossimo 29 aprile in sessione straordinaria per discutere la strategia cui dovranno attenersi le competenti autorità dell'Unione europea nel negoziato che inizierà in seguito alla decisione del Governo britannico, notificata formalmente al Presidente del Consiglio europeo Donald Tusk il 29 marzo scorso, di attivare la procedura prevista dall'articolo 50 dei Trattati UE per l'uscita dall'Europa comunitaria;
l'attivazione da parte britannica delle procedure previste dai Trattati UE per l'uscita di uno Stato membro dall'Unione trae la propria ragione da un esercizio di autodeterminazione del popolo del Regno Unito, che si è espresso maggioritariamente in un referendum contro la permanenza del proprio Paese nell'Europa comunitaria;
la pratica del metodo democratico e la concreta possibilità di esercitare la libertà politica sono valori fondanti dell'Unione europea;
di fronte alla prospettiva inedita, e mai presa seriamente in considerazione dai dirigenti politici europei, dell'uscita dall'Unione europea di un suo importante Stato membro deliberata per via referendaria, si confrontano da un anno almeno due scuole di pensiero;
per gli uni, infatti, gli elettori britannici sarebbero da penalizzare in modo esemplare, allo scopo di stabilire un precedente che scoraggi qualsiasi emulazione da parte di altri Stati membri dell'Unione, mentre per altri, al contrario, i costi della separazione dovrebbero essere il più possibile ridotti, anche per non danneggiare gli interessi delle imprese europee che esportano nel Regno Unito e quelli dei cittadini UE che hanno deciso di stabilirsi per ragioni di lavoro oltremanica;
non è opportuno, in questa fase storica contrassegnata da una grande incertezza e da permanenti difficoltà economiche, rendere più costoso un eventuale analogo esercizio futuro di autodeterminazione da parte del nostro Paese;
per rafforzare il proprio potere negoziale, il Governo conservatore britannico guidato dalla signora Theresa May ha chiesto ed ottenuto il 19 aprile scorso dalla Camera dei Comuni un voto per l'indizione di nuove elezioni generali, che avranno luogo l'8 giugno prossimo;
in conseguenza dello scioglimento del Parlamento britannico è prevedibile che l'inizio del negoziato per l'uscita del Regno Unito dall'Unione sia rinviato di qualche settimana;
per effetto della imprevista fine anticipata della legislatura britannica, si è inoltre prodotta una situazione imprevista, oggettivamente caratterizzata da una certa indeterminazione, posto che in teoria le elezioni politiche britanniche potrebbero anche indebolire il raggruppamento favorevole al perfezionamento del cosiddetto Brexit;
il contributo che il Regno Unito può assicurare nel campo della lotta al terrorismo transnazionale di matrice jihadista è infine una risorsa preziosa per tutta l'Unione europea,
impegna il Governo:
a non assumere iniziative nei confronti del Regno Unito prima che siano conosciuti gli esiti delle elezioni politiche britanniche, in programma per il prossimo 8 giugno;
ad esprimere in sede di Consiglio europeo straordinario una posizione che evidenzi il rispetto del popolo del nostro Paese per i risultati dell'esercizio di autodeterminazione che ha condotto gli elettori britannici a pronunciarsi in favore dell'uscita del loro Regno dall'UE;
a ribadire in sede di Consiglio europeo come il rispetto del metodo democratico implichi che si debba riconoscere agli elettori di ciascuno Stato membro dell'Unione anche la libertà di optare per l'uscita dall'Europa comunitaria;
a battersi conseguentemente contro l'adozione di un mandato negoziale alle competenti autorità comunitarie che sia improntato a criteri punitivi o venga comunque principalmente finalizzato a dissuadere altri Paesi dal porsi nel solco del Regno Unito;
a schierare invece l'Italia tra i Paesi più favorevoli alla definizione di una base negoziale che non comporti la punizione degli elettori e del Governo del Regno Unito, ma piuttosto la tutela dei reciproci interessi, fra i quali spiccano l'accessibilità del mercato britannico ed il mantenimento di un adeguato regime di garanzie per i cittadini europei che risiedano a qualsiasi titolo in territorio britannico;
ad esigere che nel mandato negoziale figuri espressamente l'obiettivo di non compromettere l'apporto britannico alla comune lotta contro il terrorismo transnazionale di matrice jihadista.
(6-00241)
CENTINAIO, CANDIANI, ARRIGONI, CALDEROLI, COMAROLI, CONSIGLIO, CROSIO, DIVINA, STEFANI, STUCCHI, TOSATO, VOLPI.