• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/16511    in Italia è assente un vero servizio meteorologico nazionale (SMN), dato che le competenze relative sono assegnate a una pluralità di enti. Di fatto, è stata l'Aeronautica militare a...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16511presentato daPAGLIA Giovannitesto diLunedì 8 maggio 2017, seduta n. 791

   PAGLIA. — Al Ministro della difesa . — Per sapere – premesso che:
   in Italia è assente un vero servizio meteorologico nazionale (SMN), dato che le competenze relative sono assegnate a una pluralità di enti. Di fatto, è stata l'Aeronautica militare a farsi carico dello sforzo maggiore nel garantire un servizio pubblico essenziale, scontando tuttavia negli anni difficoltà crescenti a sostenere i costi in un quadro di razionalizzazione degli impegni finanziari;
   nel febbraio 2011 è stato realizzato all'interno dello Stato maggiore dell'Aeronautica uno studio di settore relativo allo «Sviluppo futuro del servizio meteo operativo di F.A. nell'ottica del trasferimento in ambito civile delle responsabilità connesse al servizio meteorologico nazionale»;
   constatato che la commistione fra esigenze militari e civili comportava numerose criticità, tali da esporre l'Aeronautica militare a contenziosi per interruzione di pubblico servizio, si suggeriva di trasferire 633 unità operative ad un servizio meteorologico nazionale civile, trattenendone invece 270 per un servizio meteorologico operativo (SMO) per esigenze militari;
   i meteorologi impiegati dall'Aeronautica militare sono inquadrati a tutti gli effetti come personale militare. Possono quindi essere congedati qualora sviluppino problemi fisici incompatibili con la vita militare, ma certo non con un lavoro «da ufficio» come il loro;
   essi devono inoltre sostenere corsi prolungati su argomenti militari. A ciò si aggiungono servizi di reparto, cerimonie, prove fisiche, tiri. Inoltre, personale di categoria «meteo» viene diffusamente utilizzato in mense, stabilimenti balneari, difesa, o per il settore aerospaziale;
   complessivamente, risorse umane pari numericamente a meno del 50 per cento di quelle di cui dispongono altri servizi meteorologici europei, vengono utilizzate nella meteorologia solo in misura limitata;
   la legge n. 100 del 2012 dispone che «Entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente disposizione si provvede all'attuazione del Servizio Meteorologico Nazionale Distribuito (SMND). I compiti del SMND sono stabiliti con decreto del Presidente della Repubblica»;
   tale mutato quadro normativo non confliggeva, tuttavia, con la prospettiva delineata nel sopra citato studio di settore. Una componente maggioritaria destinata ad esigenze civili avrebbe dovuto comunque separarsi dall'Aeronautica militare, ma, invece di costituire autonomamente un servizio meteorologico nazionale, sarebbe confluita a fianco delle componenti meteo delle Arpa regionali in Servizio meteorologico nazionale distribuito;
   per quanto, a cinque anni di distanza, il Governo non abbia ancora provveduto ad approvare il decreto del Presidente della Repubblica in questione, disattendendo le numerose sollecitazioni ricevute, fra cui l'interrogazione n. 4-04611 del 23 aprile 2014, presentata dal sottoscritto, il cammino è stato tracciato inequivocabilmente dalle legge n. 100 del 2012;
   risulta quindi incomprensibile come nel 2015 l'Aeronautica militare abbia invece deciso di procedere a una diversa riorganizzazione, che ha visto il servizio meteorologico rimanere interamente nell'ambito dell'Aeronautica militare con l'attribuzione alla parte operativa di quasi 900 unità e alla parte per esigenze civili di appena 20 unità;
   in questo modo, oltre a prescindere completamente dalle conclusioni dello studio del 2011, si andava a rafforzare il carattere militare del servizio e a mettere in mora qualsiasi ipotesi di trasferimento in ambito civile –:
   quali siano le ragioni che abbiano consigliato di procedere in modo del tutto diverso da quello ipotizzato dallo studio citato;
   se non ritenga di dover intervenire per seguire le ragionevoli indicazioni dello studio di settore ed ancor più della legge n. 100 del 2012, pur in attesa dell'approvazione del decreto del Presidente della Repubblica attuativo, separando una parte maggioritaria del servizio da destinare ad esigenze civili da una parte minoritaria per esigenze militari ed esentando i primi da corsi ed altri obblighi militari, di modo che possano dedicarsi unicamente alla loro professione ed alla collaborazione scientifica con le altre realtà della meteorologia italiana, migliorando così il servizio fornito alla Nazione, nell'ottica giustificata ed ineluttabile del costituendo Servizio meteorologico nazionale distribuito. (4-16511)