• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/16591    come si evince da articoli apparsi su stampa nazionale e locale e social media e da ripetuti allarmi lanciati da associazioni ambientaliste, come Legambiente, Legambiente Veneto,...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16591presentato daREALACCI Ermetetesto diLunedì 15 maggio 2017, seduta n. 796

   REALACCI e BRATTI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   come si evince da articoli apparsi su stampa nazionale e locale e social media e da ripetuti allarmi lanciati da associazioni ambientaliste, come Legambiente, Legambiente Veneto, Greenpeace e dal comitato «Acqua Libera dai PFAS», a partire dal 2013, in seguito ad eventi verificatisi negli Stati Uniti in Ohio con il caso Dupont, anche in Europa vennero avviate ricerche su queste sostanze chimiche presenti nell'acqua ad uso umano e agricolo;
   secondo la relazione del febbraio 2017 sull'inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati, in Italia, tali sostanze sono da «tenere sotto controllo» per la loro pericolosità perché bio-accumulabili;
   uno studio del Consiglio nazionale delle ricerche determinò la presenza di Pfas in molte aree d'Italia, ed in particolare in Veneto: regione maggiormente interessata dalla pericolosissima contaminazione da Pfas. È infatti emerso che ben trenta comuni distribuiti tra le province di Vicenza, Verona e Padova sono interessati dall'inquinamento delle acque superficiali e delle falde acquifere dovuto alla presenza di questi inquinanti. Per questo motivo la regione Veneto e l'Arpav sono state invitate illo tempore dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ad intraprendere una campagna di determinazione di queste sostanze dannose per l'ambiente e per la salute umana e a svolgere un'attenta analisi della loro diffusione. I Pfas favoriscono neoplasie al rene, al testicolo, diabete, malattie cardiovascolari, Alzheimer;
   a seguito degli studi intrapresi è stata individuata l'azienda «Miteni», nel comune di Trissino, come principale fonte di contaminazione, essendo l'unica azienda in tutto il Nord Est d'Italia a produrre sostanze perfluoroalchiliche. Nel medesimo territorio insistono poi grandi insediamenti conciari e industrie farmaceutiche;
   secondo Legambiente e Greenpeace più di 200 mila persone in Veneto nel 2016 «sono state esposte ad acqua potabile che negli Stati Uniti non è considerata sicura per la salute umana» per la presenza dei composti chimici Pfas, le sostanze perfluoro-alchiliche che hanno inquinato le falde acquifere di gran parte della regione. Vi sono da 200 mila a 450 mila interessati lungo il bacino del fiume Fratta Gorzone se si considerassero i parametri ancor più restrittivi applicati in Svezia;
   in Svezia concentrazioni complessive superiori ai 90 ng/l di Pfas, anche sommando diversi tipi di composti, non sono considerate sicure. In Veneto invece sono consentiti fino a 1030 ng/l di Pfas nell'acqua potabile;
   la Miteni è tuttora in attività e, a quanto risulta agli interroganti, lo stabilimento non è stato oggetto di alcun intervento precauzionale da parte dell'autorità giudiziaria berica;
   anche la relazione sul «Veneto» elaborata dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati ha confermato il grave inquinamento da Pfas delle zone del Vicentino e del Padovano –:
   se il Ministro interrogato non intenda adottare, di concerto con le regioni coinvolte, un'iniziativa urgente per individuare ed eventualmente vietare tutti gli scarichi di Pfas nelle aree colpite dalla contaminazione al di sopra di determinate concentrazioni;
   se non si intenda intervenire per assicurare altre fonti di approvvigionamento idrico ad uso potabile;
   se non si intenda mettere in campo un piano di controllo delle acque potabili e ad uso agricolo con la ricerca dei sopraddetti inquinanti, quali ad esempio Pfas, in tutto il territorio nazionale, estendendola anche ai fanghi di depurazione. (4-16591)