• Testo INTERPELLANZA

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Atto a cui si riferisce:
C.2/00494 il settimanale l’Espresso in edicola da venerdì 4 aprile rende nota l'esistenza di una inchiesta, definita choc, dei carabinieri dei Nas e della procura di Roma, in relazione alla vicenda del...



Atto Camera

Interpellanza urgente 2-00494presentato daLOREFICE Marialuciatesto diMartedì 8 aprile 2014, seduta n. 207

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere – premesso che:
il settimanale l’Espresso in edicola da venerdì 4 aprile rende nota l'esistenza di una inchiesta, definita choc, dei carabinieri dei Nas e della procura di Roma, in relazione alla vicenda del virus dell'aviaria e ad un traffico internazionale di virus;
dall'inchiesta dei Nas sembrerebbe che virus dell'aviaria siano stati spediti dall'estero in Italia in plichi anonimi, senza alcuna autorizzazione e in violazione di tutte le norme sulla sicurezza vigenti;
il sospetto avanzato dagli investigatori dei Nas è che ci sia stato un business delle epidemie che viene attuato attraverso una cinica strategia commerciale;
la strategia commerciale si sarebbe basata sulla diffusione di notizie amplificate sul pericolo di diffusione e i rischi per l'uomo derivanti dall'aviaria, che avrebbero spinto le autorità sanitarie ad adottare provvedimenti d'urgenza;
i provvedimenti di urgenza si sarebbero trasformati in un affare da centinaia di milioni di euro per le industrie farmaceutiche;
sembrerebbe, a detta degli inquirenti, che si sia verificato anche un caso, di diffusione dell'influenza tra il pollame del Nord Italia direttamente legata alle attività illecite di alcuni manager;
l'indagine ricostruisce i retroscena sullo sfruttamento dell'allarme per l'aviaria nel nostro Paese, che nel 2005 portò il governo Berlusconi ad acquistare farmaci per 50 milioni di euro, rimasti inutilizzati, senza alcun approfondimento e con gravissime carenza nei controlli e nell'attendibilità delle informazioni e delle fonti;
l'inchiesta, in realtà è stata aperta dagli investigatori americani, che hanno ottenuto le confessioni di Paolo Candoli, manager della filiale italiana di Merial, sui ceppi patogeni di aviaria spediti illegalmente a casa sua in Italia e poi venduti ad aziende statunitensi. Nel 2005 la Homeland Security Usa ha trasmesso i documenti ai carabinieri del Nas, che già si erano occupati a Bologna di una organizzazione criminale dedita al traffico di virus ed alla produzione clandestina di vaccini;
la nuova inchiesta dell'Arma si è allargata, seguendo le intercettazioni disposte dai magistrati di Roma. Paolo Candoli nella capitale sa come muoversi: sponsorizza convegni medici organizzati da professori universitari, regala viaggi e distribuisce consulenze ben pagate e questo gli permette di avere «corsie preferenziali» al Ministero della salute per ottenere autorizzazioni, riesce a far cambiare parere alla commissione consultiva del farmaco veterinario per mettere in commercio prodotti della Merial;
tra i referenti più stretti di Paolo Candoli da quanto si apprende dall'articolo dell’Espresso risulta Ilaria Capua, virologa di fama internazionale, attualmente deputato di Scelta Civica e vice presidente della Commissione cultura alla Camera;
fino all'elezione alla Camera, Ilaria Capua era responsabile del dipartimento di scienze biomediche comparate dell'Istituto zooprofilattico sperimentale (Izs) delle Venezie con sede a Padova. Il risultato degli accertamenti del Nas ha portato il procuratore aggiunto di Roma, Giancarlo Capaldo, a ipotizzare reati gravissimi. La Capua e alcuni funzionari dell'Izs sono stati iscritti nel registro degli indagati per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, all'abuso di ufficio e inoltre per il traffico illecito di virus. Stessa contestazione per tre manager della Merial. Anche il marito della Capua, ex manager della Fort Dodge Animal di Aprilia, attiva nella produzione veterinaria, è indagato insieme ad altre 38 persone;
nell'elenco degli indagati figurano, a detta dell’Espresso, tre scienziati al vertice dell'Izs di Padova; funzionari e direttori generali del Ministero della salute; alcuni componenti della Commissione consultiva del farmaco veterinario; e sembrerebbe coinvolta anche Rita Pasquarelli, direttore generale dell'Unione nazionale avicoltura. I fatti risalgono a sette anni fa ma molti degli indagati lavorano ancora nello stesso istituto;
sempre stando a quanto scritto nell'articolo dell’Espresso, sembrerebbe che alcuni dei manager al telefono si vantavano dei metodi usati per trasferire i virus clandestinamente in tutto il mondo; dalla Francia al Brasile, nascondendoli in pacchi anonimi o tra gli abiti delle valigie. «Abbiamo fatto cose turche», dicono. Secondo gli investigatori del Nas, anche la Capua e l'Istituto zooprofilattico sono coinvolti nel traffico illegale: la scienziata sarebbe stata pagata per fornire agenti patogeni;
sembrerebbe che in una conversazione registrata sia la stessa virologa a farne esplicito riferimento, sostenendo di aver ceduto ceppi virali in favore di un veterinario americano. Contattata da l’Espresso, Ilaria Capua respinge tutte le accuse: conferma di conoscere Candoli ma spiega «di non aver mai venduto ceppi virali. Sono dipendente di un ente pubblico e non vendo nulla personalmente»;
ancora una volta emergono gravissime lacune da parte del Ministero della salute e ancora una volta inchieste portano ad inscrivere nel registro degli indagati, in questo caso in seguito ad una indagine dei carabinieri del Nas, funzionari del Ministero della salute, componenti della commissione consultiva del farmaco veterinario, funzionari dell'Istituto zooprofilattico sperimentale –:
se il Ministro della salute sia a conoscenza dei fatti illustrati in premessa e dell'indagine dei carabinieri dei Nas che ha portato la procura di Roma ad iscrivere nel registro degli indagati 38 persone alcune delle quali funzionari del Ministero della salute;
se risulti agli atti sulla base di quali dati scientifici e di quali informazioni nel 2005 il Ministro della salute, decise di procedere all'acquisto di 50 milioni di farmaci tanto fondamentali che sono rimasti oltretutto inutilizzati;
quali iniziative intenda intraprendere, per le parti di propria competenza, per accertare quanto accaduto, per individuare le responsabilità e avviare le eventuali azioni di risarcimento al Servizio sanitario nazionale da parte delle aziende farmaceutiche, dato che nel 2005 furono acquistati 50 milioni di euro di farmaci a tutt'oggi mai utilizzati mediante, stante l'inchiesta dei Nas di Roma, una strategia «business delle epidemie» attuato attraverso una cinica strategia commerciale.
(2-00494) «Lorefice, Grillo, Silvia Giordano, Baroni, Di Benedetto, Cecconi, Dall'Osso, Di Vita, Mantero, Nuti».