• Testo RISOLUZIONE CONCLUSIVA

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Atto a cui si riferisce:
C.8/00049 Risoluzione conclusiva 8-00049presentato daBIANCHI Mariastellatesto diMercoledì 9 aprile 2014 in Commissione VIII (Ambiente) 7-00185 Daga e 7-00195 Mariastella Bianchi: Sull'uso...



Atto Camera

Risoluzione conclusiva 8-00049presentato daBIANCHI Mariastellatesto diMercoledì 9 aprile 2014 in Commissione VIII (Ambiente)

7-00185 Daga e 7-00195 Mariastella Bianchi: Sull'uso dei fondi strutturali per il rafforzamento di politiche ambientali.

TESTO UNIFICATO APPROVATO DALLA COMMISSIONE

L'VIII Commissione,
premesso che:
i Fondi strutturali sono strumenti finanziari gestiti dalla Commissione europea per riequilibrare e ridistribuire le risorse all'interno del territorio europeo. La loro evoluzione è andata di pari passo con l'evoluzione e lo sviluppo delle priorità e degli obiettivi prefissati a livello comunitario. Nel corso degli anni i fondi sono stati oggetto di riforme, anche rilevanti, hanno visto definiti sempre più dettagliatamente gli obiettivi da conseguire, ma lo scopo ultimo del loro ruolo è, con le dovute specificazioni, rimasto sempre lo stesso: il raggiungimento della coesione economica e sociale di tutte le regioni dell'Unione e la riduzione del divario tra quelle più avanzate e quelle in ritardo di sviluppo;
i finanziamenti previsti per l'Italia nei prossimi sette anni ammontano a quasi 30 miliardi di euro ai quali si deve aggiungere una cifra all'incirca dello stesso ammontare come cofinanziamento nazionale; va considerato, inoltre, anche il Fondo sviluppo e coesione con una dotazione prevista dalla legge di stabilità di circa 54 miliardi; tali fondi costituiscono, dunque, sempre di più, una fondamentale leva per promuovere e orientare lo sviluppo del Paese;
la strategia e le priorità di intervento di ogni Stato membro viene definito in un documento chiamato Accordo di partenariato, che dettaglia la strategia, i risultati attesi, le priorità, i metodi di intervento e di impiego dei fondi comunitari per il periodo di programmazione 2014-2020, con l'obiettivo di perseguire la strategia dell'Unione europea per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva;
si tratta di un documento importante nel contesto della gravissima crisi che da tempo colpisce l'Italia. Queste politiche svolgeranno un ruolo fondamentale per la crescita, per il rilancio del sistema produttivo, l'incremento dell'occupazione e il miglioramento della coesione sociale nel nostro paese, in tutte le sue regioni ed è dunque particolarmente importante definire le priorità nel loro utilizzo;
inoltre, il nuovo approccio per l'utilizzo dei fondi del quadro strategico comune è volto a garantire impatti economici, ambientali e sociali di lunga durata. Infatti, il forte allineamento con le priorità politiche dell'Agenda Europa 2020, le condizionalità macroeconomiche ed ex ante, la concentrazione tematica e gli incentivi legati al conseguimento di risultati attuano principi che si traducono concretamente in una spesa più efficace. I fondi del quadro strategico comune costituiranno quindi un'importante fonte d'investimento pubblico e fungeranno da catalizzatore per la crescita sostenibile e l'occupazione supportando gli investimenti in capitale fisico e umano; l'identificazione dei bisogni di sviluppo deve tener debitamente conto, tra l'altro, delle raccomandazioni specifiche per Paese formulate dal Consiglio europeo al termine del cosiddetto semestre europeo, che intervengono sulle criticità strutturali del sistema economico italiano, della distanza del Paese e dei suoi territori dai traguardi fissati nell'ambito della strategia Europa 2020 e della lettura in termini di contesto macroeconomico e risposte di policy offerta dal Programma nazionale di riforma;
peraltro, dalla loro istituzione, i fondi strutturali europei sono stati indirizzati in maniera consistente sulla tutela ambientale sostenendo la definizione e l'adozione di interventi che hanno riguardato, fra l'altro, la messa in sicurezza dei siti, la manutenzione dei corsi d'acqua e la protezione delle coste, piani di sostegno dell'assetto idrogeologico;
nei precedenti cicli di spesa, 2000-2006 e 2007-2013 si è registrato un assorbimento limitato delle risorse messe a disposizione, si è cioè riscontrato un rilevante problema di capacità di spesa con la difficoltà di completare gli interventi di rilievo in tempi compatibili con la possibilità di spendere i fondi a disposizione. Di tali ritardi hanno risentito, in particolar modo, i programmi operativi sui temi culturali e ambientali;
in tal senso, la strategia per la valorizzazione delle risorse culturali e naturali, non può che fiondarsi su una scelta di necessaria discontinuità rispetto alle modalità di attuazione sperimentate con il ciclo di programmazione 2007-2013 (cooperazione istituzionale e tecnica inefficace, forte frammentazione degli interventi, carenza generalizzata di progetti di qualità, difficoltà ed eccessiva lentezza nelle realizzazioni, mancata pianificazione, sin dall'inizio, della puntuale destinazione d'uso del patrimonio oggetto di intervento e del necessario corredo di piani di gestione e manutenzione in termini di costi e responsabilità) e adotta gli stessi criteri di selezione stringenti che hanno guidato la costruzione del Piano d'azione per la coesione: rigore e rapidità nella programmazione e messa in opera, concentrazione, chiarezza degli obiettivi, cooperazione attiva fra i diversi attori coinvolti nel processo, modalità di realizzazione improntate alla tutela di valori di legalità e trasparenza;
all'avvio del nuovo ciclo di programmazione dei fondi appare dunque necessario stabilire regole certe e rapide di progettazione e di controllo sull'attuazione degli interventi e in particolare misure specifiche di sostegno e accompagnamento alla progettazione in modo da porre rimedio a quelle debolezze progettuali, organizzative e amministrative che hanno caratterizzato l'azione dell'Italia fino ad ora;
è di particolare rilievo individuare direttrici precise e prevalenti nell'utilizzo dei fondi a disposizione per la programmazione 2014-20 in modo da sostenere l'azione di riqualificazione territoriale, di messa in sicurezza del territorio, di bonifica e riqualificazione dei siti inquinati di interesse nazionale e di promozione della green economy,

impegna il Governo:

1) a dare centralità agli Obiettivi Tematici 4 – Energia sostenibile e qualità della vita (Sostenere la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio), 5 – Clima e rischi ambientali (Promuovere l'adattamento al cambiamento climatico, la prevenzione e la gestione dei rischi) e 6 – Tutela dell'ambiente e valorizzazione delle risorse culturali e ambientali (Tutelare l'ambiente e promuovere l'uso efficiente delle risorse), che sono da considerare tra gli indirizzi principali per l'utilizzo dei fondi strutturali nel nuovo ciclo di programmazione e nelle risorse a disposizione del Fondo coesione e sviluppo;
2) a garantire che le priorità strategiche indicate nell'Accordo di partenariato si traducano in azioni concrete per l'impiego efficace delle risorse finanziarie disponibili segnatamente anche sotto i seguenti profili:
a) promuovere, nell'ambito del Programma nazionale di bonifica e ripristino ambientale dei siti inquinati, istituito ai sensi dell'articolo 1 della legge n. 426 del 1998, la partecipazione attiva delle comunità interessate dai gravissimi fenomeni di inquinamento;
b) la promozione di specifiche azioni di formazione, informazione, sia per quanto riguarda i percorsi formativi sia per il reinserimento lavorativo, da inserire nei vari programmi del Fondo sociale europeo, anche per mitigare il «danno sociale» subito dalle comunità interessate;
c) il finanziamento, tramite le risorse messe a disposizione dalla Programmazione Unitaria 2014-2020 (fondi comunitari e FSC), della bonifica e riqualificazione delle aree SIN volta a valorizzare tali aree strategiche del Paese in termini di competitività e occupazione, riducendo contestualmente il consumo di suolo, nonché degli interventi di bonifica finalizzati alla risoluzione delle problematiche ambientali e socio-sanitarie connesse alla cosiddetta Terra dei Fuochi;
d) l'attuazione, nell'ambito dei fondi comunitari, di specifiche azioni di comunicazione e accesso alle informazioni da parte dei cittadini, con la realizzazione di portali WEB nazionali e regionali sullo stato ambientale e sanitario delle aree dei SIN e dei SIR;
e) la promozione di reti d'impresa specializzate nella bonifica, anche per la promozione dei posti di lavoro nel campo della bonifica, con il sostegno alla ricerca nel campo ambientale e idro-geo-chimico connesso alle bonifiche, anche per creare spin-off e «cantieri sperimentali» per le bonifiche dove ideare ed attivare nuove tecniche anche per la richiesta di brevetti nel campo ambientale;
f) l'introduzione del tema delle bonifiche e della prevenzione di nuove situazioni di inquinamento come elemento trasversale a tutte le politiche di cui all'accordo di partenariato e in particolare quali aree prioritarie per le varie azioni e misure previste;
3) a indirizzare prioritariamente verso il sostegno della green economy, la maggiore efficienza energetica nei cicli produttivi e l'uso efficiente di materia con riciclo e recupero anche le risorse stanziate per gli interventi dell'Obiettivo Tematico 3 – Competitività dei sistemi produttivi (Promuovere la competitività delle piccole e medie imprese, il settore agricolo e il settore della pesca e dell'acquacoltura);
4) a predisporre la definizione di regole ed indirizzi comuni per la coprogettazione, il sostegno tecnico e il monitoraggio di interventi e azioni per poter disporre di una tempistica di spesa più adatta a realizzazioni grandi e complesse sotto il profilo amministrativo e tecnico;
5) a promuovere la definizione di linee di indirizzo omogenee per l'intero territorio pur nella necessaria condivisione con le amministrazioni locali per rafforzare la leva di sviluppo attivabile con le risorse a disposizione;
6) a tenere costantemente informato il Parlamento sugli sviluppi dei negoziati a livello europeo, nonché sul processo di attuazione delle linee strategiche, delle priorità e delle azioni indicate nella bozza di accordo e sui progressi ottenuti.
(8-00049) «Mariastella Bianchi, Daga, Borghi, Busto, Braga, Bratti, Carrescia, Cominelli, D'Agostino, De Rosa, Gadda, Mannino, Mariani, Matarrese, Micillo, Morassut, Giovanna Sanna, Segoni, Terzoni, Zardini, Zolezzi».