Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE
Atto a cui si riferisce:
C.5/11485 si è appresa da fonti stampa la notizia della possibile chiusura del Crea-Ci di Rovigo e che ciò conseguirebbe dalla richiesta del Ministero delle politiche agricole alimentari e...
Atto Camera
Interrogazione a risposta in commissione 5-11485presentato daFERRARESI Vittoriotesto diGiovedì 1 giugno 2017, seduta n. 808
FERRARESI, PAOLO BERNINI, PARENTELA, MANTERO, FRUSONE e VILLAROSA. —
Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro della salute, al Ministro della difesa
. — Per sapere – premesso che:
si è appresa da fonti stampa la notizia della possibile chiusura del Crea-Ci di Rovigo e che ciò conseguirebbe dalla richiesta del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali di ridurre il numero delle sedi Crea. Il taglio previsto per la «razionalizzazione» delle sedi del Crea dovrebbe portarne il numero da 71 a 40 sedi;
il centro di Rovigo sembra essere l'unica struttura italiana autorizzata dal 1995 a studiare la cannabis e fornisce le varietà e le talee necessarie alla produzione di cannabis medicinale allo stabilimento chimico farmaceutico militare italiana di Firenze;
sembrerebbe anche che il Crea-Ci di Rovigo avrebbe conseguito un introito maggiore di denaro rispetto alla spesa affrontata per lo stesso e sarebbe, dunque, un istituto che funziona bene;
in seguito alla legge del 2 dicembre 2016, n. 242, sulla promozione della canapa sono stati stanziati 700.000 euro per il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, al fine di potenziarne la coltivazione. Il Crea-Ci conserva e moltiplica tutte le varietà di canapa industriale italiane e ne sviluppa di nuove, nonostante non riceva per questi scopi finanziamenti o fondi dal 2000. Con la chiusura, si interromperebbe anche questa attività. Il progetto sulla cannabis medicinale è stato avviato nel 2014. Il Crea ha collaborato con lo stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze da subito, senza alcun contributo e solo nell'aprile 2017 avrebbe ricevuto 190.000 euro per due anni di attività. Nessun fondo per la precedente attività triennale;
con il fondo disponibile si dovrebbe arrivare alla fine del 2018, ma, se davvero verrà disposta la chiusura a fine 2017, dovrà essere restituita parte cospicua del contributo. Il costo ordinario derivante dall'attività svolta a Rovigo è di media pari a 50.000 euro/anno. Le entrate da progetti e contratti sono mediamente 150.000 euro/anno. L'interruzione dell'attività comporterebbe una perdita netta di 100.000 euro/anno;
se verrà interrotta tale attività, non si potranno fornire le talee radicate allo stabilimento chimico farmaceutico militare perciò non si potrà proseguire la produzione che ha consentito a fine 2016 di avviare la distribuzione del farmaco nelle farmacie e, inoltre, vista anche la crisi della Bedrocan che non è più in grado di fornire il Bediol (equivalente all'FM2) fino al mese di ottobre 2017, i malati che usufruiscono di questi farmaci rischiano di restarne sprovvisti;
gli edifici del Crea del 1950, sono destinati ad uffici e laboratori perciò la loro riconversione ad altro uso comporterebbe la distruzione di impianti e servizi esistenti nonché ingenti spese per l'adattamento;
a Rovigo è ancora operante l'ultimo e unico impianto di lavaggio e analisi delle barbabietole e se chiudesse non si potrebbe più garantire il servizio di certificazione e registrazione di nuove varietà di barbabietola. Quest'anno vi sono circa 100 nuove varietà da valutare per le ditte sementiere. Il trasferimento dell'impianto sembra essere, quanto meno, poco realizzabile, in quanto avrebbe un costo di circa 1 milione di euro, escluse le opere murarie necessarie per alloggiarlo. Il trasferimento comporterebbe lo spostamento delle attività in ambienti che potrebbero essere poco idonei e non sicuri a differenza del Crea di Rovigo per il cui impianto di sicurezza sono stati investiti quasi 50.000 euro –:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti e se quanto riportato in premessa trovi conferma;
se si intenda riconsiderare l'opportunità di lasciare operativo il Crea di Rovigo alla luce di quanto detto e quali iniziative, in caso contrario, intendano adottare al fine di evitare che i malati che consumano farmaci derivanti dal principio attivo della cannabis ne restino sprovvisti. (5-11485)